Maria Teresa Cometto, CorrierEconomia 03/06/2013, 3 giugno 2013
INTEL. IL RILANCIO SI FA IN COPPIA
Essere coraggiosi. Muoversi più veloci. Tenere il passo con un’industria che cambia rapidamente. È l’impegno di Brian Krzanich, il nuovo amministratore delegato (ceo) di Intel, il primo produttore al mondo di microchip che è in crisi perché i suoi semiconduttori sono onnipresenti solo nel mercato dei personal computer, in declino storico. Ma il compito di scuotere il colosso dal torpore che l’ha portato a perdere il treno della rivoluzione «mobile» è tale, che Krzanich ha voluto essere affiancato alla sua guida da una presidente, Renée James.
Insieme, appena preso il potere lo scorso 16 maggio al posto di Paul Otellini, la coppia Krzanich-James ha già iniziato a rivoluzionare Intel creando la divisione «nuovi strumenti» e affidandone la responsabilità a Mike Bell, un ex Apple ed ex Palm, esperto di tecnologia mobile. Il gruppo dei «nuovi strumenti» dovrà «trasformare nuove tecnologie e innovazioni di modelli di business in prodotti che modellano e guidano i mercati» ha detto un portavoce di Intel a AllThingsD. L’obiettivo ambizioso è insomma non solo recuperare il terreno perduto sul mercato degli smartphone e tablet — gli apparecchi mobili dove i microchip dominanti sono quelli basati sull’architettura di ARM e prodotti da Qualcomm, Nvidia e altri concorrenti di Intel —, ma esplorare anche nuove frontiere, come quelle della tecnologia da indossare, per cercare di tornare ad essere leader nel settore high-tech, come Intel era stata dagli Anni Settanta fino all’inizio del nuovo Millennio.
Memoria
Ma può una coppia di veterani dell’azienda avere una visione davvero rivoluzionaria? È la domanda che tutti si pongono nella Silicon Valley, dove Intel è un pezzo fondamentale di storia, avendo creato nel 1971 il primo microchip commerciale.
Krzanich e James sono relativamente giovani, lui ha 52 anni e lei 48, ma lavorano in Intel rispettivamente da 31 e 25 anni e sono imbevuti della cultura di uno dei suoi più influenti ceo, Andy Grove (in carica fino al ’98 e presidente del consiglio d’amministrazione fino al 2004). Krzanich era uno dei candidati più probabili alla successione di Otellini, perché era il responsabile operativo (chief operating officer), l’incarico ricoperto da tutti i ceo di Intel prima di salire al top. Inoltre ha una laurea in Chimica come il co-fondatore Gordon Moore, «perché produrre microchip è una faccenda da chimici, è un’alchimia che trasforma la sabbia comune in fettine quadrate luccicanti di tecnologie avanzate che valgono più del loro peso in oro», osserva il «Silicon Valley Watcher» Tom Foremski. E aggiunge: «Intel in sostanza è tornata alle origini nominando ceo Krzanich, ma ha voluto affiancarlo a qualcuno con una prospettiva anche da "outsider", James».
Carattere
James può essere definita un’outsider, nonostante lavori in Intel dall’88, per diversi motivi. Innanzitutto è una donna, arrivata in cima alla gerarchia aziendale — l’unica finora ad essere salita così in alto — grazie a una forza di carattere e a una tenacia che non le hanno guadagnato molte simpatie. Anzi, la promozione è stata accolta con sorpresa proprio perché i suoi modi erano considerati poco «gradevoli» da colleghi e analisti. Inoltre non è né una chimica né un ingegnere, ha invece una formazione in business, e finora era stata responsabile del software di Intel, un settore secondario nel gruppo.
Ma James è stata anche una pupilla di Grove, la sua assistente speciale per quattro anni, e il guru di Intel in un’intervista del 2009 ne aveva decantato le qualità toste augurandole di sfondare il «tetto di vetro»: James «ha trovato il suo stile in un ambiente potenzialmente inospitale. Per riuscirci e sopravvivere, una donna nel software in una azienda manifatturiera deve farsi crescere il pelo sullo stomaco. Renée ha un’incredibile ambizione che le fa intraprendere cose molto rischiose. E non è che non si preoccupa degli ostacoli: li affronta. Mi piacerebbe vederla al top o in uno dei ruoli al top di Intel».
Desiderio esaudito, anche se alcune delle iniziative rischiose di James erano fallite negli anni scorsi, come il tentativo di sviluppare un nuovo sistema operativo per telefonini insieme a Nokia. È anche però l’unica in Intel ad aver provato a fare qualcosa con gli smartphone e si è guadagnata il posto di presidente proponendo lei al consiglio d’amministrazione la strategia per andare oltre il pc.
Per questo secondo alcuni osservatori sarà James la vera anima della eventuale trasformazione di Intel, mentre Krzanich si preoccuperà soprattutto dell’esecuzione della strategia, controllando direttamente le tre principali divisioni dell’azienda — clienti pc, comunicazioni mobili e data center —, che prima dipendevano dal capo dell’architettura Dadi Perlmutter.
Così Intel è la terza azienda «storica» dell’high-tech — dopo Ibm con Ginni Rometty e HP con Meg Whitman — ad affidarsi a una donna per rinnovarsi.
Maria Teresa Cometto