Maurizio Molinari, La Stampa 3/6/2013, 3 giugno 2013
I SOLDATI DELL’ARTE ORA DIVENTANO EROI DEL CINEMA
Dopo oltre 60 anni di assenza forzata, otto volumi antichi, datati fra il 1533 e il 1789, tornano all’Università di Napoli e il merito è dei Monuments Men, l’unità speciale per il salvataggio delle opere d’arte che fu creata dal generale Dwight Eisenhower nel 1943 e a cui George Clooney dedica il suo prossimo film. Al centro della vicenda che attraversa il Novecento e arriva fino a noi c’è Irving Tross, che nel 1944 è un operatore radio del 339° Battaglione artiglieri da campo della 88° Divisione di fanteria dell’Us Army impegnata nella campagna d’Italia.
Tross entra per caso nel convento di San Francesco di Minturno, poco lontano da Gaeta, e fra le macerie trova una cassa semichiusa, coperta dalla polvere, con numerosi volumi antichi. Ne mette in salvo quanti ne può prendere con due mani. Sono otto volumi - quattro del XVI secolo, uno del XVII e tre del XVIII - inclusa una traduzione in latino di un’opera di Newton, una grammatica ebraica pubblicata a Colonia nel 1567, un’edizione della «Fiammetta» del Boccaccio del 1533 e una selezione di opere del Petrarca. È una decisione che il giovane soldato prende d’istinto e consente a questi volumi di scampare la distruzione: il convento nelle settimane seguenti viene raso al suolo dai bombardamenti.
A guerra finita, Tross torna a Chicago e mette i libri sullo scaffale della libreria fino a quando, rispondendo a una recente iniziativa della Biblioteca del Congresso, ne racconta la storia. Arrivato a 96 anni, riceve così la visita di Robert Edsel, presidente della fondazione Monuments Men, che continua la missione voluta da Eisenhower quando vestiva i panni di comandante delle truppe alleate in Europa.
L’ordine, emanato nel 1943 prima dello sbarco in Sicilia, creava la «Monuments, Fine Arts and Archives Section» delle forze armate americane in Europa affidando a 345 uomini, donne, curatori artistici, librai, storici e artisti il compito di assistere l’Us Army nel mettere in salvo le opere d’arte nell’Europa occupata dai nazisti. La task force dei Monuments Men restò operativa fino al 1951 riuscendo a recuperare migliaia di opere saccheggiate dai nazifascisti, restituendole a Paesi e città di origine. Quando il Pentagono la sciolse, il testimone passò alla omonima Fondazione, che dagli Anni 50 continua nell’opera iniziale: cercare e restituire all’Europa ciò che appartiene all’Europa.
Quando Edsel ha incontrato Tross, la decisione di restituire i libri all’originale proprietario - l’Università di Napoli - è stata immediata: l’evento si è svolto nella sede dell’Ambasciata d’Italia a Washington, dove l’ambasciatore Claudio Bisogniero ha ricevuto da Edsel e dal nipote di Tross gli otto libri, alla presenza del Nucleo di tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri e dell’ufficio di collegamento dell’Interpol. «Questi libri sono solo la punta dell’iceberg di quanto è andato perduto durante la guerra - ha detto Edsel, autore del libro “Saving Italy”, che racconta l’impegno dell’Us Army nel salvare le opere italiane - ora tornano a casa grazie a un veterano che al tramonto della vita sta facendo la cosa giusta». Con questo evento, ha aggiunto Bisogniero, «vogliamo sollevare l’attenzione delle famiglie sulla possibilità che in soffitta o in cantina vi siano preziosi e importanti opere d’arte che aspettano ancora di ritornare nei luoghi di provenienza».
«Eisenhower comprese come la protezione degli artefatti culturali era una priorità militare, anticipando il cambiamento delle regole dei conflitti», commenta Patty Gerstenblith, esperta di Legge sulle antichità alla DePaul University di Chicago.