VARIE 2/6/2013, 2 giugno 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - NELLA MORSA DEL MALTEMPO
CORRIERE.IT
Allarme fiumi e frane in tutta l’Europa centrale, dalla Germania alla Rep. Ceca, dalla Svizzera all’Austria. La situazione più critica è a Praga e nella Repubblica Ceca.
REP. CECA - Due persone sono morte e tre risultano disperse a Praga, una donna è morta nel crollo della sua casa e un’altra è rimasta intrappolata nelle macerie a Trebenice, 30 km a sud della capitale, in seguito alle inondazioni causate dalle piogge torrenziali. Due uomini che si trovavano su un gommone risultano dispersi a Trebenice, mentre un’altra persona è dispersa nella regione di Pilsen. Stato di emergenza in sei regioni su 14. Situazione critica anche a Praga a causa della Moldava, che è straripata in alcun punti, in particolare nell’isola di Kampa nel centro storico. Il sindaco ad interim Tomas Hudecek ha chiuso otto fermate della metropolitana e ha chiesto ai cittadini che vivono fuori Praga di non andare in città. A Praga si stanno costruendo barriere ed evacuando i malati dall’ospedale Na Frantisku nel centro oltre ad alcuni animali dello zoo. Emergenza anche a Usti per il livello dell’Elba.
GERMANIA - Allarme a sud, a Passau e Rosenheim per le esondazioni di Danubio e Inn. Le autorità di Passau hanno chiesto l’intervento dell’esercito per alzare barricate sugli argini alla confluenza di Danubio, Inn e Ilz: l’acqua è già arrivata sopra il livello raggiunto nell’alluvione del 2002. Negli scorsi giorni a causa delle alluvioni in Germania e Svizzera quattro persone sono morte o sono state dichiarate disperse. La cancelliera Merkel ha promesso aiuti e militari per le aree colpite. I problemi in Germania non solo solo a sud, ma anche a est, nella città di Chemnitz. Chiusi al traffico fluviale anche i fiumi Reno, Meno e Neckar.
AUSTRIA - Alluvioni e frane anche in Austria che hanno costretto all’evacuazione di centinaia di persone. Si registrano già un morto (a St.Johann, presso Salisburgo) e due dispersi. Stato di allerta decretato nelle province di Vorarlberg (dove in poche ore è caduta la stessa quantità d’acqua che si registra in alcuni mesi), Tirolo, Salisburgo e Alta Austria. Traffico ferroviario interrotto per frane nel Salisburghese e nel Tirolo. Parte della strada che dall’Austria porta verso la Svizzera è stata chiusa, così come molte strade in varie regioni.
ITALIA - Dopo una domenica di tregua, anche la prima settimana di giugno sarà all’insegna del maltempo nel Nord e al Centro ma le piogge al nord saranno in agguato tutto il mese, mentre al sud scoppierà l’estate. Peggioramento già domenica sera sulle regioni centrali e parte dell’Emilia Romagna con temporali sui rilievi. Al nord, fino a giovedì temporali pomeridiani sulle Alpi anche con grandine. Per l’arrivo di temperature quasi estive bisognerà attendere il fine settimana dell’8-9 giugno. Ma per gran parte di giugno ci saranno al nord temporali, anche se con temperature sui 28 gradi; caldo e siccità al centro-sud, con punte su Puglia, Calabria e Sicilia di 30-35 gradi.
Paolo Virtuani
REPUBBLICA.IT
BERLINO - Allarme maltempo in Germania e in tutta l’Europa centrale, e la situazione dell’enorme, multiplo tsunami fluviale peggiora di ora in ora con l’aumentare delle precipitazioni di pioggia. Molte regioni, dalla valle della Saale in Turingia fino a vaste pianure altrove all’est o nel sud della Repubblica federale sono completamente allagate, chiuse al traffico, inaccessibili e isolate dal resto del paese e del mondo. Preparatevi al peggio, dicono i servizi meteorologici governativi, media e siti con continue allerte. In diverse città della Bundesrepublik è stato appena dichiarato lo stato di calamità, da Jena culla della grande oa Chemnitz (ex KarlMarx-Stadt) all’est, dalla ricca Passau in Baviera orientale fino a Rosenheim a sud di Monaco di Baviera, l’antica stupenda Heidelberg, illustre città universitaria, rischia l’evacuazione del centro storico. E a Praga si teme già una nuova inondazione-catastrofe come quella degli anni Ottanta che allagò la rete del metrò e causò vittime e gravi danni alla Città d’oro. Due persone sono morte e tre risultano disperse in città. E una terza vittima delle piogge torrenziali si è registrata stamani a Trebenice, a 30 km dalla capitale. Il fiume Moldava è straripato in alcun punti, in particolare nell’isola di Kampa nel centro storico di Praga.
