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 2013  giugno 09 Domenica calendario

L’IMPORTANZA DEL FATTORE UMANO (E DEI NERVI SALDI) - C’è

un programma ben fatto e particolarmente istruttivo, «Indagini ad alta quota». Qui si ricostruiscono veri casi di incidenti aerei, spesso con esito tragico altre volte a lieto fine. Le indagini arrivano a spiegare, con precisione certosina, tutta la dinamica dell’incidente: così si scopre che le cause prime possono essere piccoli pezzi mal funzionanti, indicatori, valvole, eccetera. Altre volte l’incidente è causato da una serie di errori dei piloti, che vuoi per stress, cattiva lettura dei dati, stanchezza e altro non riescono a gestire in tempo le situazioni d’emergenza. Vista la grande maestria del pilota Gianluca Rabitti Martini, che è riuscito ad atterrare con un carrello in meno, insomma, con nervi saldi, possiamo farci una domanda: conta più l’affidabilità della tecnologia o il fattore umano? A giudicare dalla casistica più i piloti sono addestrati, più mantengono il controllo della situazione e più gli aerei sono sicuri (è bene ricordare che nonostante una generazione sia cresciuta oltre che con la paura degli squali con quella degli aerei causa disaster movie, il mezzo aereo rimane il più sicuro). Ma forse la domanda è mal posta. La tecnologia è costruita dall’uomo in funzione dell’uomo, serve ad aiutare l’uomo stesso — in questo caso i piloti — a prendere decisioni migliori. Giusto a mo’ di esempio il comandante che atterrò senza colpo ferire sull’Hudson, a motore spento, riuscì nell’impresa anche perché supportato da un sensore di nuova generazione che aiutava il pilota nella lettura di alcuni dati fondamentali per un atterraggio sicuro. C’è da aggiungere che tutte le apparecchiature tecnologiche, anche il suddetto sensore, non sono realizzare da un singolo individuo ma richiedono la collaborazione e la competenza di centinaia di persone, nel conteggio vanno inseriti matematici, fisici, programmatori, ingegneri, sperimentatori eccetera. La tecnologia è dunque un fenomeno collettivo, solo un aspetto del variegato fattore umano e serve, quando serve, a limitare i danni o a gestire meglio quei costi che la stessa natura umana ad ogni passo verso il futuro, inesorabilmente, ci mette davanti.
Antonio Pascale