Paolo M. Alfieri, Avvenire 7/6/2013, 7 giugno 2013
USA, DAL 2001 LA STRETTA PATRIOTTICA
Le agenzie di intelligence e la politica da una parte, le associazioni per i diritti civili dall’altra, in mezzo un’opinione pubblica che da sempre si dibatte tra sicurezza e diritto alla privacy.
Il tutto regolato da una legislazione che negli anni è mutata diverse volte, ma che ha tra i suoi punti fondamentali il Foreign Intelligence Surveillance Act del 1978 e, più recente, il Patriot Act del 2001.
Negli Stati Uniti l’ultimo scandalo legato alle utenze sorvegliate fa rumore, ma non è certo la prima volta che ci si trova davanti a uno scenario del genere. La legge sulla «sorveglianza » del 1978 stabilisce le misure che regolano la sorveglianza a protezione della sicurezza nazionale, consentendo al governo di ottenere in segreto «materiale tangibile» come i dati sulla clientela di un determinato negozio e molto altro. È stato però soprattutto sulla scia degli attacchi dell’11 settembre che le maglie della legge sono state allargate: in nome dell’antiterrorismo, il Patriot Act voluto da George W. Bush ha consentito sempre più intercettazioni e controlli, estesi anche al Web. Alcune norme – come quelle che consentivano all’Fbi di intercettare i sospetti terroristi senza autorizzazione del giudice o sorvegliare obiettivi non connessi a organizzazioni terroristiche – sono state poi negli anni bocciate dalla magistratura. Nel 2005 si scoprì che la National Security Agency (Nsa) aveva intercettato dal 2002 migliaia di telefoni ed email negli Usa, sulla base di un ordine segreto firmato dallo stesso Bush: l’unico limite era stato quello di non poter intercettare telefonate interamente sul suolo americano. Gli agenti avevano però potuto tenere sotto controllo telefoni che risultavano in collegamento con l’estero.
A più riprese polemiche negli Usa sono scoppiate anche a proposito di Echelon, il «grande orecchio» elettronico che gestisce segnali di intelligence per conto di cinque Paesi, tra cui gli stessi Stati Uniti. Potenzialmente sono sottoposte a sorveglianza tutte le comunicazioni tra le persone tra uno Stato e l’altro. In passato, peraltro, si è sospettato che il sistema possa essere stato utilizzato anche per scopi illeciti, come lo spionaggio industriale, a favore dei Paesi che controllano Echelon, a discapito delle aziende di altri Paesi, anche se a loro volta aderenti alla Nato.