VARIE 3/6/2013, 3 giugno 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - IL CAOS TURCO
REPUBBLICA.IT
ISTANBUL - La tensione resta alta in Turchia, dopo la terza notte di scontri fra i poliziotti anti-sommossa e i manifestanti che hanno dato fuoco ad alcuni uffici del partito islamico Akp del premier Recep Tayyip Erdogan. A Istanbul un manifestante turco di 20anni è morto e altri quattro sono rimasti feriti dopo che un’automobile si è lanciata contro la folla che occupava una super strada. Non è ancora chiaro se si è trattato di una macchina della polizia o di un taxi. Secondo l’unione dei medici turchi il ragazzo, un membro di un’organizzazione di sinistra, è stato investito da una macchina durante gli scontri di ieri. Secondo fonti ufficiali, Mehmet Ayvalitas sarebbe la prima persona che ha perso la vita nelle proteste contro il governo di Recep Tayyp Erdogan. Le manifestazioni contro Erdogan vanno avanti da diversi giorni dopo l’annuncio del governo di voler tagliare gli alberi del Gezi Park di Istanbul per far posto ad un centro commerciale.
Oggi i medici hanno dichiarato la "morte cerebrale" di un giovane colpito da un colpo d’arma da fuoco alla testa durante le proteste anti-governative ad Ankara. Lo ha riferito il segretario generale della Fondazione turca dei diritti umani, Metin Bakkalci. "Il giovane si chiama Ethem Sarisuluk, è stato raggiunto da un colpo di pistola alla
testa, è in agonia e i medici hanno dichiarato la morte cerebrale", ha spiegato Bakkalci. La notizia, con la fotografia del corpo inerte a terra, ha iniziato a circolare questa mattina sui Social network.
Erdogan: Nessuna primavera araba. Il giorno dopo, Erdogan non fa nessun passo indietro. In partenza per un viaggio in Marocco, Algeria e Tunisia, il premier ha parlato in conferenza stampa, riservando risposte particolarmente dure soprattutto nei riguardi di chi ha osato paragonare le proteste in Turchia con la "primavera araba". "Quelli che dicono che è in corso una primavera turca non conoscono la Turchia".
Per Erdogan, quanto accade nelle strade è "orchestrato da estremisti" e potrebbero addirittura esserci legami con "soggetti stranieri". "La nostra intelligence lavora su questo - ha detto Erdogan, citato dal sito del quotidiano Hurriyet -. Al momento non è possibile fare nomi". Il premier ha quindi elogiato l’operato delle forze dell’ordine, al centro nei giorni scorsi delle critiche del presidente Abdullah Gul. E a chi gli chiedeva se non fosse il caso di mantenere un atteggiamento più morbido, Erdogan ha risposto allo stesso modo: "Come è un tono morbido? Me lo dica lei".
Il presidente Gul: "Porre fine alla violenza". Chi invece cerca di rassicurare i manifestanti, è il capo dello Stato Gul. "I messaggi di buona volontà sono stati ricevuti" le parole del presidente, riportate dall’agenzia Anadolu, accompagnate dall’invito a porre fine alla violenza. "Invito tutti i miei concittadini alla ragione. Tutti devono rispettare le regole, e se vogliono esprimere le loro opinioni devono farlo in maniera pacifica", ha affermato il presidente turco.
Sui social. La protesta rimbalza anche sugli stessi social - accusati da Erdogan di amplificare il dissenso e contagiare la comunità, mentre oggi nelle strade la situazione sembra essere tornata alla calma dopo una notte di violenze in diverse città. In particolare su Twitter, dove si moltiplicano i commenti fortemente critici con l’atteggiamento del premier e delle forze dell’ordine. Ma si segnalano centinaia di persone a Istanbul, riunite davanti alla sede di Ntv, rete privata "all news", per denunciare la "censura" dei principali media del paese sulla protesta di massa. Le principali tv di informazione, affermano i dimostranti, hanno diffuso film e documentari mentre erano in corso gli scontri.
Bombe degli uffici dell’Akp del premier. Nella notte, a Smirne, i manifestanti hanno lanciato bombe molotov negli uffici del partito Akp provocando piccoli incendi. A Istanbul, sono state danneggiate le fermate dei bus e diverse strade dove i manifestanti hanno letteralmente strappato i segnali stradali per costruire barricate. Sempre nella notte, le strade intorno all’ufficio del premier Erdogan sono state isolate mentre i poliziotti hanno usato gas lacrimogeni per respingere l’avanzata dei manifestanti.
