Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  giugno 05 Mercoledì calendario

PEREIRA: «SARO’ UNA SPUGNA PRONTA AD ASSORBIRE CONSIGLI»

Alexander Pereira, austriaco, 67 anni, oggi direttore del Festival di Salisburgo è il nuovo sovrintendente della Scala, nominato dal cda di cui si temevano altre decisioni meno prestigiose ma più gradite ai famosi salotti della città che uno crede non esistano più invece ci sono ancora, anche se molto impolverati. È curioso che dieci anni fa la Scala era in dubbio se scegliere Lissner o Pereira: allora fu Lissner, adesso è Pereira, come se in tutti questi anni non si fosse formato un altro personaggio alla loro altezza. E data la loro naziona-lità, qualcuno ha detto, passiamo da Napoleone a Francesco Giuseppe. Al telefono Pereira si dice entusiasta: «È un grandissimo onore, davvero: penso ai milioni di persone tra cui si poteva scegliere, ed è capitato proprio a me».
Tra i possibili candidati, a detta del sindaco di Milano e del cda, lei è il più adatto alla vocazione musicale del Piermarini.
«Ritengo questa nomina un regalo meraviglioso, ho sempre pensato alla Scala come al teatro più importante del mondo, che segna il culmine della carriera per
chiunque».
Dicono che lei sarà già qui da domani.
«Vengo a Milano tutti i fine settimana, per raggiungere mia moglie, che è giovane e un po’ capricciosa come tutte le donne, ed ha deciso di studiare fashion design proprio nella città della Scala. Dove tra un po’ verrò a vivere anch’io ».
Si farà vedere subito in teatro?
«Per contattare direttori d’orchestra, registi e cantanti basta il telefono. Dovrò programmare la stagione 2015-16, comincerò a occuparmene da subito, muovendomi tra Milano e Salisburgo. Poi dal 1 settembre 2015, cioè da quando lo prevede il mio contratto, Milano sarà la mia città esclusiva, e la Scala il mio solo pensiero».
Si dice che Stephane Lissner sia molto contento della sua nomina, perché la stima ma anche perché la sua scelta è anche un apprezzamento a quello che lui ha fatto per la Scala. Dovrete collaborare insieme per mesi: pensa che andrete d’accordo?
«Conosco Lissner da anni, apprezzo molto le sue idee e il suo coraggio, lavoreremo benissimo insieme. Abbiamo già fatto due coproduzioni, una con l’Opera di Parigi, l’altra con la Scala, e in questo caso si tratta di un’opera grandiosa, la più bella e importante dal dopoguerra,
Die Sodaten di Zimmermann. A Salisburgo è stato un trionfo, in Italia sarà un evento storico perché non è mai stata rappresentata, ed è la prima esperienza di musica spaziale, con tre orchestre dislocate in tre luoghi diversi. Andrà in scena agli inizi del 2015 e sarà il modo più bello da parte di Lissner, di festeggiare i suoi dieci anni come sovrintendente a Milano».
Ha già in mente un programma che sia adatto al Piermarini?
«La Scala ha una sua grande tradizione d’opera italiana, che va rispettata, ma è importante avere anche un repertorio internazionale e contemporaneo, perchè l’arte, la musica, non sono solo museo e archeologia, ma anche vita, novità, azzardo».
Tra le sue doti c’è quella di trovare gli sponsor. A Zurigo, dove era sovrintendente prima di Salisburgo, è riuscito a portare il budget da 70 a 140 milioni di franchi.
«Io penso che la cosa più importante per un sovrintendente, sia soprattutto avere una rete di conoscenze che consentono di sollevare il telefono e sentirsi dire subito di sì dalle star».
Sa che la Scala è un teatro non facile, e Milano una città difficile, dove subito ci sarà chi criticherà le sue scelte
«Per questo ci impiegherò molto a farne: mi sento come una spugna pronta ad assorbire tutto, la storia della Scala, le ragioni del pubblico, quelle dei sostenitori e degli eventuali detrattori. Come Lissner, io sarò anche direttore artistico. Avrò dunque subito bisogno di scegliere il direttore musicale, perché solo con un maestro con cui si va d’accordo si possono creare spettacoli importanti».