Nel Badeen-Wuerttemberg (Stato del sudovest), c’ è almeno un disperso (per cui non si nutrono più molte speranze), due in Austria. Ma tutti temono che il bilancio si aggravi di ora in ora. La situazione più pericolosa è in Germania, Ungheria, Austria, Svizzera, attorno ai grandi fiumi. Il Danubio e il Reno minacciano di esondare, le loro acque salgono rapidamente con l’aumentare delle piogge. E quel che è peggio, il Deutsches Wetterdienst, il servizio meteorologico federale, preannuncia ancora una settimana di forti precipitazioni, e niente speranze di schiarite e sole prima del weekend. L’esondazione di Reno o Danubio, per quanto di solito la protezione civile (Technisches Hilfswerk, THW) e i sistemi e barriere preventivi siano qui molto efficienti, potrebbe minacciare molte grandi città: da Berna in Svizzera a Coblenza, o Colonia che ha oltre un milione di abitanti, o poco più a nord Duesseldorf, la metropoli della moda e dell’acciaio, o Dortmund e a lei adiacenti le altre città della megalopoli del territorio industriale-minerario della Ruhr.
Non va meglio in altri Paesi. Le esondazioni minacciano Berna (la capitale elvetica), Vienna, Budapest. E vaste zone agricole o d’allevamento in tutta l’Europa centrale dove già gli agricoltori temono devastanti, finanziariamente rovinose perdite dei raccolti. Stato di calamità, massimo allarme, ogni tedesco sa cosa voglia capire: la Bundeswehr, le forze armate federali, sono in mobilitazione totale, pronte a intervenire in corsa ovunque con gli enormi elicotteri-cargo Sikorsky Super Stallion, camion, mezzi anfibi. Già adesso qua e là nelle zone inondate e sui fiumi il rombo dei grigi Tornado da ricognizione della Luftwaffe, capaci con i loro sensori e fotocamere di seguire e analizzare in corsa l’evolversi della catastrofe meteorologica, rompe il silenzio. Per quei giovani piloti, e per molti soldati, era appena finita con il ritiro in corsa la pericolosissima missione in Afghanistan dove hanno visto cadere tanti loro compagni d’armi. Adesso, scampati ai crudeli Taliban, affrontano la forza scatenata della catastrofe naturale.
(02 giugno 2013)
IN ITALIA
ROMA - E’ il maggio più freddo dal 1991. Lo dicono i meteorologi che prevedono piogge, temporali sparsi e temperature sotto la media ancora fino a metà della prossima settimana. Il maltempo danneggia anche l’agricoltura: la Coldiretti denuncia perdite per oltre un miliardo di euro. Mentre i negozianti milanesi di abbigliamento lamentano un calo delle vendite: con questo freddo chi ci pensa a comprare vestitini leggeri? E così lo shopping estivo è in frenata.
Pazza primavera. E’ il quadro di questa pazza primavera, ormai prossima a lasciare spazio all’estate senza avere avuto la possibilità di manifestarsi. Non abbiamo potuto godere delle tiepide brezze del mese di maggio, che è stato invece il più freddo da 22 anni a questa parte. Un maggio così fresco l’Italia non lo viveva, infatti, da quando, nel lontano 1991, sulla Valpadana si sfiorarono gli 0°C e al Sud le temperature scesero sotto i 5°C persino sulle città costiere (Trapani registrò 4°C ). Il meteorologo di 3bmeteo.com, Edoardo Ferrara, spiega: "Negli anni 2000 ci siamo abituati a frequenti anticipi d’estate già a maggio, che spesso si è rivelato più caldo del normale. Così sorprende più del dovuto constatare ora un periodo così fresco ed instabile che, per quanto piuttosto anomalo, si verificava invece ben più frequentemente prima degli anni ’90".
