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 2013  maggio 31 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - DDL PER ABROGARE IL FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI


ROMA - Sparisce il sistema dei rimborsi diretti ai partiti. Dopo due ore di riunione, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge che introduce un nuovo sistema di finanziamento della politica basato sulle contribuzioni volontarie. Alla conclusione della riunione, il premier non rinuncia a comunicare la sua soddisfazione via twitter: "Il Cdm ha appena approvato il ddl di abrogazione del finanziamento pubblico partiti e passaggio a incentivazione fiscale contributi cittadini", ha scritto Enrico Letta.
Letta: "Parlamento approvi rapidamente". Nel pomeriggio, durante la conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, il premier sottolinea che è la fine del finanziamento pubblico ai partiti come l’avevamo conosciuto finora. "Abbiamo mantenuto la promessa", dice. Poi un appello al Parlamento: "Confido che l’approvi rapidamente", aggiunge, perché questo disegno di legge serve per ridare "credibilità" alla politica. "La coesione politica della maggioranza" ha concluso Letta, "è stata importante su questo tema. Voglio ringraziare i partiti perché è un passo che i cittadini aspettavano".

Se il ddl verrà approvato senza modifiche dal Parlamento, l’abolizione del finanziamento sarà graduale. Il sistema di regolamentazione della contribuzione volontaria ai partiti politici prenderà avvio nel 2014, ma andrà a regime nel 2016. Solo a giugno 2015 gli italiani saranno infatti chiamati a dichiarare i propri redditi relativi al 2014. A quel punto saranno necessari altri mesi per permettere all’erario di stabilire l’ammontare esatto della quota del 2 x 1000 da destinare a ciascun partito politico. Il primo anno la riduzione dei rimborsi sarà al 60% e proseguirà in modo graduale scendendo al 50% il secondo anno e al 40% al terzo.
Inoltre - spiega il ministro Quagliariello - si inizia anche a dare attuazione all’articolo 49 della Costituzione: la nuova legge prevede che lo Stato fornisca servizi ai partiti come "spazi in Tv autogestiti, sedi, luoghi per tenere congressi, esenzioni per le bollette. Questo è un punto che si vuole molto sviluppare".
Il ddl approvato dal Consiglio dei Ministri prevede una norma destinata a far discutere, soprattutto il Movimento Cinque Stelle: per accedere ai benefici i partiti dovranno organizzarsi secondo "requisiti minimi idonei a garantire la democrazia interna". Solo così potranno ricevere erogazioni volontarie fiscalmente detraibili, somme destinate attraverso il 2 per mille e usufruire gratuitamente di spazi e servizi per la comunicazione.
Diversamente da proposte di legge circolate nei giorni scorsi, come la Finocchiaro-Zanda, si tratta di condizioni non per presentarsi alle elezioni ma solo per usufruire di donazioni dei cittadini e servizi da parte dello Stato.
I punti principali del ddl. Ma come funzionerà il nuovo metodo di finanziamento? Al posto del finanziamento pubblico entrerà in funzione un nuovo sistema che si fonderà sulla contribuzione da parte dei privati e che si potrà effettuare attraverso detrazioni e 2 x 1000.
Chi potrà accedere al nuovo sistema. Potranno essere ammessi ad ottenere il finanziamento privato in regime fiscale agevolato i partiti politici che abbiano conseguito, nell’ultima consultazione elettorale, almeno un rappresentante eletto alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica o in un’assemblea regionale, o che abbiano presentato, nella stessa consultazione elettorale, candidati in almeno tre circoscrizioni per le elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati o in almeno tre del Senato della Repubblica o delle assemblee regionali, o in almeno una circoscrizione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia.
Detrazioni. Le erogazioni liberali in denaro, effettuate dalle persone fisiche in favore dei partiti politici, avranno dall’imposta lorda una detrazione pari: al 52 per cento per importi compresi fra 50 euro e 5.000 euro annui; al 26 per cento (stessa percentuale di detrazione riservata per erogazioni alle Onlus) per importi tra i 5.001 e i 20.000 euro.