Gli arresti. Stando all’ultimo bilancio diffuso dal ministro dell’interno, sono oltre 1.700 le persone arrestate in tre giorni di proteste in 67 città del paese, sebbene molte di loro siano già state rilasciate, mentre sono stati contati 58 feriti tra i civili e altri 115 tra le forze di sicurezza. Ma il bilancio potrebbe essere più alto. La deputata dell’opposizione turca Aylin Nazliaka ha denunciato che almeno 1.500 manifestanti sono stati arrestati ad Ankara durante la notte e detenuti in condizioni in contrasto con la legge. Secondo l’associazione dei medici turchi, sono 484 i manifestanti soccorsi negli ospedali di Istanbul da venerdì scorso, quando sono iniziate le proteste contro il progetto di radere al suolo un parco per costruite un centro commerciale. Il governo ha annunciato sabato che il progetto di sviluppo del parco andrà avanti, ma potrebbe non prevedere un centro commerciale.
Critiche dalla Ue. Su Twitter, anche le critiche del presidente del Parlamento europeo, il tedesco Martin Schulz: "La severità con cui la polizia ha risposto alle proteste è assolutamente sproporzionata e non potrà che condurre all’allargamento delle proteste".
E proprio dalla Germania, dove è presente una massiccia comunità di immigrati turchi, il portavoce del governo, Steffen Seibert, ha espresso la preoccupazione di Berlino e ha lanciato il suo appello al dialogo, sottolineando allo stesso tempo che gli avvenimenti di questi giorni non avranno alcuna conseguenza sul negoziato per l’adesione della Turchia all’Unione europea. "La libertà di opinione e di manifestazione è un diritto fondamentale di una democrazia", ha dichiarato il portavoce della cancelliera Angela Merkel, richiamando "alla ragione" tutte le parti in causa.
(03 giugno 2013)
SELEZIONE DI DAGOSPIA
1 - TURCHIA: MORTE CEREBRALE DI UN MANIFESTANTE
(ANSA) - Un giovane ferito da un colpo di arma da fuoco alla testa durante le manifestazioni di Ankara ieri è in stato di morte cerebrale, ha annunciato il segretario generale della Fondazione turca per i diritti umani Metin Bakkalci.
RECEP ERDOGANRECEP ERDOGAN
Il giovane si chiama Ethem Sarisuluk. La notizia della sua morte, con la fotografia del suo corpo inerte a terra, ha iniziato a circolare questa mattina sulle reti sociali. Bakkalci ha detto che "i medici hanno dichiarato la morte cerebrale".
the lady in red manifestante in turchia contro erdoganthe lady in red manifestante in turchia contro erdogan
2 - TURCHIA: ERDOGAN DENUNCIA ’COLLEGAMENTI ESTERI’ RIVOLTA
(ANSA) - Il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato oggi che la rivolta antigovernativa in corso da una settimana ha "collegamenti esteri" ed è organizzata da "gruppi estremisti". Centinaia di migliaia di persone hanno partecipato negli ultimi giorni a manifestazioni di protesta in tutto il Paese. "State calmi, rilassatevi, tutto sarà superato", ha affermato oggi Erdogan.
proteste in turchia contro il governo erdoganproteste in turchia contro il governo erdogan
3 - ERDOGAN PARTE PER MAGHREB, APPELLO ALLA CALMA
(ANSA) - Dopo una nuova notte di scontri a Istanbul, Ankara e Smirne, il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha lanciato questa mattina un appello alla calma. Parlando con i cronisti all’aeroporto di Istanbul prima di lasciare il paese per una visita di tre giorni in Marocco, Algeria e Tunisia il premier ha anche nuovamente denunciato "gli elementi estremisti" che considera all’origine della protesta antigovernativa.
proteste in turchia contro il governo erdoganproteste in turchia contro il governo erdogan
4 - IN PIAZZA CON I "GIOVANI TURCHI" CHE LOTTANO CONTRO DIVIETI E CENSURE: "BASTA CON LA RELIGIONE AL POTERE"
Marco Ansaldo per "La Repubblica"
"Muore un albero. Si sveglia una nazione". È la massima di Nazim Hikmet. La polizia turca in assetto anti-sommossa affronta i dimostranti ad Ankara. Il detto del massimo poeta turco, inviso al potere e morto lontano dalla patria, si legge chiaro sui cartelli innalzati a Piazza Taksim, simbolo della rivolta turca.
