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 2013  giugno 02 Domenica calendario

«L’EDITORIA E LE SFIDE DELLA RETE. CONTRIBUTI DAI MOTORI DI RICERCA» —

«Nella crisi italiana, il comparto più investito da un processo di ristrutturazione, più bisognoso di innovazione tecnologica e professionale è l’editoria» dice Giovanni Legnini, Partito democratico, sottosegretario all’Editoria e all’Attuazione del programma di governo.
Sono in tanti, da Grillo in giù, a contestare ai governi italiani troppo assistenzialismo al mondo dei giornali.
«Convinzione tanto diffusa e radicata quanto infondata. Sfido chiunque a trovare un capitolo di spesa pubblica che si è ridotto in misura così drastica. Il fondo per l’editoria è calato da 700 milioni di euro nel 2005 a 95 milioni nel 2012, importo che rappresenta lo 0,01125% del bilancio dello Stato. È vero, ci sono le agevolazioni fiscali ma non più quelle postali. Altro luogo comune: i grandi giornali finanziati. Falso: nessuno di loro riceve soldi. Ulteriore voce senza fondamento: i finanziamenti verrebbero erogati in modo indiscriminato. Macché. La nuova legge avviata su impulso del mio precedessore Paolo Peluffo, che ha condotto un ottimo lavoro, ha definito regole stringenti e selettive. Grazie alla collaborazione tra il dipartimento dell’Editoria e la Guardia di Finanza abbiamo recuperato più di dodici mi lioni di euro ottenuti o destinati illecitamente. Verranno destinati alle aziende virtuose».
E le critiche sui fondi ai giornali di partito?
«Rappresentano una piccolissima parte di questo quadro. Sono soltanto undici dei 220 che finanziamo».
Fatto sta che molti giornali stanno vivendo una drammatica crisi strutturale e di prospettive. Che cosa farete?
«I problemi strutturali sono molteplici. Le soluzioni vanno cercate sia su scala nazionale che europea e globale, in particolare per quel che riguarda il progressivo ma inarrestabile passaggio all’online e le complesse problematiche legate al diritto d’autore. Occorre un grande progetto di innovazione da declinare in atti normativi e sostenere con nuove risorse finanziarie. Direi così: accompagnare le aziende nella gestione delle crisi, affrontare il tema degli esuberi. Chiedere però alle stesse aziende, magari incentivandole, di favorire l’ingresso dei giovani proprio per accelerare l’innovazione».
Rifinanzierete la legge 416 per gli esuberi delle aziende editoriali in difficoltà?
«Il problema è serio e va affrontato, insisto, nel contesto di un progetto di innovazione del comparto dell’editoria. Quindi non assistenza fine a se stessa ma sostegno in un progetto che contempli l’immissione di giovani, spesso iper-precarizzati. Siamo talmente convinti dell’urgenza di agire che già per lunedì 3 giugno è stato convocato un primo tavolo tecnico con le rappresentanze di editori e giornalisti. Voglio innanzitutto ascoltare ed esaminare anche le problematiche connesse alla revisione delle agevolazioni Iva sui gadget legati ai prodotti editoriali, poi ricercare soluzioni e risorse».
L’online pone molti problemi sulla qualità dell’informazione. Sulla certezza delle fonti e delle notizie.
«Certi pericoli sono evidenti, una quantità rilevante di non-notizie circolano in Rete senza verifiche né controlli. Occorre una rigorosa strutturazione della filiera. Per esempio una qualche forma di certificazione dei giornali online. Gli stessi motori di ricerca andranno sollecitati a fornire un contributo al progetto di innovazione del sistema editoriale».
Cosa intende dire quando sostiene che i motori di ricerca dovranno dare il «loro contributo»?
«I giornali e le aziende editoriali in generale hanno subito un drastico calo della pubblicità e della contribuzione pubblica. Il mondo della distribuzione è altrettanto in crisi. Chi ha visto accrescere la propria redditività è proprio il comparto dei motori di ricerca. Settore al quale, appunto, bisognerà chiedere un contributo per innovare il sistema. Come, lo spiegheremo a tempo debito».
Il mondo delle edicole, sta vivendo una congiuntura profondissima. Chiudono centinaia di esercenti.
«C’è una gravissima crisi della distribuzione e gli ultimi interventi normativi si sono rivelati confusi. Dobbiamo salvaguardare anche questo settore. In molte parti del territorio è a rischio la possibilità stessa di leggere giornali e periodici: il trasporto costa troppo rispetto al ricavo. Anche per questo comparto convocherò al più presto un tavolo con le associazioni degli edicolanti. Il punto è sempre lo stesso: favorire l’innovazione».
Paolo Conti