Giovanni Sartori, Corriere della Sera 3/6/2013, 3 giugno 2013
LE DUE VARIANTI CHE OCCORRONO AL SEMIPRESIDENZIALISMO
Caro direttore,
confesso che sono restato un po’ male per il fatto che nessuno dei quattro sottoscrittori della Lettera del 2 Giugno intitolata «Un movimento di cittadini per la scelta diretta» mi abbia chiesto di sottoscriverla. Lo faccio ora di mia solitaria iniziativa, visto che sono un po’ il padre nobile della proposta in questione. Vedi il mio libro intitolato «Ingegneria costituzionale comparata» uscito in inglese nel lontano 1994 e poi in italiano nel 1995 (la cui quarta edizione è del 2000). Sono poi tornato sul tema innumerevoli volte con editoriali sul «Corriere». Quantomeno i miei valenti colleghi Panebianco e Augusto Barbera dovrebbero avermi letto. Ma forse pretendo troppo. E quindi colgo l’occasione per ricordare che avevo proposto e continuo a proporre due varianti rispetto al sistema francese. Primo, che al secondo turno passino i primi quattro partiti più votati (impelagarsi nella discussione di percentuali serve soltanto a impiombare il progetto) con un diritto di tribuna mettiamo del 10-15% dei seggi per i partiti minori dei quattro promossi al secondo turno. Ma non è qui che posso riesporre le mie proposte. Chi è interessato può facilmente ritrovarle nei tre libri di Laterza che raccolgono i miei scritti sul «Corriere». Qui, oggi, mi interessa solo sottoscrivere il testo che mi ha dimenticato.
Giovanni Sartori