L’estate arriverà. Una situazione anomala che penalizza pure l’Europa centro-occidentale con clima insolitamente fresco e piovoso, tanto che nell’ambiente meteorologico c’è chi preannuncia un anno senza estate, anche per l’Italia. Ma gli esperti di casa nostra sono più ottimisti: "La nostra opinione è che invece l’estate saprà rialzare la testa sull’Italia, in particolare al Centrosud - precisano da 3bmeteo.com - in quanto mancano alcune condizioni base che in passato hanno portato freddo e neve a quote basse anche nel trimestre estivo. Non sarà un’estate 2013 particolarmente brillante, almeno in una prima fase, ma sole e caldo non dovrebbero mancare soprattutto al Centrosud. Un po’ più sottotono invece al Nord, con maggiori spunti piovosi o temporaleschi, ma comunque in un contesto climatico più caldo di quello attuale".
Le previsioni per la prossima settimana. Per i prossimi giorni, "piogge, temporali sparsi e temperature sotto le medie ci terranno compagnia ancora fino a metà della prossima settimana - conclude l’esperto di 3bmeteo.com - anche se domenica 2 giugno godremo di tempo più soleggiato, specie su coste e pianure; più penalizzate invece le aree montuose, ad elevato rischio acquazzone. Dopo il 6-7 giugno dovrebbe tornare l’alta pressione, garanzia di tempo più stabile con i primi caldi di stagione, specie al Centrosud; Nord invece a tratti lambito dagli umidi venti atlantici, con ancora qualche acquazzone o temporale".
Coldiretti, danni all’agricoltura. Intanto salgono a oltre un miliardo i danni, le perdite ed i maggiori costi provocati all’agricoltura dalla primavera più instabile del secolo che con freddo e pioggia anomali dopo il Nord ha investito anche il Centro Italia, dove alla perdite delle coltivazioni si aggiunge il pericolo per l’alimentazione degli animali che non hanno fieno. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti del maltempo nelle campagne dove sono state avviate le procedure per la richiesta della stato di calamità nei territori colpiti.
Nelle regioni del Nord, dal Piemonte, alla Lombardia, dal Veneto all’Emilia Romagna è stato tagliato oltre il 30 per cento i raccolti delle principali produzioni dal pomodoro al riso, dalle patate alla frutta, dalla soia al mais fino al fieno, ma - sottolinea l’associazione - lo spostamento della perturbazione al Centro, dove è caduta anche la grandine, ha fatto salire la conta dei danni. In Umbria si profila una tardiva fienagione con perdita di quantità e qualità di foraggio, con ripercussioni negative sugli allevamenti mentre si prevede un significativo calo variabile nelle diverse zone tra il 30 e il 40 per cento per grano, orzo e avena. Conseguenze gravi si avranno anche su mais e girasole e sugli ortaggi. In Toscana si registrano ritardi nella vegetazione dei vigneti, mentre nel Lazio a causa della pioggia - continua la Coldiretti - non si è riusciti a seminare in molte zone e i raccolti sono in molti casi compromessi.
Il freddo frena lo shopping estivo. Ed è crollo anche per le vendite di abbigliamento primaverili, in caduta del 12%. Mentre il cielo continua a fare i capricci, il presidente di Federmoda Milano Renato Borghi spiega che ormai "non si recupererà nulla. La primavera ormai è saltata, quanto all’estate, non farà in tempo ad arrivare il primo caldo che sarà già ora di saldi". Da mesi ormai le vetrine sono "smanicate" - canottiere, short, vestitini, gonne - ma raramente colpite dal sole, finora rigate da molta pioggia. "Le vendite vanno molto male, l’avversità climatica non va che a sommarsi ad una situazione già drammatica - ha aggiunto Borghi - colpisce un contesto già di forte debolezza, visto che da anni c’è una generale contrazione dei consumi dovuta al calo di reddito delle famiglie. Il settore abbigliamento è quello più drammatico, il cambio di stagione di solito sollecita molto l’acquisto. Non quest’anno".
(01 giugno 2013)
PEZZO DI JENNER MELETTI OGGI SU REPUBBLICA
PAVIA
— Le risaie, in questa primavera che fra tre settimane abbraccerà l’estate, dovrebbero essere verdi e piene d’acqua. E invece alcune sono asciutte e senza riso, e in quelle allagate si vedono piantine troppo piccole e grandi chiazze vuote, dove non cresce nulla. Sembrano un campo da calcio ad agosto. «Quest’anno sarà davvero difficile — dice Paolo Braschi, coltivatore di Vistarino — fare un risotto come si deve. Mancheranno carnaroli, vialone nano, baldo e arborio. Sono i risi migliori e più pregiati, ma per maturare hanno bisogno di un mese in più, rispetto agli altri, e se semini a giugno rischi di non portarli a maturazione. E allora piantiamo le qualità loto e selenio, speriamo bene».
