Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  giugno 10 Lunedì calendario

ROM, LE CLIENTELE DI ALEMANNO E LE PROMESSE TRADITE

Questa storia inizia il 1° luglio 2009, quando il sindaco di Roma Gianni Alemanno ottiene un finanziamento straordinario di 30,8 milioni di euro per fronteggiare «l’emergenza» rom: è il Piano nomadi firmato con l’allora ministro dell’Interno Maroni. Sarebbe interessante leggere, dopo 4 anni, un consuntivo dei soldi spesi, ma è impossibile: la procedura d’emergenza, infatti, consente di agire in deroga.
Si può, invece, fare un bilancio sull’efficacia delle misure prese, poiché queste sono sotto gli occhi di tutti. E si può valutare l’eredità, in termini di spese fisse, che il sindaco Alemanno lascia alla prossima amministrazione, chiunque vinca.
È una eredità pesante perché l’emergenza nomadi ha prodotto sicuramente molto in termini di assunzioni clientelari: una settimana fa sono stati assunti a tempo indeterminato 83 vigilantes per la guardiania dei campi nomadi, a carico di Risorse per Roma, società che, per statuto, si occupa di patrimonio immobiliare del comune e di supporto alle politiche urbanistiche, nulla a che vedere, dunque, con la gestione dei villaggi rom.
È andata così: il prefetto ha scritto al sindaco, chiedendo che non venisse meno la sorveglianza dei campi, il sindaco ha girato la richiesta a Risorse per Roma che, quei lavoratori, aveva impiegato dal marzo 2012. La Spa, non potendo rinnovare i contratti a termine, ha assunto tutti. La richiesta del prefetto non risolve, però, i problemi, perché non c’è copertura finanziaria, infatti la convenzione per la sorveglianza (3 milioni e mezzo di euro annui) scade il 21 luglio.
Cosa faranno, dopo, questi nuovi impiegati? Sull’utilità della guardiania c’è un episodio eclatante del 2011: una ragazzina scappò di casa e si rifugiò nel campo di via di Salone. Fu trovata dopo una settimana ospite del fidanzatino rom. Spiega Valerio Turzi, dell’Arci: «La garitta non aiuta i progetti di integrazione ma, a parte questo, non c’è un capitolato, che indichi i loro compiti, io stesso non so se fra i loro compiti ci sia quello di chiedere i documenti».
A gestire la partita dei vigilantes a Risorse per Roma è stato Gianpiero Monti, un signore che chiama Alemanno «Gianni» e che era entrato in Campidoglio come segretario del sindaco. Ora è dirigente a tempo indeterminato della società per azioni, il cui capitale è interamente del comune di Roma. Monti è in buona compagnia perché, con ruolo dirigente e a tempo indeterminato, sono entrati a Risorse per Roma, Diacetti (attuale ad di Atac) e numerosi altri. Risorse per Roma nel 2008 aveva 270 dipendenti e Alemanno voleva chiuderla.
Ora ha 670 dipendenti più i 106 (83 vigilantes) assunti fra il primo turno elettorale e il ballottaggio. Di questi, 300 vengono da Gemma, la società fallita che si occupava dei condoni. Ma gli altri 300? Tornando ai campi nomadi. Quasi 31 milioni, quindi, affidati al commissario straordinario, prefetto Giuseppe Pecoraro che, a sua volta, li ha dati in gestione, come ente attuatore, al dipartimento politiche sociali, assessore Sveva Belviso, del Campidoglio, che ha avuto in gestione anche le risorse ordinarie, circa 14 milioni.