proteste in turchia contro il governo erdoganproteste in turchia contro il governo erdogan
E si adatta bene qui, davanti al Gezi Park, dove i 600 alberi da sacrificare per far posto a un grande centro commerciale, appaiono per ora al sicuro nonostante abbiano costituito la miccia di una colossale protesta laica che infiamma Istanbul e tutto il Paese contro gli islamici al governo.
proteste ad ankara in turchia contro il governo erdoganproteste ad ankara in turchia contro il governo erdogan
«Tayyip, noi siamo qui. Tu dove sei?», scandiscono a migliaia al ritmo di un tamburo che attraversa lo slargo dove si erge il monumento ad Ataturk, il fondatore della Turchia moderna, scolpito dall’italiano Pietro Canonica. Tayyip Erdogan, il primo ministro che ha alzato le tasse su tabacco e alcolici, che vuole vietare i baci in pubblico e le gambe delle modelle nelle pubblicità, accusato piuttosto di pensare troppo agli affari e a progetti faraonici, è da sette giorni e sette notti il bersaglio della piazza.
proteste in turchia contro il governo erdoganproteste in turchia contro il governo erdogan la polizia contro i manifestanti in turchia jpegla polizia contro i manifestanti in turchia jpeg
«Dimettiti, fascista!». «Vattene in Arabia Saudita ». «Basta con la religione al potere». Parole come sassi, scritte di fuoco sui muri, mentre la polizia da un giorno ha infine lasciato il campo a una folla che impugna, come finora visto solo a Smirne, il centro più laico del Paese, la bandiera nazionale con impressa l’immagine simbolo di Ataturk.
la polizia contro i manifestanti in turchia jpegla polizia contro i manifestanti in turchia jpeg
E’ una massa adesso padrona della piazza. Con una protesta che si esprime in mille forme. Sono arrivati qui anche dalla parte anatolica, battendo i cucchiai contro le pentole, appendendo asciugamani bianchi alle finestre, accendendo e spegnendo la luce di notte nelle case in segno di perenne vigilanza.
proteste in turchia contro il governo erdoganproteste in turchia contro il governo erdogan
«Il governo - dice Deniz, un giovane che indossa una maglietta senza maniche - fa pressioni su tutto: non fate due figli, ma fatene tre. Non baciatevi nelle stazioni della metropolitana. Non fumate. Non bevete. Ma io sono un figlio di Ataturk, accidenti, e mi oppongo». Spiega Ayshe, una donna sulla trentina: «Questa è la Turchia, è il mio Paese, dobbiamo difenderlo da chi vuole distruggerlo con divieti assurdi e con costruzioni che alterano l’immagine di Istanbul.
feriti tra i manifestanti in turchia curati dentro la moscheaferiti tra i manifestanti in turchia curati dentro la moschea
Ora basta. La nostra è la "Primavera turca"». «A Erdogan è partito il cervello - aggiunge un altro dimostrante che tiene in mano una birra - dopo il terzo mandato ricevuto alle elezioni pensa essere il padrone della Turchia. Per lui la critica non esiste. Adesso è evidente a tutti che ha in mente una "agenda islamica"».
Non è facile arrivare fino a Taksim, fulcro di un Istanbul solitamente preda di un traffico ben superiore a quello di Roma. L’accesso è solo a piedi. Le vie in salita, dove spesso arrancano autobus colmi di turisti, sono ora sbarrati da barricate composte da mattoni divelti dai marciapiedi.
Ethem Sarisuluk il primo morto per le proteste in turchiaEthem Sarisuluk il primo morto per le proteste in turchia
Oppure da blindati della polizia, rivoltati, vuoti, come cadaveri gettati in mezzo alla strada. Vetri dappertutto, pezzi di cemento rimossi. E’ un’atmosfera da battaglia, mentre ristagna l’odore acre dei gas lacrimogeni, e le aiuole sono colme dei limoni a spicchi con cui i manifestanti hanno tentato di proteggersi il respiro.
A Piazza Taksim aleggia adesso un profumo di vittoria. E’ la piazza simbolo della sinistra repubblicana. Qui si sono tenute le rivolte del 1 maggio. Qui gli istanbulioti hanno dimostrato tutta la solidarietà ai concittadini ospitandoli e riscaldandoli nelle notti passate all’addiaccio nel terremoto del 1999.