Il 2 per mille. E’ previsto il sistema del 2xmille da destinare volontariamente a un singolo partito con la dichiarazione dei redditi. Per ragioni tecniche comparirà solo nella dichiarazione dei redditi 2014, ovvero quella che gli italiani compileranno nel 2015 e pertento ai partiti prima del 2016 non arriveranno soldi, il cui totale dovrà comunque essere inferiore al tetto attuale del finanziamento pubblico per far risparmiare lo Stato (chi barra il 2xmille toglie soldi all’erario). Fino al 2016, dunque, rimarranno in vita i rimborsi tradizionali, anche se drasticamente tagliati di anno in anno.
Trasparenza. Per ottenere i contributi volontari, i partiti politici dovranno organizzarsi secondo requisiti minimi idonei a garantire la democrazia interna. Dovranno anche assicurare la trasparenza e l’accesso a tutte le informazioni relative al proprio funzionamento, anche mediante la realizzazione di un sito internet, completo nelle informazioni, chiaro nel linguaggio, facile nella consultazione. Su questo sito dovrà essere pubblicato il rendiconto di esercizio corredato dalla relazione sulla gestione e dalla nota integrativa, nonchè il verbale di approvazione del rendiconto di esercizio.
In più i partiti politici avranno diritto ad accedere a spazi televisivi messi a disposizione a titolo gratuito dalla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo ai fini della trasmissione di messaggi (della durata massima di un minuto) diretti a rappresentare alla cittadinanza i propri indirizzi politici.
5 Stelle critici: legge-truffa, proteste clamorose. Polemica la nota diffusa dai deputati grillini a commento del testo uscito dal Consiglio dei Ministri riguardo al finanziamento ai partiti: "E’ un vittoria morale per il movimento 5 stelle che ha imposto l’agenda politica al governo, ma è una "legge-truffa", una presa in giro per i cittadini che continueranno a pagare per far campare i partiti", si legge in una nota diffusa dal movimento. "Di fatto a riempire le casse delle forze politiche saranno sempre gli italiani tramite risorse che saranno sottratte al bilancio dello Stato".
Il nodo sollevato riguarda, principalmente, l’"inoptato". "Non solo il finanziamento ai partiti non avrà efficacia hic et nunc, come invece previsto dalla proposta di legge a 5 Stelle, dato che si spalma su tre anni, ma con la misura sull’"inoptato" i partiti imporranno una sorta di prelievo forzoso ai contribuenti. Proprio come accade con l’otto per mille alla Chiesa, infatti, il due per mille non espressamente destinato alle forze politiche sarà comunque distribuito ai partiti, entro una certa quota, in modo proporzionale rispetto alle somme stanziate in via esplicita. Equivale a dire: "o me li dai o li prendo da me". In questo modo le forze della maggioranza tentano di salvare le penne. Sanno bene, infatti, che se i cittadini potessero decidere in piena libertà, lascerebbero questi partiti a bocca asciutta", proseguono i deputati M5S. Che annunciano ora "proteste clamorose".
Dal Pd, Laura Puppato definisce un errore la scelta di cancellare ogni contributo pubblico. "Sbaglieremo, perché saremo l’unico paese europeo e pagheremo un prezzo troppo alto", dice la senatrice, sottolineando il rischio che la politica diventi asservita ad un qualche gruppo economico, imprenditore o banchiere.
L’allarme. La sfida è complessa: la riforma dovrà passare in Parlamento e costringerà i partiti, in primo luogo Pd e Pdl, a ripensare (e tagliare) la loro organizzazione in termini di sedi, dipendenti e strutture. Ieri dal Pd era arrivato un grido d’allarme da parte del tesoriere Antonio Misiani: la situazione economica del partito "è drammatica", aveva detto, e con l’abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti diventa "inevitabile" il ricorso alla Cassa integrazione per i 180 dipendenti. Oggi però Misiani ha proposto una terza via, a metà tra il vecchio sistema e quello anglosassone. "La via intermedia - ha detto il tesoriere Pd - può essere quella di un sistema basato sull’autofinanziamento ma con un forte incentivo per le piccole donazioni e tetti massimi per le grandi donazioni".
Anche il Pdl deve tirare la cinghia. Il partito si trova a fare i conti con spese di gestione, affitti delle sedi e stipendi dei circa 200 dipendenti. A rischio, raccontano, potrebbero essere in futuro anche gli stipendi dei dipendenti se non si trovano le risorse necessarie. Tra i primi a lanciare l’allarme rosso, già con i tagli di bilancio decisi un anno fa, ora torna a farsi sentire il tesoriere pidiellino Maurizio Bianconi, che guarda con preoccupazione al ddl appena varato dal Cdm: "I problemi del Pd sono uguali ai nostri, il Pdl si trova nella stessa situazione, vediamo prima quanti soldi ci tolgono e poi deciremo".
