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 2013  giugno 09 Domenica calendario

A SCUOLA CON MIMETICA E FUCILE, ARRESTATO “IL MONDO È EGOISTA: VOLEVO FARLA FINITA

I suoi compagni lo hanno visto in classe col fucile in mano, tirato fuori dalla custodia della chitarra. E poi affacciarsi da una finestra al terzo piano che dà sul cortile della scuola, dove quasi mille ragazzini stanno per festeggiare la fine dell’anno.
È lì, alle 11 di mattina. Dentro la sua tuta mimetica, con il fucile da caccia del padre, regolarmente detenuto, nascosto al posto della chitarra, con trenta cartucce nelle tasche e una in canna. Pronto a fare fuoco e sprofondare il liceo Bagatta, maxi-istituto che raggruppa diverse scuole, a Desenzano, nel peggiore incubo da provincia americana. «Ce l’ho con il mondo, la gente è egoista e insensibile, volevo sparare e farla finita», dice ai carabinieri lo studente, 17 anni, fermato e subito portato in caserma, dove il pm dei minori, Gianfranco Gallo, formalizza l’arresto per porto illegale di armi, aggravato dal fatto che il fucile è stato portato in una scuola.
Dal terzo piano, lo studente armato può fare fino a trenta vittime, ma può raggiungere anche i passanti in strada, diretti ai vicini uffici comunali. Poi sparisce e ricompare da un’altra finestra al primo piano, mentre l’atrio è ormai un vortice di ragazzini in fuga verso qualunque riparo. «C’è uno con il fucile — si gridano l’un l’altro — State lontani dalle finestre ». I carabinieri lo trovano al primo piano, ma senza l’arma. «L’ho nascosta in un’aula» dice ai militari della compagnia di Desenzano, guidati dal capitano Fabrizio Massimi. Trasferito subito in caserma, ripete al pm, che formalizza l’arresto, sempre la stessa frase. «La gente comune è egoista, è insensibile...».
Dalla festa ai quindici minuti di panico, la mattinata al liceo Bagatta scivola in un enorme sospiro di sollievo collettivo. «Poteva sparare e far male, aveva trenta colpi, poteva colpire chiunque » dice alla fine un investigatore. «Quando mi hanno detto quello che stava succedendo — ricostruisce il direttore scolastico Francesco Mulas — ho attivato immediatamente le misure di sicurezza, l’allarme antincendio e l’evacuazione della scuola. Per fortuna la situazione è tornata subito sotto controllo, siamo stati bravi a evitare conseguenze». Sullo studente, il preside spiega che «è un ragazzo come tanti, con una famiglia normale, con la sua storia e i suoi interessi». Lo scorso anno era stato bocciato, ma quest’anno il suo rendimento era nella norma. Eppure nei corridoi, alcuni docenti parlano di un «ragazzo che è sempre stato problematico, non aiutato dai genitori che lo difendono anche quando i professori segnalavano difficoltà di apprendimento».
Le indagini, proseguite senza sosta fino a tarda sera, hanno aggiunto altri elementi utili per ricostruire la personalità del giovane. Appassionato di armi, amante del Trash metal,
una musica che richiama il rock più frenetico ed estremo, sempre vestito con la mimetica, lo scorso anno nella prova scritta del test Invalsi, aveva consegnato un tema pieno di idee surreali, frasi indecifrabili, persino qualche svastica. Gli investigatori hanno perquisito la casa della famiglia e sequestrato il computer del giovane. E sperano di trovare nella memoria del pc un movente più concreto dell’odio indefinito verso il resto del mondo.