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 2013  giugno 05 Mercoledì calendario

PDL A UN PASSO DALLA RIVOLTA

Concorso morale in concorso esterno per il reato di violazione di segreto istruttorio commesso, forse, dal fratello Paolo. Ditemi voi se non sono surreali le motivazioni della condanna di primo grado inflit­ta a Silvio Berlusconi per il caso Unipol, cioè la pubblicazione su questo Giornale dell’inter­cettazione, coperta dal segre­to, in cui Fassino annuncia che il suo partito sta partecipando segretamente alla scalata della banca Bnl. Secondo i magistra­ti di Milano Silvio Berlusconi, che non è editore del Giornale e quindi penalmente non responsabile dei casini che com­biniamo, va punito per non es­sersi opposto (a che titolo?) a uno scoop (di cui non conosce­va esattamente i contenuti) pubblicato dal Giornale del fra­tello che metteva in cattiva luce suoi avversari politici. In prati­ca è condannato in quanto fra­tello di Paolo Berlusconi, il qua­le, per inciso, ha fatto solo il suo lavoro, cioè (come tutti gli edi­tori) informare i suoi giornali­sti di una notizia di reato della quale era venuto a conoscenza.
Siamo cioè al capovolgimen­to del diritto, allo sfregio, alla provocazione bella e buona. Ancora con ’sta giustizia, direte voi. Già, ancora ’sta ingiusti­zia, rispondiamo. E il motivo è semplice. Goccia dopo goccia, sentenza dopo sentenza, si av­vicina - è questione di due settimane - il momento del colpo fi­nale per togliere dalla vita poli­tica Silvio Berlusconi. E se anco­ra non è chiaro a tutti, l’immediata conseguenza sarà la mor­te del Pdl, oggi primo partito nelle intenzioni di voto degli ita­liani.
«Non poteva non sapere» (ca­so diritti Mediaset), «è ovvio che sapesse» (caso Ruby), «concorso morale in concorso ester­no» (caso Unipol). Ma vi sem­brano accuse e sentenze normali? Dove sono i reati, le pro­ve, dov’è la giustizia che deve colpire «al di là di ogni ragione­vole dubbio» come recitano i sa­cri testi del diritto? E dove sono gli organi di contrappeso allo strapotere delle toghe, dalla Corte suprema al capo dello Stato? Non so voi, ma noi non ci staremo a vedere annientata in questo modo baro e barbaro la nostra rappresentanza politi­ca. E mi auguro che nel Pdl scat­ti la stessa tensione, perché me­glio un giorno da leoni che mil­le da servi della sinistra.