Angelica Ratti, ItaliaOggi 7/6/2013, 7 giugno 2013
IN ARGENTINA CACCIA AI DOLLARI
In Argentina il dollaro è tornato ad essere una moneta rifugio. L’inflazione galoppa al tasso del 25% l’anno (anche se per il governo l’indice ufficiale è il 10%) tanto che nel Paese si sta diffondendo una certa inquietudine e preoccupazione. Così, si stanno moltiplicando i cambi a nero tra i pesos argentini e i dollari, valutati il doppio del valore ufficiale di cambio: si pagano 10 pesos per un biglietto verde.
Da gennaio la moneta americana è cresciuta del 40% sul mercato argentino anche per effetto delle restrizioni imposte dal governo, a partire dal 2011, all’acquisto della divisa Usa, e delle altre monete estere. Cambi con il contagocce anche in caso di vacanze oltreconfine. Con questo provvedimento il governo cerca di limitare la fuga di capitali per equilibrare il livello delle riserve di cambio della banca centrale che hanno raggiunto il livello più basso da sei anni a questa parte.
Gli argentini hanno perso fiducia nella propria moneta. Temono una svalutazione del pesos che penalizzerà il loro potere d’acquisto. E per questo, di colpo, il dollaro è ridiventato un valore rifugio. I botteghini clandestini di cambio a nero stanno proliferando nelle città che approfittano della crescita continua di valore del biglietto verde in Argentina. Un fenomeno che la presidente Cristina Kirchner minimizza, attribuendo all’opposizione la volontà di accentuare la gravità della situazione con l’intento di creare un clima di instabilità nel Paese. Gli esperti prevedono un impatto pesante della crescita del valore del dollaro sulle attività e gli investimenti. Il mercato immobiliare è già paralizzato.