Cristoforo Spinella, il Venerdì 7/6/2013, 7 giugno 2013
L’ULTIMA CROCIATA DI ERDOGAN: VADE RETRO ALCOL, C’È LO YOGURT
Ci sono voluti un infuocato dibattito parlamentare durato 17 ore e un voto all’alba, ma alla fine la maggioranza del premier Recep Tayyip Erdogan è riuscita ad approvare la nuova, severissima legge che limita la diffusione di bevande alcoliche in Turchia. D’ora in poi, dalle 22 alle 6 non si potranno più acquistare in negozi e drogherie, che normalmente restano aperti fino a tarda notte. Un divieto che diventa assoluto in autogrill e stadi, campus universitari e pasticcerie, e in qualunque nuovo locale che si trovi a meno di 100 metri da scuole e moschee.
Non solo: sarà anche impedita qualsiasi campagna promozionale del consumo di alcol, che verrà bandito pure da serie tv, film e video musicali. Insomma, niente più birre a sponsorizzare eventi sportivi né immagini di attori che bevono nelle fiction, pena una multa che può sfiorare i 100 mila euro. E poi, obbligo di avvertenze sulla pericolosità impresse sulle bottiglie, come per le sigarette. Una stretta che il governo ha giustificato con l’esigenza di tutelare la salute: «Non vogliamo una generazione devastata che beve giorno e notte, e stiamo prendendo provvedimenti in questo senso. Uno Stato deve proteggere i cittadini dalle cattive abitudini» ha spiegato Erdogan, che in passato aveva espresso la volontà di «formare una gioventù religiosa».
Per molti, è l’ultimo passo di un percorso di islamizzazione non più solo strisciante del Paese. A protestare è la componente laica, che lancia l’allarme sull’imposizione di uno stile di vita conservatore, ma ovviamente anche i produttori di alcolici, che denunciano il danno d’immagine. Come il colosso britannico Diageo che due anni fa acquistò per oltre due miliardi di dollari la Mey Içki, compagnia turca che commercializza la più diffusa marca di raki, l’acquavite aromatizzata all’anice considerata la bevanda-simbolo della Turchia, che ora il premier vuole sostituire con il più sobrio ayran, yogurt salato diluito con acqua.
Del resto, questa battaglia è stata una costante del decennio al potere di Erdogan, che già aveva introdotto una tassa speciale su alcol e tabacchi di oltre il 60 per cento. E le polemiche sembrano appena all’inizio, almeno a sentire il deputato Cevdet Erdöl, capo del team medico del premier, che già annuncia nuovi divieti in parchi e spiagge: «Più c’è alcol, più ci sono crimini. Il paragone non è perfettamente adeguato, ma bere è come portare una pistola».