Angelica Ratti, ItaliaOggi 1/6/2013, 1 giugno 2013
VENEZUELA, POCO VINO DA MESSA
In Venezuela, la penuria alimentare non risparmia neppure la chiesa. Tanto che la scarsità del vino da messa e della farina di frumento, con la quale le monache confezionano le ostie, sta mettendo a repentaglio la celebrazione delle funzioni religiose. Una prospettiva inquietante per il Paese che conta almeno 10 mila chiese.
E un rischio denunciato dal vescovo della città di Merida, monsignor Baltazar Porra, oppositore del governo socialista, che pubblicamente ha parlato del rischio reale di riduzione delle celebrazioni dell’eucarestia nel Paese. La riserva di vino da messa a Merida basterà, si e no, per due o tre mesi, ha fatto sapere monsignor Porra. E anche le ostie scarseggiano a causa della penuria della farina di frumento, difficile da trovare sul mercato. Il Venezuela è un grande importatore e la mancanza di prodotti di grande consumo, come la farina, si è accentuata in conseguenza dei controlli che lo stato applica agli scambi. I prelati delle regioni andine sono più fortunati perché riescono a rifornirsi di vino da messa e di farina per le ostie dall’altra parte della frontiera, in Colombia. La penuria di vin santo non è soltanto dovuta allo scarseggiare degli alimenti in Venezuela. Ad accrescere le difficoltà si è aggiunta anche la cancellazione dell’esenzione fiscale dei produttori locali. Così, applicando il regime fiscale comune, il costo del vino da messa è certo che rincarerà. E tutto ciò metterà fine ad un’epoca. Il vin santo diventerà caro quanto il vino da tavola, che ha raggiunto la cifra proibitiva di 16 dollari (12,3 euro) a bottiglia. In mancanza di soluzioni, secondo qualcuno al clero venezuelano non resterà altro che pregare e sperare che si rinnovi nell’America del Sud il miracolo delle nozze di Cana, quando l’acqua si tramutò in vino.