Elena Bonanni, l’Espresso 7/6/2013, 7 giugno 2013
IN TV COL MANDARINO
Più di 15 anni fa Alessandro Giglio realizzava in Italia il nonno dei reality, "Carramba che Sorpresa". Oggi esporta a Pechino la fiction torinese "CentoVetrine". E molto altro: moda, arte, cibo, viaggi e sport, tutto made in Italy, attraverso tre canali tematici e un accordo pionieristico con il colosso statale cinese Cibn (China International Broadcasting network). Si tratta di contenuti italiani (prodotti da lui e da diversi partner, come Delta Tv programs e Lt Multimedia) doppiati o sottotitolati in mandarino e trasmessi dal prossimo luglio sulla piattaforma multimediale di Cibn. Perché, assicura l’imprenditore genovese, «c’è molta meno distanza culturale tra un italiano e un cinese che tra un italiano e un tedesco».
Sarà anche un giudizio di parte il suo (ha moglie cinese e figlio di tre anni italo-cinese) ma Giglio, 48 anni, è il primo, e l’unico, imprenditore italiano dell’audiovisivo a tentare la scommessa cinese. A Pechino, dove si sono già avventurate le americane Mtv e Discovery, l’audioviosivo italiano è sostanzialmente assente. «La tv italiana non ha fatto mai nessuna riflessione seria sul mercato cinese», rileva Giglio che, con laurea (magistrale) in Scienze dello spettacolo e produzioni multimediali, master alla Luiss in Management e un corso di specializzazione a New York, ha passato gli ultimi 15 anni a progettare spettacoli teatrali e televisivi creando una galassia editoriale globale (tra cui anche la Giglio Group, fondata nel 2003 e partecipata anche da Dada.net del gruppo Buongiorno/Ntt Docomo). Il mercato cinese lo presidia dal 2004, quando ha organizzato l’evento inaugurale del primo Gran Premio di Formula 1 a Shanghai, un viaggio virtuale in Italia trasmesso a oltre 500 milioni di asiatici. Da allora la Cina è un pallino. Con diversi tentativi finiti su un binario morto.
Per un editore straniero fare breccia è impresa impervia: deve avere un partner cinese dotato di licenza che è sempre in mano allo Stato. «La mia è stata una scommessa sul cambiamento cinese, più un po’ di testardaggine, intuito e fortuna. Ero nel posto giusto al momento giusto», spiega. Il punto di svolta è arrivato lo scorso autunno, con il cambiamento ai vertici del Partito comunista cinese e la maggiore apertura a partner stranieri. Oggi è l’ unico editore televisivo italiano autorizzato a trasmettere e il primo anche tra gli stranieri ad aver raggiunto un accordo per la costruzione di una proposta editoriale tematica di tipo occidentale e di e-commerce. Una scommessa da 150 milioni di decoder e 17 milioni di abbonati già in pancia a Cibn. E un investimento (insieme ai cinesi) da 30 milioni di euro per un imprenditore che con la sua galassia editoriale ne fattura altrettanti (nel 2012). Il lasciapassare per Pechino? Con l’avvento del digitale il gruppo di Giglio si è trasformato da produttore di contenuti in editore televisivo, scegliendo la strada dell’innovazione e dei canali monotematici meno presidiati: dal primo canale digitale completamente interattivo, Music Box (il pubblico sceglie cosa vedere), a Play.me, la prima tv italiana visibile in simultanea streaming su Facebook, ai canali Yacht & Sail, Acqua e Nautica Channel. Per 15 milioni di spettatori in 35 Paesi e quattro continenti. Perché, spiega, «la tv solo nazionale ha poche possibilità di sopravvivere e creare un canale tematico presente in vari Paesi è un modello necessario. Con il dimezzamento della pubblicità in tre anni e canali raddoppiati l’editoria italiana sta facendo la fine del topo in gabbia». Ora si prepara a dividersi tra la sua residenza genovese, Palazzo della Meridiana, Patrimonio Unesco, e Shanghai, dove ama andare in giro per mercatini di antiquariato. E se il business principale è trovare abbonati (e pubblicità), si immagina come un novello Matteo Ricci, il gesuita pioniere delle missioni cattoliche in Cina (nel 1500). Perché alla fine non è solo tv. Ma anche un nuovo ponte tra il made in Italy e Pechino: i prodotti pubblicitari potranno essere acquistati direttamente con un click da telecomando, smartphone o iPad.