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 2013  giugno 10 Lunedì calendario

UNA VITA SENZA PLASTICA

«Plastica? No grazie». Thomas Smith, dottorando in chimica di Manchester, è un plasticarian, ovvero il rappresentante di un movimento che sta crescendo in tutto il mondo e che ha come obiettivo quello di vivere una vita senza plastica.
Il materiale, uno tra i più usati nella vita domestica, è da tempo sotto accusa. Recentemente il Royal college degli ostetrici britannici ha persino consigliato alle donne incinta di evitare, per precauzione, cibi in lattine o contenitori di plastica perché alcuni componenti chimici potrebbero disturbare il normale sviluppo del feto. Se la raccomandazione è stata parecchio criticata per aver causato il panico tra le gestanti, è noto che componenti come il bisfenolo A e gli ftalati sono stati collegati a casi di cancro al seno e alla prostata, a malattie del cuore e a disfunzioni sessuali.
Un altro problema sorge quando la plastica diventa spazzatura. Come smaltirla? Solo in Gran Bretagna ogni anno vengono usate 2,5 tonnellate di plastica e più dei tre quarti non sono riciclabili. Secondo i dati della Ue la metà dei rifiuti di plastica finisce nelle discariche con il conseguente pericolo per la salute. La Commissione Europea sta studiando proprio in queste settimane un sistema per rendere la plastica più sostenibile e a fine mese pubblicherà i primi risultati.
L’ALLARME
«La produzione è aumentata da 1,5 milioni di tonnellate nel 1950 a 245 milioni all’anno nel 2008. Di queste 60 tonnellate sono solo in Europa - ha spiegato all’Independent on Sunday il commissario europeo per l’Ambiente Janez Potocnik – In futuro dovremo fare in modo che questo materiale sia interamente riciclabile». Nel frattempo sempre più persone cercano di vivere il più possibile plastic-free. Come lo studente di Manchester, che al giornale inglese ha raccontato le sue difficoltà: «La plastica è ovunque. Così ho deciso di produrmi le cose da solo, come il dentifricio, il sapone e lo shampoo. Una cosa molto difficile da trovare non avvolta nella plastica è la carta igienica. Per non parlare di computer e cibi pronti. Non si può fare acquisti on-line perché ogni cosa arriva impacchettata con plastica e neppure ordinare da bere a un concerto. Non servono bicchieri di vetro». Così dopo sei mesi e 5 chili persi Smith ha deciso di rilassare le sue regole.
IL MOVIMENTO CRESCE
La californiana Beth Terry, invece, boicotta la plastica con successo da sei anni e ha appena pubblicato un libro: Plastic free, elogiato dagli attori Rosanna Arquette e Jeremy Irons. Terry ha cominciato a odiare la plastica quando ha saputo l’effetto devastante che ha nel Pacifico e nell’Atlantico, dove mette in pericolo la vita marina. «Adesso il mio bagno è quasi completamente senza – ha raccontato al domenicale – Ho trovato persino dello shampoo in barrette. La cosa più complicata è cominciare. Ma vedo che sempre più persone sono preoccupate per la pericolosità della plastica. Oggi tanta gente va in giro con bottigliette d’acqua di acciaio inossidabile invece che con quelle tradizionali. Il movimento sta crescendo a vista d’occhio».