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 2013  maggio 31 Venerdì calendario

L’EUROPA ABOLIRA’ I COSTI DI ROAMING?

La Commissaria europea per le telecomunicazioni e l’agenda digitale, Neelie Kroes, ha annunciato ieri al Parlamento europeo che proporrà di abolire i costi di roaming in Europa.

Il pacchetto di norme dovrebbe vedere la luce «entro Pasqua 2014». Ma cos’è il roaming?
Ogni volta che andiamo all’estero con il cellulare, usciamo dal raggio d’azione delle compagnie di telefonia italiane e dei loro ripetitori. Il roaming internazionale è quello che ci consente, in quei casi, di usare il telefonino appoggiandoci alla rete di un operatore locale. Il meccanismo prevede una commissione per l’azienda straniera: ecco perché chiamare dall’estero verso l’Italia (per chi chiama) o dall’Italia verso fuori (per chi riceve) costa più di una normale telefonata.

C’è grande differenza tra una chiamata nazionale e una fatta dall’estero?
Fino a pochi anni fa sì: per chiamare dall’estero le tariffe erano piuttosto alte e variavano molto anche da gestore a gestore. Tutto è cambiato a partire dal 2007, quando – grazie a una norma della Commissione europea – è entrata in vigore la cosiddetta «Eurotariffa», che ha messo dei limiti ai costi per telefonate e sms. Il tetto imposto da Bruxelles si abbassa ogni anno e vale per i 27 Paesi dell’Unione e anche per Islanda, Norvegia e Liechtenstein. Oggi, a prescindere dall’operatore e considerando le tariffe base, chiamare l’Italia da uno dei Paesi dell’Unione Europea costa 35 centesimi al minuto. Mandare un Sms costa 10,9 centesimi. Dal 1° luglio i prezzi scenderanno ancora: massimo 28,8 centesimi per le chiamate e 9,6 per gli sms.

Addirittura meno di 10 centesimi per un messaggino?
Già, un fatto curioso. Basti pensare che un messaggino nazionale può arrivare a costare anche 15 centesimi, in base ad alcuni piani telefonici. Insomma, mandare un sms dall’estero all’Italia finisce spesso per essere più conveniente.

Ricevere una telefonata all’estero, invece, è gratis?
No, il roaming ha dei costi anche per le chiamate in arrivo su un telefonino italiano fuori dai confini. Anche in questo caso, però, l’Eurotariffa ha dato un bel taglio ai prezzi e – sempre a patto di trovarsi in uno dei 30 Paesi interessati dalle norme europee – si pagano 9,7 centesimi per ogni minuto di conversazione. Da luglio, si scenderà a 8,4 centesimi.

E se sono in un Paese extra­Ue?
Lì il discorso cambia. Le tariffe salgono e oscillano molto in base all’operatore e soprattutto a seconda del Paese. Per esempio, telefonare dagli Usa verso l’Europa costa 96 centesimi al minuto con Tre, 2 euro con Wind e Tim, 3 euro con Vodafone. Pure in questo caso si tratta solo di tariffe base e bisogna tener conto che tutti gli operatori hanno speciali offerte proprio per chiamate e messaggi dall’estero, pacchetti dedicati a chi – magari per lavoro – viaggia spesso.

Ci sono dei limiti anche per chiamare dall’Italia verso un altro Paese europeo?
No, l’Eurotariffa si applica solo al roaming internazionale. Quando si chiama dall’Italia, si usano i normali operatori e logicamente il meccanismo non scatta.

E per l’accesso a Internet dal cellulare?
Per quello ci sono delle tariffe massime, pari a 70 centesimi per ogni megabyte di traffico. Da luglio si passerà a 45 centesimi. Inizialmente non era previsto un tetto, poi la diffusione degli smartphone ha fatto in modo che si corresse ai ripari anche in questo campo. Tra l’altro, per quanto riguarda Internet, la tutela è doppia. Non è facile quantificare e tenere sotto controllo i megabyte di traffico e così, quando si arriva a spendere 50 euro in un mese, scatta un blocco al servizio dati.

Quindi ora i costi di roaming spariranno del tutto?
È presto per dirlo: quella di Neelie Kroes è ancora una proposta e l’iter non è mai breve. Di certo la commissaria Ue si è mostrata molto determinata a portare avanti quella che ha definito «una battaglia per mostrare ai cittadini che la Ue influisce davvero sulle loro vite». Davanti al Parlamento Europeo, Kroes ha spiegato che le nuove norme sarebbero positive anche per l’economia del continente: «Abbattere barriere fa bene alla crescita. Però quando penso a questo pacchetto di provvedimenti penso soprattutto al loro impatto sulle persone, prima che ai numeri».

Quali sono gli ostacoli?
È facile capire che il pacchetto è abbastanza indigesto agli operatori di telefonia. La stessa Eurotariffa è stata fonte di numerose polemiche e le grandi aziende del settore l’hanno considerata un’intromissione poco opportuna nel libero mercato. L’Etno, l’associazione che riunisce gli operatori europei delle telecomunicazioni, si era già fatta sentire due giorni fa. «Il mercato unico non deve essere imposto attraverso nuovi vincoli - si legge in un comunicato -. Reti e operatori ormai abbondano in gran parte dei Paesi, ma hanno bisogno di un quadro normativo più semplice, che renda più facile investire. Così si potrà arrivare a un mercato digitale comune in modo naturale».