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 2013  giugno 01 Sabato calendario

COME NEGOZIARE LA PACE IL TRATTATO DI VERSAILLES

Michael Tsur ha portato come esempio di un negoziato condotto magistralmente il trattato fra i vincitori della prima guerra mondiale e la Germania «che non fu umiliata» (la Lettura, 19 maggio). La mia cultura è fatta sui manuali ed essi affermano il contrario. Mi piacerebbe un suo parere.
Mario Accolti Gil
m.accolti@tiscali.it
Caro Accolti Gil, non conosco personalmente Michael Tsur, l’avvocato di Gerusalemme che ha fondato l’«Istituto per la risoluzione dei conflitti e la mediazione»; e non sono in grado di giudicare il suo lavoro. Ma confesso che l’elogio del Trattato di Versailles e l’affermazione secondo cui la Germania non sarebbe stata umiliata, mi ha lasciato a bocca aperta. Quando il governo di Berlino chiese l’armistizio, nessuno dei suoi nemici era riuscito a mettere piede sul territorio nazionale e l’esercito tedesco occupava ancora una parte dell’ex impero zarista. Lo Stato guglielmino morì, letteralmente, di fame. Quando le piazze si riempirono di gente, le fabbriche smisero di lavorare e i militanti della sinistra massimalista cominciarono a diffondere il verbo della Rivoluzione d’Ottobre, l’imperatore dovette abdicare e il Paese precipitò nel caos. Il problema, a quel punto, non era soltanto tedesco ma europeo. Era saggio dimenticare il «pericolo rosso», addossare ai tedeschi l’intera responsabilità del conflitto, costringerli a firmare un trattato che fu giustamente definito «Diktat», imporre indennizzi che avrebbero tragicamente rallentato la ricostruzione e pesantemente condizionato il futuro del Paese? Un economista che faceva parte della delegazione britannica inviata a Parigi per i negoziati di pace, John Maynard Keynes, cercò di spiegare che le condizioni punitive imposte alla Germania avrebbero creato le condizioni per nuovi conflitti. Ma si scontrò con l’ottusa resistenza della delegazione francese. Il suo libro sulle Conseguenze economiche della pace è un testo profetico.
Quanto al «magistrale» Trattato di Versailles, caro Accolti Gil, l’obiettivo, nelle intenzioni del presidente americano Woodrow Wilson, era una pace senza annessioni e indennizzi per un mondo in cui i conflitti tra le potenze sarebbero stati risolti pacificamente sotto l’egida della Società delle nazioni. Ma dal tavolo della pace uscirono annessioni, indennizzi e una organizzazione impotente. Cominciò dalle clausole concordate a Versailles la lunga marcia verso la Seconda guerra mondiale.
Sergio Romano