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 2013  giugno 05 Mercoledì calendario

CLEMENTI, IL SAGGIO PIU’ GIOVANE: AMATO E’ IL MIO MAESTRO — «È

molto felice e molto onorato» Francesco Clementi, 38 anni, sposato, tre figli, docente di Diritto pubblico comparato all’Università di Perugia, chiamato a far parte del Comitato dei 35 professori che dovranno mettere mano alle riforme istituzionali. Nel pomeriggio ha partecipato nella Sala della Regina di Montecitorio, alla presentazione del libro «Lo Strano Caso di Fini e il suo doppio nell’Italia che cambia» di Paolo Armaroli, e lì ha incontrato altri «nominandi». C’erano Giuseppe De Vergottini, Augusto Barbera, Stefano Ceccanti, Ginevra Cerrina Feroni. Ma è lui, Clementi, la novità tra i saggi. Innanzitutto è il più giovane, e in una materia come quella del diritto costituzionale, non guasta. Poi è vicino a Matteo Renzi di cui ha curato il programma istituzionale presentato alle primarie del Pd. È così? «Sì, certo». Di Renzi è stato anche testimonial al pre dibattito tra i candidati al Tg di Sky. È giovane, ma ha maestri di lungo corso. Chi è stato il suo maestro? «Tanti». Ci dica almeno un nome: «Giuliano Amato». E con Amato ha scritto, l’anno scorso, un libro che si dimostra proprio alla bisogna in questo momento: «Forme di Stato e forme di governo», per l’editore «Il Mulino». Otto anni fa aveva messo mano ai «Profili ricostruttivi della forma di governo primo-ministeriale tra elezione diretta ed indiretta», in sostanza come eleggere il premier. Il gergo tecnico con il tempo si è sciolto grazie ad una notevole attività di pubblicista e commentatore: dal Sole 24 ore a Il Foglio, da Europa al Riformista finché è rimasto in edicola. In mezzo ha studiato un caso di scuola, la forma di governo dello Stato più piccolo del mondo, «la Città del Vaticano» («È uno studio approfondito e molto particolare»). Per lui le riforme hanno, dice, «un prius». Che cosa? «La riforma del bicameralismo perfetto: una sola Camera "politica" che dà la fiducia al governo e l’altra invece, il Senato, che rappresenti la forma dello Stato come voluta dall’articolo 114 della Costituzione, cioè lo Stato delle autonomie, articolato in Comuni, Provincie, Regioni». Questo porterà ad una cura dimagrante relativamente al numero di deputati e senatori e «permetterà la funzionalità della macchina istituzionale», visto che è la seconda parte della Costituzione che risente degli acciacchi del tempo. «Solo con il superamento del bicameralismo ha un senso vero il cambiamento della forma di governo per ricostruire il rapporto tra politica e cittadini». La ricetta di Clementi è «il semipresidenzialismo alla francese, con un adeguato sistema elettorale». È l’ultima occasione: «Ha ragione il Presidente Napolitano, sta suonando l’ultima campanella».
M.Antonietta Calabrò