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 2013  giugno 09 Domenica calendario

A SCUOLA CON IL FUCILE «ODIO IL MONDO SPARO A QUALCUNO»

C’è chi festeggia la fine della scuola tingendosi i capelli, chi buttando farina. Lui aveva deciso di «sparare dalla finestra a qualcuno», con un fucile da caccia semi automatico sottratto a papà e nascosto nella custodia del basso. Un 17enne di Desenzano del Garda è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di porto abusivo d’arma da fuoco aggravato dal fatto di aver portato l’arma nella sua scuola, il liceo statale Baratta.

Passerà due giorni al carcere minorile Beccaria, poi, probabilmente, dopo l’interrogatorio di convalida del gip lunedì, tornerà a casa. Indagato anche il padre per mancata custodia dell’arma. Ma gli investigatori vogliono vederci chiaro in questa strana storia che ieri ha scatenato il panico nel liceo - più tra i professori che tra gli studenti ricordando il prologo di certe brutte storie americane dove giovani impazziti regolano i conti con la vita compiendo massacri. Questa volta non è accaduto niente e non si possono fare processi alle intenzioni di un minorenne, bocciato l’anno scorso ma con una buona media quest’anno, che tutti descrivono come «a posto», di «buona famiglia», «senza grilli per la testa», che poi è l’identikit solito dei protagonisti delle tragedie. Però aver portato una doppietta in classe, con due colpi in canna e altri 30 in tasca va un po’ al di là della goliardata.

Nella scuola, per l’ultimo giorno, era festa con grande confusione dentro e fuori le classi. Verso le 10,30 arriva il diciassettenne, con pantaloni mimetici, e mette sul banco della sua classe la custodia del basso. Tre coetanei si avvicinano incuriositi, lui apre la custodia e mostra il fucile di papà dicendo che avrebbe sparato dalla finestra «contro qualcuno». Chi? Non si sa. Perché? Idem. La cosa incredibile è che i tre studenti non si siano dati la pena di avvisare qualcuno. Forse pensavano a una spacconata. Fatto sta che una professoressa, insospettita dallo strano abbigliamento del giovane e dell’insolita custodia, assistendo alla scena si è allarmata ed è corsa ad avvisare il preside Francesco Mulas. Il quale ha chiamato i carabinieri e fatto scattare l’allarme antincendio per evacuare la scuola senza destare sospetti. Poi, con il bidello ha cercato il ragazzo col fucile, che ha trovato in un corridoio mentre, disarmato, raggiungeva l’uscita come gli altri. Poco dopo sono arrivati anche i militari. L’arma era nella custodia ma sul banco di un’altra classe. In tasca, 30 proiettili.

«Ce l’ho con il mondo», si sarebbe giustificato, «non volevo fare niente ai miei compagni, volevo solo fare un gesto dimostrativo contro me stesso». Parole confuse che non hanno convinto nessuno: se davvero aveva intenzione di sparare a se stesso, non si capisce perché si fosse portato anche tutte quelle munizioni, sufficienti per una carneficina. Il sospetto è che avesse davvero intenzione di combinare qualcosa, ma poi gli sia mancato il coraggio.