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 2013  giugno 05 Mercoledì calendario

ADDIO ALL’INVENTORE DEL COLTELLINO TUTTOFARE

Il primo è stato «il coltello del soldato» nel 1891. Aveva solo quattro utilità: coltellino, punteruolo, apriscatole, cacciavite. Un inizio all’insegna dell’ambito militare. L’idea non poteva che nascere lì, in Svizzera: miniaturizzare tutto il necessario, lavorare in uno spazio limitato. Karl Elsener, il patriarca, l’Abramo degli utensili, era un coltellato che alla fine dell’Ottocento diventò fornitore dell’esercito svizzero. Subito non gli andò bene, almeno nella prima partita, tanto da rischiare il fallimento. Ma non si dette per vinto. Sviluppando le qualità presenti nell’anima svizzera, si orientò verso il sempre più piccolo. Ci arrivò sei anni dopo, nel 1897, quando registrò il modello che conosciamo ancor oggi.

Era come avere in tasca un esercito di attività: tagliare, segare, aprire, limare, recidere, sezionare, svitare, e altro ancora. La funzionalità è la prima qualità di questa che si può considerare, con il cioccolato e gli orologi a cucù, la terza grande invenzione (o reinvenzione) dei Cantoni.
Il secondo modello, quello del successo, aveva solo due molle e ben sei aggeggi. Nessun coltello dell’epoca era così multifunzionale. Fu allora che prese il nome di Victoria, la madre di Karl. Nel 1921 si aggiunse l’inox: Victorinox, un marchio celeberrimo nel mondo. Chi infatti non ha avuto in tasca il coltellino svizzero, o sperato di averlo? Soldati, scout, esploratori, pescatori, e persino astronauti, possedere quest’oggetto dall’inconfondibile colore rosso, e con la croce bianca sul fianco, era una sicurezza. Nessuna attività imprevista, e per ogni imprevisto il suo attrezzo. Il suo design è rimasto identico attraverso i decenni, solo qualche aggiustamento nel materiale di cui è fatto: dal rivestimento in legno al materiale sintetico. Il suo spessore è andato aumentando, man mano che si aggiungevano nuovi strumenti: forbice, tenaglia, sega, cacciavite a croce, apri bottiglia, punteruolo. In un mondo in cui tutto è diventato tascabile – dal telefono al computer – la famiglia Elsener ha anticipato tutti con la sua salsiccia piatta e rossa. C’è persino lo stuzzicadenti, la lametta per le unghie, la penna, il temperamatite. Ci si può improvvisare falegnami ed elettricisti, pescatori e disegnatori, sommelier e incisori, fabbri e baristi. A ogni utensile di Victorinox corrisponde uno o più mestieri, e al tempo stesso si può ripercorrere l’intera storia dell’umanità in pochi centimetri: raccolta, caccia, pesca, allevamento, agricoltura, industria. Si possono intercettare le forze primigenie, dal fuoco all’acqua; navigare, trasportare, travasare, raccogliere. Ma anche ferire e uccidere. Secondo il grande paleontologo francese André LeroiGourhan le tecniche umane si dividerebbero in due grandi categorie: le tecniche di acquisizione e le tecniche di consumo. Alle prime appartengono sia le armi come l’allevamento e l’agricoltura; nelle seconde rientrano invece le tecniche che riguardano l’alimentazione, l’abbigliamento e l’abitazione. Sospetto che non ci sia nessuna di queste tecniche che non si possa, in un modo o in un altro, esercitare con l’uso del minuscolo coltellino svizzero dei signori Elsener. Da 122 anni hanno cambiato ben poco del loro oggetto. Forse solo l’anello non è più lo stesso. Nei secoli fedeli.