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 2013  giugno 01 Sabato calendario

LA MANO INVISIBILE DEL MERCATO UCCIDE LA MORALE E I TOPOLINI


Per secoli, gli economisti hanno sostenuto che nulla potesse superare il libero mercato in quanto ad efficienza. Una concorrenza senza restrizioni implica un abbassamento dei prezzi, prodotti di migliore qualità, maggiore innovazione e, in definitiva, una scelta più ampia. Tuttavia, le forze presenti sul mercato potrebbero contribuire a rendere le persone più spregiudicate ed egoiste. Le speculazioni di filosofi e sociologi non mancano. Sul tema, Armin Falk e Nora Szech, due economisti comportamentali tedeschi, hanno dato il loro contributo. In una serie di esperimenti, a un gruppo di volontari tedeschi è stato chiesto di scegliere se salvare la vita di una cavia o ricevere un premio in denaro uccidendo però il topolino. Quando la domanda veniva rivolta in privato, il 54% preferiva rinunciare a 10 euro per salvare la vita del roditore. Ma quanto due volontari si sono messi a negoziare sul valore della vita del topo in un mercato, solo un quarto dei partecipanti ha scelto la pietà. E quando il numero di acquirenti e venditori è aumentato, il valore della vita della cavia è crollato subito sotto i 10 euro.

Diversamente, quando le persone erano costrette a decidere per conto proprio, i ricercatori hanno dovuto offrire 47 euro per ottenere una simile propensione a optare per la morte dell’animale. Da questi esperimenti gli economisti hanno tratto una severa conclusione: «Le interazioni sul mercato mostrano una tendenza ad abbassare i valori morali rispetto alle scelte effettuate singolarmente dagli individui». Sembra pertanto che l’impersonalità del mercato porti a una diminuzione del senso di responsabilità personale. La colpa è condivisa quando la trattativa prende il posto della decisione personale. Osservare altre persone che mettono in atto comportamenti eticamente discutibili può aumentare la propensione ad accodarsi. Le stesse persone che in privato inorridiscono di fronte alle pessime condizioni lavorative degli operai tessili nei Paesi meno sviluppati, sono quasi sempre felici di cercare gli affari migliori nelle boutique di moda. La cavia salvata nell’esperimento di Falk e Szech ha vissuto altri due anni. La lezione sociologica potrebbe dimostrarsi più longeva.