Troppa pioggia, nelle nostre campagne. Troppo freddo. Un maggio così non si vedeva dal 1991. La Coldiretti nazionale ha fatto i conti: i danni per i coltivatori arrivano già a 1 miliardo di euro. Mancheranno non solo il riso (meno 35-40%) ma anche il mais (meno 40-50%) e il foraggio (meno 35%). Mais e fieno sono gli alimenti principali
per i bovini, e dunque saliranno i prezzi di carne e latte. Problemi seri anche per il vino, perché i terreni bagnati impediscono la lotta contro le malattie della vite. Per la frutta, in Veneto, con il freddo che ha fatto cadere i fiori, si è già perso il 70% di mele, ciliegie e albicocche. Doveva terminare a metà maggio, la semina del riso. Chi ha scelto di seminare in acqua — come si faceva un tempo — in gran parte ha perso soldi e fatica perché, con il freddo, sono spuntate le alghe che hanno soffocato semi e piantine. Chi ancora aspetta la semina in asciutto, si trova con le risaie piene di erba e senza la possibilità di entrare con le macchine perché il terreno è troppo fangoso. «Anche il riso che è riuscito a nascere — dice Paolo Braschi — non riesce a crescere, a causa del freddo. Ieri, qui, c’erano 9 gradi. Le “chiazze” nelle risaie? Non siamo riusciti a livellare il terreno. Per il
carnaroli e gli altri risi pregiati purtroppo non abbiamo speranze. Se lo seminiamo adesso, quando arriverà il caldo sarà troppo debole e sarà colpito dal cosiddetto “aborto floreale”: succede quando il fiore non produce la spiga».
«Io mi chiedo — dice Luigi Rizzo, coltivatore di Gazzo, nell’Alta Padovana — cosa daremo da mangiare alle nostre vacche. Ormai nei prati stabili dovrebbe essere il tempo del secondo sfalcio e non abbiamo fatto nemmeno il primo, che di
solito inizia ai primi di maggio. Quando riusciremo a entrare nei campi questo primo fieno sarà vecchio, pieno di marciume. E non potremo nemmeno salvarci con il mais. Le scorte sono finite, perché l’anno scorso il raccolto è stato falcidiato dalla siccità e poi dalle aflatossine. Da noi si dice che per San Marco, il 25 aprile, ogni terreno deve essere pronto alla semina. Invece quest’anno in tante zone ancora non siamo riusciti ad arare, e poi a spargere il letame. Così ci troviamo
con campi non seminati e il primo foraggio marcio. La possibilità di piantare almeno qualche varietà di mais, di quelle che maturano in breve tempo, è per ora solo una speranza».
Il miliardo di danni colpirà soprattutto le tasche dei coltivatori. «Non sono previsti rimborsi — dice Sandra Chiarato della Coldiretti veneta — per chi vede il suo raccolto andare in fumo. I contadini dovrebbero fare l’assicurazione, ma la spesa è troppo alta». Con un calo
della produzione, il danno sarà pagato anche dai consumatori, con le speculazioni sui prezzi. «Ho visto cose — racconta Emanuele Barattin, coltivatore di Treviso — che né io che ho quasi cinquant’anni né mio padre avevamo mai visto: viene da piangere, a guardare i nostri campi, da sempre così fertili, che non riescono a produrre. Per il mais, la soia e il frumento nelle province di Treviso e Venezia ci sarà un calo del 50%. I pochi che sono riusciti a seminare il mais adesso devono piantare altri semi perché i primi sono stato distrutti dai funghi. Nel grano ci sono malattie come il fusarium e la septoriosi. La spiga si sta formando, la tocchi e scopri che è vuota. Nei vigneti c’è il disastro. Per arrivarci e fare i trattamenti dovresti usare macchine con i cingoli, devastando terreni delicatissimi. Il maltempo non finisce più. Ieri un temporale ha colpito una lunga fetta di campagne fra Pordenone e Conegliano. Anche adesso, dalla parte delle montagne, stanno arrivando nuvole nere». Nuvole nere che porteranno nuovi danni ai campi. Poi alle tavole e ai bilanci di tutte le famiglie italiane.