Marco Dolcetta, il Fatto Quotidiano 7/6/2013, 7 giugno 2013
PRESIDENZIALISMO UN’IDEA MIA NAPOLITANO E LETTA VINCERANNO
"Ho scritto lo Schema di massima per un risanamento generale del Paese, detto anche Schema R nell’agosto 1975 insieme a Randolfo Pacciardi. Il piano di Rinascita, invece, lo abbiamo elaborato insieme nell’inverno del 1976”.
Chi parla è Licio Gelli ricordando come l’allora presidente Giovanni Leone gli avesse personalmente commissionato questo piano che prevedeva fra le varie voci un abbozzo di repubblica presidenziale molto simile a quello che, in questi giorni, sembrerebbe prendere forma in Italia.
“Già nel 1975 da certe carte che ho visto anni fa, Napolitano insieme a Arrigo Boldrini e ad altri, preparò un piano insurrezionale di stampo comunista che aveva poco a che fare con il sistema democratico che suscitò l’allora presidente Giovanni Leone, che ne era a conoscenza. Al piano di insurrezione, venne da me creato un contro piano, per opporsi al desiderio di insurrezione che maturò in Italia. Nel 1971 Leone ebbe una mano da parte della P2 che fu da me nobilitata a livello di elettori per eleggerlo, in tutti i partiti e divenne così presidente della Repubblica. Ebbe inizialmente una forma di riconoscenza nei mie confronti, poi dopo avergli presentato, come da sua richiesta il Piano R, ebbe un ripensamento e non volle più ricevermi”.
Risulta che subito dopo questo avvenimento Camilla Cederna fu spesso vista a Villa Wanda e sappiamo dopo cosa accadde a Leone e alla sua famiglia...
“Il Piano R consiste, fra l’altro, nella revisione della Costituzione del ’48 per trasformare l’Italia da repubblica parlamentare in repubblica presidenziale; si prevede quindi la proclamazione di uno stato di “armistizio sociale” per un periodo non inferiore ai due anni”.
È esattamente quello che dice oggi Berlusconi quando lui parla di fine di guerra civile fra i partiti e di necessaria militarizzazione delle periferie urbane. Gelli: “Nomina e insediamento di un ‘Comitato di coordinamento’ composto da non più di 11 membri, che dovrà avere pieni poteri per poter procedere al riesame di tutta la legislazione in vigore”.
Come non ricordare il Comitato dei saggi di Napolitano e quello nuovo del primo Ministro Enrico Letta.
CONTINUA: “Fra le altre cose da fare il ripristino dell’autorità del prefetto. Il ripristino del fermo di polizia, revisione e restrizione dei poteri della Corte costituzionale, l’impiego dell’esercito in operazioni di ordine pubblico, limitazione generalizzata del diritto di sciopero, riduzione del numero di quotidiani, settimanali e periodici, cosa che avviene anche per la crisi della pubblicità, fra l’altro, si prevede anche l’abolizione della prostituzione nei luoghi pubblici”.
Forse quest’ultimo provvedimento sarà di più difficile applicazione. Gelli procede dicendo, che “è necessaria più che mai oggi, procedere nella suddivisione dei poteri della giustizia, dividendo le pertinenze fra Gip e Pm e insite anche nel dover annualmente ed obbligatoriamente sottoporre anche a perizia psichica, così come si fa oggi per i piloti di aerei, così da prevenire casi di schizofrenia che secondo lui sono frequenti con ingenti danni per il cittadino inerme che cade in situazioni non controllabili e non bilanciate, visto che la suddivisione dei poteri giudiziari oggi non esiste”.
Gelli termina così: “Già dai tempi di Craxi, in cui fra Craxi e Napolitano esisteva un concreto asse di solidarietà, si tendeva in maniera mascherata a creare i presupposti di una repubblica presidenziale. Napolitano ci ha riprovato con Monti nei tempi dell’imposizione dell’incauto tecnocrate alla presidenza del Consiglio, dopo averlo fatto senatore a vita in pochi minuti e dopo averlo in parte sponsorizzato nella suicida campagna elettorale dello scorso inverno. Oggi l’asse che pare vincente ha un solo cognome: Letta, magnificamente trasversale”.