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 2013  giugno 04 Martedì calendario

ARMI HI TECH MA NON LETALI ECCO IL POLIZIOTTO DEL FUTURO

Ci son la pistola al pepe e il laser ab­bagliante. Il proiettile al Dna e il robot volante. Benvenuti nell’ar­senale del futuro, quello hi-tech sul qua­le le società specializzate stanno inve­stendo parecchio, certe di quanto il mercato della pubblica sicurezza mon­diale sia pronto ad accogliere le novità ad alta precisione. Devono colpire ma non uccidere. Ec­co perché gli esperti le chiamano «armi non letali» e i responsabili delle forze dell’ordine parlano di «strumenti di for­za intermedia». Sono i nuovi, supertecnologici mezzi già in mano ad alcune polizie e che stanno diventando merce sempre più ghiotta per le forze dell’ordine del resto del mondo. D’altra parte le esigenze della polizia si fanno sempre più pretenziose quanto i mezzi sofisti­cati che ora le società del settore riesco­no a produrre. Entrambi si muovono per un obiettivo comune: evitare il più possibile il corpo a corpo - nel quale spesso gli agenti stessi finiscono per ri­manere feriti - e, ancora più importan­te, cercare di non mietere vittime, cioè di non colpire a morte il delinquente o l’aggressore di turno, ma di limitarsi a garantirlo alla giustizia. È una strada che - raccontava ieri Le Figaro - stanno intraprendendo i gendarmi francesi, una terza via tra i bobby britannici, quasi disarmati, e i poliziotti americani ar­mati fino ai denti. I numeri raccontano questa metamorfosi: la pistola a impulso elettrico Taser non è mai stata usata così tanto dalle forze effettive francesi ­dicono i dati del Difensore dei diritti Do­minique Baudis - almeno 970 volte dal­le unità «in situazione operativa», che hanno tra l’altro sparato oltre 2600 col­pi di flash-ball e lanciatori di proiettili, entrambi dotati di proiettili di gomma che assestano un ko come quello provocato da un pugile.
A chi muove critiche sugli inevitabili danni collaterali, i produttori replicano anche loro sfoderando altri numeri: «Il numero dei feriti colpiti da Flash Ball (la pistola che spara proiettili di gomma) è di una dozzina in tutto in quindici anni». In sostanza «si tratta di un’arma su­bletale conce­pita per stoppare l’aggres­sore senza metterne in pericolo la vita». E di armi di questo genere il mercato ne offre ormai davvero tante. Avveniristi­che, come il proiettile SelectaDNA Hi­gh Velocity, che marca a distanza gli in­dividui con Dna sintetico. I manifestan­ti violenti vengono cosparsi di un pro­dotto che permette poi l’identificazio­ne dell’aggressore ai raggi ultravioletti. Poi c’è il laser abbagliante, che con la sua luce verde può colpire fino a due chi­lometri e mezzo di distanza. E la pistola al pepe, che può colpire fino a cinque metri di distanza e provocare irritazio­ne della vista e della respirazione. «Affi­dabili e polivalenti, utilizzabili di gior­no come di notte, sotto un sole di piom­bo come sotto un freddo glaciale, que­sti­ mezzi generici devono avere una durata di vita che va dai cinque ai dieci an­ni», spiega il generale Philippe Leriche, numero due della gendarmeria nazio­nale che si occupa di equipaggiamento e logistica. Altro che manganelli.