Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  giugno 10 Lunedì calendario

IL RAGAZZO CHE VUOLE IL TRONO DEGLI SCACCHI

Ecco dunque che la grande sfida per il titolo mondiale tra Carlsen e Anand è stata fissata per il 16 di novembre. Un miliardo di persone (tanti si stima siano in tutto il mondo gli appassionati) avranno modo di seguire in diretta un match che, secondo alcuni, dovrebbe riportare gli scacchi ai fasti della memorabile sfida tra Fischer e Spassky. A quel tempo, in un clima di Guerra fredda, il solitario ragazzo di Brooklyn sfidava tutta l’intellighenzia sovietica.
Stavolta, a rendere interessante l’incontro è la grande differenza che contraddistingue i due giocatori: da una parte il norvegese Magnus Carlsen, 22 anni, ciuffo ribelle, espressione volitiva e un’aria da spaccone, un giovane trendy, griffato e sponsorizzato, che rientra nella classifica dei cento uomini più sexy del 2013 e vincendo diventerebbe il più giovane campione della storia; dall’altra, Viswanathan Anand, un ragazzo tranquillo, dall’aria mite e inoffensiva, timido all’apparenza, solo all’apparenza però, perché davanti a una scacchiera si trasforma in un gigante (per chi voglia rendersi conto di come gioca, si possono consultare on line ben 2.660 partite del giovane indiano). Oriente e Occidente, dunque. La storia degli scacchi non si smentisce, è costellata da sfide tra titani, a cominciare dal napoletano Leonardo Giovanni da Cutro, detto il Puttino, che nel Cinquecento s’imbarcò per la Spagna per affrontare il suo nemico giurato (quel Ruy Lopez, monaco francescano, e consigliere di Filippo II, a cui si deve la sempre moderna partita spagnola), fino all’ormai famoso match tra Fischer e Spassky, dopo di che l’interesse, almeno a livello popolare, si era un po’ attenuato, in quanto la competizione per il titolo mondiale era diventata prerogativa dei sovietici, i quali si sfidavano tra loro a porte chiuse, tenendo a debita distanza i mass-media occidentali.
Per gli innumerevoli appassionati, però, gli scacchi non si riducono a un freddo calcolo mentale tra due contendenti, ma come per tutti i divi (e anche alcuni scacchisti lo sono) di loro si vorrebbe sapere tutto: vita privata, gusti e debolezze. Carlsen è di sicuro quello che si presta maggiormente ad apparire sotto la luce dei riflettori, e per questo riscuote maggiore simpatia, soprattutto da parte dei giovani occidentali. D’altra parte, Anand incarna la proverbiale saggezza orientale, almeno così come abbiamo sempre immaginato che fosse (anche se l’incidente diplomatico ancora in corso tra Italia e India, ci fa sorgere qualche dubbio a proposito). Oltre al già temibile competitore sulla scacchiera, Carlsen dovrà affrontare però un altro pericoloso avversario: il clima.
Ormai è risaputo che «nessun giocatore in buona salute ha mai perso una sola partita», qualche linea di febbre, un’indigestione, un raffreddore sono ormai da tempi immemorabili la scusa ricorrente per chi perde. Tutti i grandi scacchisti del passato hanno giustificato le loro sconfitte a questo modo. Ma stavolta la cosa si fa seria, perché il torneo si svolgerà in India, e precisamente a Chennai, città in cui vive Anand. Sembra che il luogo dello scontro si trovi a una quindicina di minuti di taxi dalla sua abitazione, mentre Carlsen non solo dovrà fare un lungo viaggio, ma dovrà prendersi anche il tempo necessario per acclimatarsi.
Arriverà sul posto con largo anticipo e per allenarsi sta pensando fin d’ora di trasferirsi in un luogo che abbia le condizioni ambientali simili a quelle che troverà a novembre in India. L’altro grosso problema: il cibo. Carlsen dichiara di amare la cucina indiana, tuttavia, per precauzione, avrà il supporto di due cuochi norvegesi che gli prepareranno personalmente i pasti. Staremo a vedere. Di sicuro, oltre a un vincitore ci sarà anche uno sconfitto, e di quest’ultimo sentiremo i commenti: sarà stato a causa del clima, della cucina, o del Karma?
Paolo Maurensig