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 2013  giugno 07 Venerdì calendario

RENZI IN 746 "TITULI": UNO, NESSUNO E CENTOMILA

L’ultimo è di ieri mattina. “Renzi: segretario e sindaco non sono ruoli incompatibili”, titola il Corriere della Sera un’intervista in cui il sindaco di Firenze dice che la sua candidatura al congresso “dipende dal Pd”. L’ennesima sfumatura, l’ennesimo passetto (ma anche no) verso la segreteria. L’ennesimo tormentone mediatico. Negli ultimi mesi Matteo Renzi ha detto tutto e il contrario di tutto. Rottamatore, alleato fedele, possibile premier per le larghe intese, futuribile premier contro le larghe intese, un po’ grillino, ma soprattutto anti grillino, uomo fuori dall’apparato, dirigente di partito: ogni giorno è una dichiarazione, una trasmissione tv, un’intervista. Ogni giorno un’attesa, un annuncio, una possibilità. E i giornali scrivono, raccontano, titolano. Dal primo gennaio a ieri nella Rassegna Stampa della Camera i titoli selezionati su Renzi erano ben 746. Ecco qui una selezione di quello che ha detto
Il bravo ragazzo e la tregua (armata) con Bersani
“Vedo troppa gente fuggire col pallone, io non sono fatto così” (L’Unità 4 gennaio).
“Non mi consolo e non mi accontento. Ci riproverò. Nella sconfitta voglio essere dignitoso e corretto” (Repubblica, 8 gennaio)
“Occhio: i sogni di sottosegretariato sono legittimi, ma prima bisogna vincere” (Repubblica, 18 gennaio)
“Meglio dirci prima le cose, ricordiamoci che i finti unanismi hanno fatto sì che per due volte Prodi sia andato a casa” (Repubblica, 2 febbraio)
“Uno che nell’ultima settimana di campagna si preoccupa della segreteria è da ricovero. E poi sono convinto che non sia un ruolo adatto a me” (Corriere della sera, 17 febbraio)
Dopo il voto: tutti lo cercano, lui fa il prezioso
“In campo ora? Un’avventura inaccettabile” (L’Unità, 27 febbraio)
“Non partecipo ai caminetti” (Repubblica, 27 febbraio)
“Ho perso le primarie, adesso faccio il sindaco. Capisco i rimpianti, ma preferisco vivere di progetti” (Il Messaggero, 2 marzo)
“Nello zoo del Pd ci sono già troppi tacchini sui tetti e troppi giaguari da smacchiare per permettersi gli sciacalli del giorno dopo” (Corriere, 2 marzo)
“In direzione ci sono stato. Ma volevano che mi sorbissi anche l’intera liturgia degli interventi” (La Repubblica, 7 marzo)
Il Matteo furioso: punta subito a Palazzo Chigi
“Basta inciuci, meglio le elezioni” (La Stampa, 10 marzo)
“No a scambi di poltrone con Grillo” (Repubblica, 10 marzo) “Non voglio boicottare Bersani” (Repubblica, 13 marzo)
“Sono leale a Bersani, ma se si vota corro da premier” (Il Messaggero, 14 marzo)
“Io sono pronto. Se si vota mi candido” (L’Espresso, 21 marzo ) “Ora è difficile non parlare a Berlusconi” (Repubblica, 23 marzo) “Stiamo perdendo tempo” (La Stampa, 4 aprile) “Bersani si è fatto umiliare da quegli arroganti di M5S. Ora patto con il Pdl o urne” (4 aprile, Corriere) “Troppo tempo perso, meglio votare. Pronto a correre per le primarie” (Repubblica, 4 aprile
Le grandi manovre intorno al Colle
“Bersani punti più all’Italia e meno a me e a sè” (12 aprile, Sole 24 ore) “Il profilo per il Colle? Marini è stato bocciato dagli elettori in Abruzzo, la Finocchiaro la ricordiamo per la spesa all’Ikea” (Corriere, 15 aprile) “Marini dispetto all’Italia, Pierluigi lavora solo per sè” (Repubblica, 18 aprile) “Bersani si dimetta. Non voglio ereditare solo macerie” (Corriere, 20 aprile) “A me non cambia niente, uno, due, tre anni. Ho tempo” (La Stampa, 21 aprile) “Candidarmi? Vedremo”(Repubblica, 21 aprile)
La partita a scacchi per l’incarico
“Il governo deve durare il meno possibile, ma dobbiamo metterci la faccia, dire cosa va fatto” (Repubblica, 22 aprile) “A noi il premier delle larghe intese” (Il Giornale, 23 aprile) “È Berlusconi che non mi ha voluto a Palazzo Chigi, ha avuto paura” (Il Corriere, 24 aprile) “Io al partito fino al voto” (Repubblica, 25 aprile)
Mi si nota di più se faccio il segretario o se non lo faccio?
“A questo giro non corro da segretario” (Il Messaggero, 4 maggio) “Io sarò leale con Letta, ma è premier grazie a una scorciatoia” (Repubblica, 4 maggio) “Meglio avere le mani libere” (Corriere, 6 maggio) “Il governo Letta può durare fino al 2016” (Repubblica, 20 maggio) “Non faccio il segretario andrei in collisione con Letta” (Sole 24 ore, 21 maggio) “Il governo non può pensare a vivacchiare” (Corriere, 22 maggio) “Se il Pd ha capito di voler vincere mi candido alla segreteria” (Il Giornale, 2 giugno) “Non tramo, ma non tremo. Se vogliono farmi la guerra lo dicano” (La Stampa, 5 giugno) “Se mi attaccano mi candido davvero” (Repubblica, 5 giugno).