Il Pdl ha già congelato i contratti a termine e a progetto dei propri dipendenti (quasi tutti in scadenza) senza nemmeno che si parli di cig. La prossima settimana potrebbe tenersi un summit decisivo tra i segretari amministrativi e rappresentanti legali del partito, Rocco Crimi e Maurizio Bianconi, a quale dovrebbe prendere parte Silvio Berlusconi.
(31 maggio 2013)

DA REPUBBLICA.IT DI IERI
Non meno laboriosa la preparazione del ddl di riforma del finanziamento ai partiti che dovrebbe prevedere: l’abrogazione delle norme vigenti sul finanziamento pubblico; procedure rigorose in materia di trasparenza di statuti e bilanci dei partiti; la semplificazione delle procedure per le donazioni dei privati in favore dei partiti, pur mantenendone la tracciabilità; l’introduzione dei meccanismi di natura fiscale, sulla falsariga dell’8 per mille, ma limitato all’1 o al 2 per mille.
E proprio sulla riforma del finanziamento, Letta riceve una proposta di legge firmata, tra gli altri, dai deputati Tocci, Civati, Madia, Mucchetti, Rotta, Mineo, Decaro. Un provvedimento prevede tre strumenti per ripartire dalla libera scelta dei cittadini: il contributo pari all’uno per mille del gettito Irpef da ripartire secondo le indicazioni dei contribuenti; il credito d’imposta per le libere donazioni private con massimali ben definiti; il rimborso parziale delle spese elettorali effettivamente sostenute. "L’idea di fondo - spiegano i deputati del Pd - è quella di ritrovare un legame stretto tra la partecipazione dei cittadini e le forme di finanziamento dei partiti, per restituire credibilità alla politica".
Il Pd: "Rischio cig per 180 dipendenti". La situazione economica del Pd "è drammatica" e con l’abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti diventa "inevitabile" il ricorso alla Cassa integrazione per i 180 dipendenti. Lo ha detto il Tesoriere Antonio Misiani incontrando oggi i dipendenti.
Alla luce del taglio dei finanziamenti pubblici, tanto più se si arriverà all’abolizione, il Partito democratico si accinge dunque a compiere dei tagli con ripercussione anche sul personale. "E’ inevitabile un ridimensionamento della struttura - ha spiegato Misiani all’Agi -. Con le rappresentanze dei lavoratori discuteremo degli strumenti da adottare".
"Ancora nulla è stato deciso - ha tenuto a precisare il tesoriere del Pd - non ho mai parlato di numeri, del resto non sarei in condizione di farne. Perché la nuova normativa in arrivo ancora non è nota ed è impossibile stimare a oggi le eventuali entrate dal 2 per mille e dalle erogazioni liberali".
(30 maggio 2013)

ECOBONUS ECC. (REPUBBLICA.IT)
ROMA - Via libera del Consiglio dei ministri alla proroga dei bonus fiscali per le ristrutturazioni e il risparmio energetico. Secondo il decreto legge, il bonus per l’efficienza energetica è prorogato dalla fine di giugno al 31 dicembre 2013 e sale dal 55 al 65%; il testo originario prevedeva l’aumento al 75%, ma è stato ridotto su pressione del ministero dell’Economia. L’ecobonus al 65% si estende sia ai privati cittadini che ai condomini. La percentuale degli sgravi sulle ristrutturazioni è confermata al 50%.
L’ecobonus per l’efficienza energetica varrà fino al 31 dicembre 2014 per i condomini se gli interventi saranno "importanti", ovvero se implicheranno la riqualificazione di "almeno il 25% della superficie dell’involucro" del palazzo. Il decreto, inoltre, contiene l’estensione dell’agevolazione fiscale sulle ristrutturazioni per la riqualificazione antisismica nelle aree a rischio.
