Chiara Daina, il Fatto Quotidiano 4/6/2013, 4 giugno 2013
CABINE 2.0, PIANGE IL TELEFONO
La cabina telefonica pubblica è un pezzo da museo ma quella in versione 2.0 resta ancora un sogno. Almeno in Italia. La cabina intelligente è dotata di uno schermo touchscreen che consente ai cittadini di navigare su internet, inviare mail e sms, avere informazioni su trasporti, ristoranti ed eventi. E poi c’è la classica cornetta con cui, magari, telefonare. Funziona con le monetine o con tessere magnetiche e carte di credito. Semplifica la vita ai pedoni e a tutti quelli che restano con il cellulare scarico fuori casa. Quella che Telecom Italia ha inaugurato lo scorso anno a Torino sembra essere arrivata dallo spazio per tutte le funzioni incredibili che offre.
UN HUB MULTIMEDIALE a forma di arco con due lati aperti e pannelli fotovoltaici sul tetto. La dimensione è simile alle cabine di una volta. Ha due touchscreen, uno esterno per lo spazio pubblicitario e l’altro interno per accedere ai vari servizi a pagamento: leggere i giornali online, cercare annunci di camere in affitto, scambio di libri e ripetizioni o ricaricare la batteria del telefonino. A disposizione anche tour virtuali tra i monumenti del centro storico e cavi per alimentare la bici o l’auto elettrica. Di più. La cabina si trasforma in un hot spot wifi e ha perfino l’accesso ai social network, Facebook e Twitter.
ERA IL 2 APRILE quando il sindaco Piero Fassino faceva gli onori di casa alla prima cabina telefonica hi tech in Italia. Un progetto di Telecom in collaborazione con l’azienda torinese Ubi Connected. Nel giro di un anno ne avrebbero aggiunte altre in diverse città italiane. La tappa successiva doveva essere Catania. Era già tutto in agenda, bastava partire. E invece quella di Torino, dopo oltre 365 giorni, rimane l’unico miracolo e forse l’ultimo. Il motivo? Problemi tecnici, rispondono dall’azienda. Quali, però, non è dato saperli. La cabina è ancora al suo posto, in Piazzale Duca d’Aosta, davanti all’ingresso del Politecnico. Telecom un mese prima, cioè a marzo 2012, aveva indetto un concorso per accogliere le idee più creative sulle cabine intelligenti del futuro. È andato in fumo pure quello. L’azienda di telecomunicazioni ha quindi contattato i partecipanti per comunicargli che non se ne sarebbe più fatto niente. Il miracolo di Torino era solo un prototipo, certo. Ma intorno erano nate parecchie aspettative. Articoli di giornale e comunicati stampa annunciavano la rivoluzione vicina. Nel frattempo il Comune di Torino chiede a Telecom lo stato di avanzamento dei lavori. Nisba.
TRA L’ALTRO, LA CITTÀ è una delle candidate per l’acquisizione del titolo “smart city”, città intelligente, appunto. Per questo punta sull’evoluzione tecnologica ed ecosostenibile dell’arredo urbano. E oggi non vorrebbe fare una brutta figura. E pensare che in Germania di cabine 2.0 se ne trovano in ogni angolo: alla fermata dell’autobus o dentro i piccoli market. Non si può certo fare un paragone con quanto avviene in Italia, dove di cabine telefoniche “vecchio stile” se ne contano ancora 90 mila. A fronte di queste cifre, il numero di telefonate al giorno è ridicolo: due o tre. Ancora di più se confrontato ai costi di manutenzione, piuttosto alti. L’addio alle cabine telefoniche tradizionali non sembra essere imminente, e la sostituzione con le nuove postazioni 2.0 resta solo sulla carta. Incrociamo le dita.