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 2013  giugno 04 Martedì calendario

MESOTELIOMA, OGNI GIORNO SEI NUOVI CASI

In mancanza di una superprocu­ra sulla sicurezza dei luoghi di la­voro e la tutela della salute, è il pm Guariniello ad a­ver preso in ma­no le inchieste sugli stabilimen­ti Eternit in tutta Italia. Una galle­ria di lutti a cui o­gni giorno si ag­giunge altri no­mi.
Sono infatti più di 32 milioni le tonnellate di amianto ancora pre­senti in Italia e 34.148 i siti da bonifi­care, mentre a 20 anni dalla sua mes­sa al bando, la fibra continua a a far ammalare quasi sei persone al gior­no, duemila all’anno. Dal 1993 al 2008, secondo quanto emerge dal Re­gistro nazionale dei tumori da espo­sizione all’amianto, sono stati quasi 16 mila i casi rilevati in Italia, di cui il 50% concentrato fra Piemonte (18%), Lombardia (17,7%) e Liguria (12%). Nel 93% dei casi il tumore ha colpito la pleura, per inalazione delle fibre.
La storica sentenza di ieri costituisce un precedente per altri quattro epi­centri delle morti provocate da que­sto veleno invisibile. Dopo Casale Monferrato (Alessandria) e Cava­gnolo ( Torino), la procura piemon­tese si sta occupando anche di Ru­biera (Reggio Emilia), Bagnoli (Na­poli) e Siracusa. In tutti i casi gli ex vertici dell’azienda elvetica sono ac­cusati di di disastro a titolo doloso perché si ritiene che, nonostante fos­sero a conoscenza dei problemi crea­ti dall’amianto, non presero provve­dimenti adeguati a protezione dei di­pendenti e delle popolazioni resi­denti nell’area circostante.
Il verdetto di Torino potrebbe avere ricadute anche all’estero. Eternit ha avuto stabilimenti sparsi in tutto il mondo. Nella fi­liale di Rio De Ja­neiro hanno la­vorato decine di italiani, molti dei quali origi­nari del Pie­monte e convin­ti a trasferirsi. U­no di questi, del­la provincia di A­lessandria, una volta rientrato in patria è deceduto per un mesotelioma. Il pm Raffaele Guariniello, ha chiesto alle autorità brasiliane (attraverso la mediazio­ne dei rispettivi ministeri della giu­stizia) di fornirgli una serie di dati quali, per esempio, il numero dei di­pendenti della sede di Rio, le condi­zioni in cui hanno lavorato, l’even­tuale presenza di controlli sanitari disposti dall’azienda. Negli ultimi mesi sono giunte diverse richieste a Guariniello di recarsi in Brasile per parlare del fenomeno amianto ed anche per sensibilizzare la magi­stratura carioca. Secondo l’ultimo Rapporto annuale dell’Inail, sono state denunciate, ai fini del riconoscimento e dell’even­tuale indennizzo, 2.250 patologie cor­relate, pari al 5% delle 46.558 malat­tie professionali. Erano circa 1.900 nel 2006 e 1.500 nel 2001. E il picco di casi di mesotelioma maligno pleuri­co, è atteso entro il 2025 con 800-1.000 morti all’anno.
L’Italia, del resto, è stata fino alla fine degli anni Ottanta il secondo mag­gior produttore europeo di amianto dopo l’ex Urss, nonchè uno dei mag­giori utilizzatori. Nell’elenco ci sono anche la fluoro-edenite, fibra di ori­gine naturale presente nell’area et­nea e capace di indurre anch’essa il mesotelioma, e la balangeroite, indi­viduata in talune rocce presenti nel­la miniera di Balangero ( Torino). Il peggio, in termini di vite a perdere, deve ancora arrivare.