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 2013  giugno 01 Sabato calendario

LA RAI STUDIA LO STATO DI CRISI

Già 425 dipendenti hanno deciso di lasciare la Rai, gran parte di quei 600 esuberi individuati dal piano dell’a.d. Luigi Gubitosi per rimettere in sesto il servizio pubblico. Ne restano però ancora 150/200 alla conta e a questo punto non si possono più aspettare le fuoriuscite volontarie accettate grazie agli incentivi.

Così la Rai ha prospettato ai sindacati la possibilità di attivare le cosiddette procedure di mobilità, e portare all’uscita forzosa chi ha già maturato i requisiti per la pensione. Viale Mazzini farebbe così ricorso alla legge 223 del 1991, quella che regola il licenziamento collettivo per riduzione di personale, utilizzata dalle aziende in stato di crisi. Un passaggio tecnico, in realtà, perché non ci sarebbe alcun licenziamento, ma in questo modo si costringerebbero al pensionamento immediato coloro che comunque hanno maturato i requisiti per la pensione, ma che sarebbero rimasti al lavoro perché ancora non 65enni. Tra tutti quelli che compiranno 65 anni entro il 2014, in altre parole, andranno in pensione solo quelli che hanno raggiunto i requisiti contributivi alla data dell’accordo azienda-sindacati.

La discussione è al momento in fase preliminare. I sindacati chiedono che gli esodi siano di nuovo gestiti come lo sono stati finora, ossia con gli incentivi (lo schema partiva dalle 15 mensilità anticipate per chi decideva di lasciare).

E non è detto che una finestra simile, di circa un mese, non si riapra, per dare una seconda possibilità a chi ha avvertito questa campanella d’allarme. Dopotutto la mossa della Rai, quella di fare ricorso alle procedure di mobilità, sembra proprio nella direzione di fare moral suasion sui dipendenti e potrebbe non essere portata avanti una volta raggiunti i risultati in altro modo.

Finora hanno aderito al piano 99 giornalisti, 23 dirigenti e 300 tra impiegati e tecnici. A maturare però i requisiti per il pensionamento entro l’anno sarebbero ancora 140 dipendenti. Per questo l’azienda vorrebbe verificare la situazione dei contributi dei lavoratori nati dal 1947 al 1950 con l’Ecocert, per capire se abbiano maturato i requisiti anche attraverso precedenti lavori.

L’obiettivo resta quello fissato, di risparmiare 60/70 milioni di euro all’anno a regime, soltanto attraverso la riduzione del personale, di cui 35 già entro il 2013. Le assunzioni, però, non saranno bloccate. Perché contemporaneamente alle fuoriuscite la Rai si è impegnata a fare 200 nuove assunzioni per coprire le varie necessità. Si tratterà di giovani, apprendisti, ma anche di regolarizzazioni di contratti a termine.