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 2013  giugno 10 Lunedì calendario

“TECNICHE E STIMOLI COSÌ IL VOSTRO CERVELLO DIVENTA PRODIGIOSO”

«L e mappe mentali sono lo strumento grafico innovativo che ti permette di conoscere e di sfruttare a pieno il potenziale del tuo cervello. Ecco perché sono così efficaci e perché vengono utilizzate dai gruppi e dai manager più all’avanguardia. Usano le mappe mentali in Google, per esempio, in Toyota», Matteo Salvo il guru italiano delle tecniche di apprendimento rapido, fa lezione a una rosa ristretta di allievi in un albergo di Roma. Unico istruttore italiano certificato da Tony Buzan, inventore delle mappe mentali, prende il set di pennarelli e mentre spiega disegna la mappa del suo discorso.Trentasette anni, una laurea in ingegneria, tra i campioni mondiali di memoria, Matteo Salvo insegna a imprenditori, Ceo, Cfo, ma anche a semplici studenti, persino quelli delle elementari. Insegna quello che tutti vorrebbero saper fare: imparare presto, bene, e comunicarlo ancora meglio. Si può imparare tutto, e tutti possono imparare? «Certo, io non sono né un fenomeno né un genio. La memoria non è fattore genetico: con metodo e allenamento si possono raggiungere obiettivi incredibili. Come nello sport». Partiamo dalle lingue straniere, il tallone d’Achille degli italiani. Lei ha scritto Imparare l’inglese in un mese. Si può davvero fare? «Ho scritto quel libro basandomi sulla mia esperienza personale. Un mio allievo aveva superato in tempi e con risultati record il corso per pilota d’aeree in Spagna. La scuola, impressionata dai risultati, mi ha chiesto
di tenere un corso interno e un corso per un gruppo di imprenditori. A quel punto ho capito che avrei dovuto avvalermi di un traduttore. Allora ho deciso, mi sono dedicato a imparare l’inglese. La convocazione ufficiale per il corso mi era stata fatta il 14 di gennaio, e il corso si sarebbe tenuto il 6 febbraio. Ce l’ho fatta. E come l’inglese, ho poi imparato con le stesse tecniche anche lo spagnolo ». Bastano le tecniche, o ci vuole anche la motivazione? «Ci vogliono entrambi. L’allievo pilota era determinato a fare quel lavoro, era il sogno della sua vita. Grazie alle tecniche ha potuto raggiungere l’obiettivo nel minor tempo possibile e con il risultato migliore. A 23 anni era già pilota e adesso che ne ha 31 è già comandante da un anno. La motivazione è la spinta a fissare un obiettivo e raggiungerlo, le tecniche sono lo strumento. Posso decidere di sostenere quattro esami universitari in un mese, ma solo con metodo posso riuscirci». Non basta leggere e ripetere, leggere e ripetere? «E’ proprio il metodo meno efficace. Studi scientifici provano che dopo 2 settimane tratteniamo solo il 10% di quello che leggiamo. E’ come pretendere di aprire una strada su un campo camminandoci sopra: lasci una traccia, il giorno dopo l’erba ricresce. Ci ripassi, poi l’erba ricresce. La percentuale più rilevante di quello che ricordiamo si basa sulla vista, il resto sugli altri sensi, messi insieme diventano una ruspa che apre un solco profondo. Poi, se si vuole ricordare molto a lungo, si procede a passare l’asfalto » E come si fa? «Una delle tecniche di base è creare associazioni basate sui Pav, paradosso, azione, vivido. Se in questa stanza, dove siamo vestiti tutti in modo normale, entrasse uno sciamano, ce lo ricorderemmo sicuramente: ecco perché paradossale. Azione, perché è più facile ricordare scene piuttosto che immagini statiche. Vivido, perché se immaginiamo di vivere realmente le scene che mi rappresento, le rendo più efficaci. Tutti meccanismi che i pubblicitari conoscono molto bene. L’obiettivo è sempre suscitare una emozione, coinvolgere, appunto, tutti i sensi». Ecco perché il suo libro Il segreto di una memoria prodigiosa (Edizione Gribaudo) è pieno di immagini paradossali. Invece di parole, immagini. Ma come posso trasformare in un Pav l’incidenza del fatturato Brasile al 10% su quello totale di una holding che ha un giro d’affari di 313 miliardi? «Innanzi tutto creo un’immagine per il nome della holding e poi immagino che il Cfo entra in azienda con la macchina di Paperino piena di soldi (la macchina di Paperino era targata 313 e il fatto che sia piena di soldi indica il fatturato) che ha un incidente (incidenza) e investe Pelé (era l’attaccante, quindi il numero 10 del Brasile). Questo è giusto per dare un’idea di come si possa trasformare un concetto astratto in immagini. All’inizio può sembrare macchinoso, dopo diventa facile e soprattutto coinvolgente. Dobbiamo trovare delle immagini per rappresentare i concetti che vogliamo esporre e questo implica una profonda comprensione dei concetti» Anche le sue performance sportive hanno del paradossale: tra gli italiani all’ironman di Embrun, la gara più dura al mondo di Triathlon, finisher al Tor de Géants, la corsa in montagna di 330 chilometri con 24.000 metri di dislivello positivo. Ora si sta allenando per provare come imparare un mazzo di carte stando in apnea. Vuole vincere il Guiness dei primati? «Voglio esplorare i limiti, voglio sperimentare quanto la mente possa potenziare il corpo, fin dove può arrivare e far conoscere queste cose in Italia. All’estero sono molto più conosciute anche a livello di istruzione scolastica. Mi sono avvicinato alle tecniche di apprendimento rapido perché avevo la passione delle gare di moto fuoristrada, e questo mi rallentava gli esami universitari. Grazie alle tecniche ho recuperato e mi sono laureato, pur avendo nel frattempo capito che non avrei mai fatto l’ingegnere. Avevo scoperto un nuovo universo, le potenzialità della mente». Su questa strada è diventano il miglior “mental athlet” italiano. Tornando alle mappe mentali, quale la differenza dai tradizionali schemi a cui siamo abituati? «Le mappe si basano sul funzionamento naturale della nostra memoria: rappresentano un testo con parole chiave, immagini e colori. In questo modo diventa molto più semplice per la nostra mente poter ricordare. Gli schemi, invece, sono lineari, noiosi, e per questo tendono a scivolare via dalla memoria. Sin dall’inizio scatta il coinvolgimento di tutte le caratteristiche della corteccia cerebrale quali la logica, il ritmo, il colore, la visualizzazione, l’immaginazione, la creatività, la rielaborazione e la sintesi di concetti. In un foglio A4 posso riassumere anche un libro, e ricordarmelo con un’occhiata».