La proroga concessa oggi all’ecobonus è "un’ultima conferma, e non ne sono previste successive, stabilita per dare la possibilità a quanti non lo avessero già fatto di migliorare l’efficienza energetica del proprio edificio", si legge nel comunicato diffuso da palazzo Chigi. L’ecobonus sarà pagato dall’aumento
dell’iva sui gadget legati ai prodotti editoriali e sulle bevande e prodotti alimentari dei distributori automatici. La proroga dei bonus sulla casa è stata fatta "senza creare ulteriore debito, ma muovendoci nella direzione della razionalizzazione e semplificazione" all’interno del bilancio, ha detto il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, illustrando i contenuti del decreto in conferenza stampa a palazzo Chigi. "E’ un provvedimento - ha spiegato - non irrilevante in termini di costo per l’Erario perché copre un decennio: è un costo di 200 milioni l’anno per 10 anni e in Cdm abbiamo provveduto a coprirlo in particolare con interventi di razionalizzazione delle aliquote dell’Iva che sono più basse rispetto alla norma. Questa è già una raccomandazione che ci viene da parte della Ue".
Al termine della riunione del Cdm, durata circa due ore, il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha specificato che "il bonus energetico è stato esteso al 65%, ma la sua durata si sdoppia: proroga di un anno per i condomini, di 6 mesi per i privati cittadini. Confermato anche il bonus per ristrutturazione edilizia al 50%, che comprende anche gli interventi di adegumento antisismico. Ci sarà un’agevolazione anche per i mobili, ma per quelli "fissi, compresi nella muratura, e non letti, comodini e altro", ad esempio quelli parte di cucine.
La differente durata della proroga del bonus per l’efficientamento energetico degli edifici è legato alla possibilità di accedere ai finanziamenti del fondo Kyoto gestito da cassa depositi e prestiti, un fondo rotativo per il finanziamento delle misure di riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra, finalizzate all’attuazione del protocollo. Ai finanziamenti agevolati è applicato un tasso di interesse dello 0,50%, a cui occorre aggiungere le commissioni applicate dalla banche convenzionata. Lo scopo della differente durata dell’ecobonus decisa oggi è legata proprio alla durata del fondo. Inoltre, si fa notare, gli interventi medi che può realizzare un condominio sono di rilevanza e durata superiore a quelli che possano riguardare un singolo appartamento.
"Si tratta di due pezzi - ha spiegato Zanonato - : una è la ristrutturazione edilizia che è al 50%, e dentro c’è qualcosa sull’adeguamento antisismico". Per quel che riguarda il bonus relativo alla mobilia, "per mobili si intende mobili fissi quali armadi a muro, cucine, tutte cose che in molti paesi fan parte dell’edificio, e non letti, comodini eccetera". Insomma, "tutte quelle parti che sono fisse all’interno di un appartamento".
La metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici tiene conto, tra l’altro, delle caratteristiche termiche dell’edificio nonché degli impianti di climatizzazione e di produzione di acqua calda. Vengono fissati i requisiti minimi di prestazione energetica, da applicarsi agli edifici nuovi e a quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti, e sono riveduti ogni 5 anni. Nasce la definizione di "edifici a energia quasi zero" e viene redatta una strategia per il loro incremento tramite l’attuazione di un Piano nazionale che comprenda l’indicazione del modo in cui si applica tale definizione, gli obiettivi intermedi di miglioramento della prestazione energetica degli edifici di nuova costruzione entro il 2015, informazioni sulle politiche e sulle misure finanziarie o di altro tipo adottate per promuovere il miglioramento della prestazione energetica degli edifici.
Entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a "energia quasi zero". Gli edifici di nuova costruzione occupati dalle Amministrazioni pubbliche e di proprietà di queste ultime dovranno rispettare gli stessi criteri a partire dal 31 dicembre 2018. Viene, infine, previsto un sistema di certificazione della prestazione energetica degli edifici che comprenda informazioni sul consumo energetico, nonché raccomandazioni per il miglioramento in funzione dei costi. La redazione dell’attestato è obbligatoria in caso di costruzione, vendita o locazione di un edificio o di un’unità immobiliare, e per gli edifici occupati dalla Pubblica Amministrazione.
