Luca De Carolis, il Fatto Quotidiano 5/6/2013, 5 giugno 2013
ALEMANNO E QUELLA FOTO CON IL BOSS CASAMONICA
Il giorno più lungo di Gianni Alemanno, segnato da una brutta contestazione nel quartiere Garbatella, davanti al bar dei Cesaroni, e dal giallo su una foto. Un’immagine datata 2011, rilanciata su Facebook dal blog Roma fa schifo, che ritrae il sindaco assieme a Luciano Casamonica: membro di spicco di un clan rom finito in decine di inchieste, arrestato nel 2009 per spaccio nella sua lussuosa villa del Quadraro assieme alla moglie e altre 15 persone. Colpisce, vederlo accanto al sindaco di Roma, che da giorni attacca il centrosinistra sull’emergenza nomadi.
Impressiona, la foto: ad occhio, scattata in un ristorante. Casamonica l’ha postata una prima volta nel febbraio 2011, e l’ha ripubblicata nel settembre 2012. A lanciarla è stato il profilo Facebook di Roma fa schifo, un blog sul degrado della capitale attivo dal 2007. Il fondatore, Massimiliano Tonelli: “Ci siamo imbattuti nella foto per caso. Era sul profilo pubblico di Casamonica, caricata con il cellulare, e oggi alle 17 (ieri, ndr) l’abbiamo ripresa. Se è autentica? A me pare proprio di sì, ma la sicurezza al 100 per cento non ce l’ho”. Reazioni? “In due ore l’hanno visualizzata in 20 mila. Ma a livello ufficiale non ci ha chiamato nessuno”. In serata il Fatto ha sentito lo staff di Alemanno, ricevendo questa risposta: “Non sappiamo che dire, la foto risale ad anni fa e non è circostanziata. Per quanto ci riguarda, potrebbe essere anche un fotomontaggio”.
LA CERTEZZA è che, alle 20.30 di ieri, la foto era sparita dal profilo di Casamonica. Un cognome che a Roma evoca un clan compatto come una falange. Accusato di gestire spaccio ed estorsione in molte zone di Roma, da ville disseminate di rubinetti d’oro, protette con sofisticati sistemi di allarme e decine di vedette. C’era lusso a profusione anche nella villa di Luciano Casamonica e della moglie, in via Casilina. “Una centrale dello spaccio”, dissero gli inquirenti, dopo il blitz del 22 maggio 2009 nella dimora del 56enne. Dentro l’abitazione, avrebbero trovato 42 chili di droga. Tutta comprata dal Sud America, con il provento di rapine e furti di una vera e propria banda. Secondo la procura, il boss era proprio Casamonica, forte anche di stretti legami con cosche calabresi. Attualmente l’uomo è sotto processo. Al di là della foto, quella di ieri è stata davvero una giornata infinita per Alemanno. Iniziata proprio con il mancato trasferimento di rom da un’ex cartiera in via Salaria, nel Terzo Municipio (Roma nord), a una struttura a Torre Maura. Secondo il blog Roma Post, i bus su cui far salire i nomadi sono arrivati davanti alla cartiera attorno alle 10. Ma nel frattempo a Torre Maura è scoppiata la protesta dei residenti. E alla fine i bus sono ripartiti vuoti, per l’ira del presidente del Terzo Municipio, Cristiano Bonelli, (Pdl). Sempre a Roma nord sono apparsi manifesti contro Ignazio Marino e il candidato municipale del centrosinistra, Paolo Marchionne. “Lenzuoli” non firmati, con foto di madonnine infrante e animali sottoposti a esperimenti, e l’invito a non votare “vivisezionisti e anticattolici”. Marchionne ha annunciato querela. Nel pomeriggio, Alemanno è apparso nel quartiere “rosso” della Garbatella, per un giro elettorale.
UN GRUPPO l’ha “accolto” lanciando lattine vuote e bottiglie di plastica contro la sua auto e i suoi accompagnatori. “Fuori i fascisti, non ti vogliamo qui”, urlavano. È dovuta intervenire la polizia, per evitare guai peggiori. Alemanno ha provato a rispondere: “Pensate di intimorirmi con questa buffonata?”. Poi ha ripreso il suo giro tra i negozianti. Arrivato davanti al bar dei Cesaroni, si è preso altri insulti. Il sindaco è ripartito tra le urla “Roma libera”. In serata, l’accusa del comitato Alemanno: “Tra gli aggressori c’erano anche esponenti e un eletto di Sel”. Nel giorno difficile di Alemanno, in cui il primo cittadino ha attaccato nuovamente Marino perché vuole istituire il registro delle coppie di fatto, manca ancora la conferma di uno spot di sostegno da parte di Silvio Berlusconi, pure annunciato (ufficiosamente) e atteso da Alemanno. Ma Berlusconi è lontanissimo da un candidato che non sente suo.