Ethem Sarisuluk il primo morto per le proteste in turchiaEthem Sarisuluk il primo morto per le proteste in turchia
In una mattina di domenica in cui gli scontri sembrano essersi presi un giorno di tregua, decine di ragazzi si sono armati di scope, palette e sacchi, ripulendo gli angoli dai pezzi di vetro, dai proiettili di gomma, dai candelotti lacrimogeni esplosi, insieme a montagne di rifiuti lasciati da una settimana di occupazione.
feriti tra i manifestanti in turchiaferiti tra i manifestanti in turchia
La rivolta si è invece trasferita di giorno ad Ankara, dove un assembramento è stato disperso da una carica della polizia che ha fatto uso di lacrimogeni e idranti: almeno 8 i feriti. E poi a Smirne, considerata dagli integralisti "gavur", l’infedele, dove cortei di auto hanno marciato per il centro suonando i clacson ed esponendo la bandiera nazionale. In 7 giorni, più di 1.700 le persone arrestate.
«La maggior parte - ha riferito il ministro dell’Interno, Muammer Guler, che ha infine obbedito all’ordine del capo dello Stato, Abdullah Gul, di far ritirare la polizia - sono state rilasciate». Due persone sono state uccise, sostengono i dimostranti. Ma è una notizia che non trova conferma a livello ufficiale, e anche Amnesty International riferisce unicamente di «cinque persone in pericolo di vita per ferite alla testa».
proteste in turchia contro il governo erdoganproteste in turchia contro il governo erdogan
Prima di sera è Erdogan a farsi vivo in tv con un discorso. «Dicono che Tayyip Erdogan è un dittatore - esordisce, riferendosi a sé stesso - Se vogliono chiamare dittatore uno che serve il popolo, mi mancano le parole». Poi, in tono di sfida, contro i socialdemocratici, suoi avversari in Parlamento: «Il principale partito di opposizione è la causa di queste proteste, che hanno una motivazione ideologica e non riguarda invece lo sradicamento di una dozzina di alberi.
proteste in turchia contro il governo erdoganproteste in turchia contro il governo erdogan
Naturalmente, non chiederò a loro né ai saccheggiatori il permesso per andare avanti. In realtà, sono incapaci di sconfiggere il governo alle urne».
In ultimo, dopo aver accusato Twitter e i social network di fomentare la rivolta, l’attacco ai dimostranti ma con una sostanziale marcia indietro sul progetto che ha scatenato la
rivolta: «Bruciano, danneggiano negozi, è questa la democrazia? Il problema sono gli alberi? Qui nessuno vuole tagliare gli alberi. Non c’è nessuna decisione finale sulla costruzione di un centro commerciale. Forse ci sarà un museo cittadino».
proteste in turchia contro il governo erdoganproteste in turchia contro il governo erdogan
Eppure, il "cahier de doleances" dei laici nei confronti del premier, nonostante le 3 indiscutibili vittorie alle elezioni nei 10 anni in cui è al potere, è lungo: il velo ammesso nei luoghi pubblici e negli uffici statali, le scuole coraniche pure per i bambini, le tv controllate e i media sotto scacco, i procedimenti a intellettuali e giornalisti critici. Il giro di vite sull’alcol è solo l’ultima goccia. Assieme agli imbarazzi e agli attentati subiti per la vicina crisi siriana. Gli alberi di Gezi Park, la miccia finale.
E’ ormai buio quando da Piazza Taksim la battaglia si trasferisce al porto di Besiktas, nei
pressi dei grandi alberghi per i turisti. Dove l’altro ieri, in un’inedita riunione, i tifosi delle 3 squadre di Istanbul, Galatasaray, Fenerbahce e Besiktas, si sono ritrovati vestiti delle magliette dei propri club, mischiandosi fra loro e intonando cori contro il leader: «Tayyip, dimissioni! Viva la Turchia laica». Ma questa è un’altra notte di battaglia. Spari, urla, ancora lacrimogeni, ancora rulli di tamburi. Elicotteri della polizia si alzano in volo. Creata dai gas, una nuvola nera staziona sopra il Bosforo. I dimostranti si disperdono, mentre scatta la caccia all’abitazione di Erdogan, presidiata dalla polizia.