L’ecobonus innalzato dal consiglio dei ministri al 65% varrà dal prossimo primo luglio (data di scadenza delle precedenti detrazioni) al 31 dicembre ma, se i lavori di ristrutturazione saranno "importanti" e riguarderanno l’intero edificio, sarà prorogato fino al 31 dicembre 2014. "Per le spese documentate sostenute a partire dal 1 luglio 2013 fino al 31 dicembre 2013 o fino al 31 dicembre 2014 (per le ristrutturazioni importanti dell’intero edificio), - si legge nel comunicato di palazzo Chigi - spetterà la detrazione dell’imposta lorda per una quota pari al 65% degli importi rimasti a carico del contribuente, ripartita in 10 quote annuali di pari importo". La detrazione fiscale del 50% sarà valida sugli acquisti di mobili fino a 10mila euro.
"Grande soddisfazione" per il varo del decreto è stata espressa dal ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando. E’ positivo "l’allungamento dei tempi", ha detto Orlando, anche perché "la riqualificazione ambientale è diventata prevalente rispetto al precedente decreto". Questo decreto, ha aggiunto il ministro, è "importante per le imprese perché aumenta il livello qualitativo dell’intero settore" e rappresenta anche un rilancio "rispetto alla direttiva Ue sulla riduzione dei livelli di CO2".
Una misura "forte" per uscire dalla crisi. Così Dario Franceschini ha commentato l’aumento dell’ecobonus deciso oggi dal Consiglio dei ministri. Il ministrp dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha affidato il commento a un tweet: "Finito il Consiglio dei ministri. Ok a sgravi fiscali del 50% per ristrutturazioni, mobili, antisismica e 65% per ecobonus - ha scritto Lupi su Twitter - : bene, segnale concreto e forte per la ripresa".
"Nonostante i limiti di bilancio, il governo è riuscito a incentivare il lavoro, il miglioramento ambientale e la trasparenza fiscale. La conferma e l’aumento delle agevolazioni fiscali sono un segnale importante per il mondo delle costruzioni, che è un settore decisivo per l’economia del paese", ha commentato invece il segretario nazionale del Pd, Guglielmo Epifani.
"In questo momento la priorità è far ripartire le imprese stimolando gli acquisti e in questo senso il decreto in discussione oggi in consiglio dei ministri sull’ecobonus per le ristrutturazioni edilizie può costituire una grande occasione per le piccole e medie imprese e per la salvaguardia dei posti di lavoro che esse forniscono", ha dichiarato la senatrice del Pd Camilla Fabbri, componente della commissione Industria di Palazzo Madama. "Mi riferisco - ha spiegato la parlamentare democratica in una nota - alla possibilità di allargare le agevolazioni fiscali anche alle spese per l’acquisto di mobili destinati all’arredo delle case oggetto di ristrutturazione edilizia. Si tratterebbe di un concreto tentativo di rilanciare un settore della nostra economia che costituisce un patrimonio di eccellenza del nostro Paese"
(31 maggio 2013)

CORRIERE.IT
I contribuenti potranno decidere di destinare il 2 per mille delle loro imposte ai partiti, a cominciare dalla dichiarazione dei redditi che faranno nella primavera del 2015. Lo prevede il ddl del governo che abroga il finanziamento pubblico dei partiti, secondo quanto spiega il comunicato finale del Consiglio dei ministri.

LA RIPARTIZIONE - «I partiti politici che abbiano conseguito nell’ultima consultazione elettorale almeno un rappresentante eletto alla Camera o al Senato - spiega il comunicato - potranno essere ammessi alla ripartizione annuale del 2 x 1000 della propria imposta sul reddito. Una decisione che assumerà il contribuente, sempre a decorrere dall’anno finanziario 2014, in fase di dichiarazione dei redditi mediante la compilazione di una scheda recante l’elenco dei soggetti aventi diritto». Il che avverrà dunque sul 730 che verrà compilato nella primavera 2015. «A quel punto - spiega il comunicato - saranno necessari altri mesi per permettere all’Erario di stabilire l’ammontare esatto della quota del 2 x 1000 da destinare a ciascun partito politico. Fino a tale momento, e quindi in via transitoria, a tutti i partiti è riconosciuto il taglio: del 40 per cento nel primo esercizio successivo a quello dell’entrata in vigore del disegno di legge; del 50 per cento nel secondo esercizio successivo a quello dell’entrata in vigore del disegno di legge; del 60 per cento nel terzo esercizio successivo a quello dell’entrata in vigore del disegno di legge». Dal 2017 il finanziamento pubblico cessa. (Fonte: Ansa)