WWW.REPUBBLICA.IT 31/5/2013, 31 maggio 2013
ROMA - "Non credo di aver offeso il professor Rodotà", ma "non è il presidente del M5S... Non posso assistere impassibile alla costruzione di un polo di sinistra che ha come obiettivo la divisione del M5S in cui lui si è posto, volente o nolente, informato o meno, come punto di riferimento"
ROMA - "Non credo di aver offeso il professor Rodotà", ma "non è il presidente del M5S... Non posso assistere impassibile alla costruzione di un polo di sinistra che ha come obiettivo la divisione del M5S in cui lui si è posto, volente o nolente, informato o meno, come punto di riferimento". Il giorno dopo l’attacco multiplo lanciato da Beppe Grillo sul blog, che ha avuto nel mirino soprattutto Stefano Rodotà, candidato proprio dal M5S al Quirinale, il leader del Movimento scrive un post nel quale sostanzialmente spiega il motivo della sua rabbia, vale a dire la percezione che Rodotà sia al centro di una manovra messa in atto dalla Sinistra per dividere M5S. Grillo si difende dall’accusa di aver rivolto insulti al giurista, ma soprattutto sottolinea che non ha intentenzione di lasciarsi scippare il Movimento: "Il M5S non è nato per diventare il Soccorso Rosso di Vendola e Civati, di Delrio o di Crocetta. È una forza popolare che è del tutto indifferente alle sirene della sinistra e della destra che in realtà sono la faccia della stessa medaglia" si legge nel post dal titolo ’Cca’ nisciuno è fesso’, in cui c’e’ l’immagine di Totò che fa il gesto dell’ombrello. "Assistiamo all’assurdo di un governo che vuole combattere l’evasione fiscale sostenuto da Berlusconi, condannato in secondo grado per evasione fiscale". Sulle parole rivolte al giurista, "le cui onestà e intelligenza non sono in dubbio", Grillo ha sottolineato: "Non credo di aver offeso il professor Rodotà, le parole ’ottuagenario miracolato dalla rete’ le ha dette lui stesso in una telefonata con me", ma ha sottolineato l’indifferenza con la quale il giurista è stato trattato durante le presidenziali dal Pd: "Rodotà - scrive Grillo - appartiene alla sinistra, è stato presidente del Pds, poi messo in un angolo come un ferrovecchio dall’attuale dirigenza pdmenoellina che, a presidenziali aperte, non ha ritenuto di fargli neppure una telefonata, ma anzi gli ha chiesto il ritiro della candidatura attraverso sua figlia". Il capo M5S, tuttavia, non cela un po’ di rammarico per non aver avuto un confronto diretto con il professore: "C’è poi un piccolo aspetto umano, certo in politica non c’è riconoscenza, né me la aspetto. Ma se il professor Rodotà aveva delle critiche da farmi forse poteva alzare il telefono, lo avrei ascoltato. Invece - ha concluso Grillo - ha scelto il Corriere della sera per una critica a tutto campo a pagina intera subito dopo le elezioni amministrative". Rapporti con i media. A rendere il clima ancora più incandescente anche un incontro organizzato a Milano da Grillo con un gruppo di parlamentari grillini per decidere come gestire i rapporti con i media. L’appuntamento è negli uffici della ’Casaleggio’ in via Morone a Milano. I parlamentari presenti sono Vito Crimi, Roberto Fico, Laura Castelli, Alessandro Di Battista, Luigi di Maio, Paola Taverna, Giovanni Endrizzi, Laura Bottici e Paola Carinelli. La scelta dei parlamentari ha suscitato non poche proteste all’interno del Movimento. Ancora polemiche. Intanto non si placano le polemiche e le tensioni all’interno del Movimento: dopo che ieri l’Assemblea dei deputati si è riunita alla Camera per discutere, tra l’altro, della fuga di notizie interne, oggi tocca a Tommaso Currò, ’dissidente’ della prima ora nel Movimento 5 stelle, prendere la parola per rispondere al collega Luigi Di Maio. E lo fa su Facebook, per dire ’no’ ad imposizioni di altri e per rivendicare la libertà di espressione nel rispetto dell’articolo 67 della Costituzione. E si rivolge a Di Maio quando dice che chi non concepisce il Movimento come un "laboratorio di democrazia e partecipazione corale" farà sì che il "progetto" sia "destinato a fallire e chi non lo ha ancora capito pur vivendolo è, lui si, in malafede o fuori dalla storia". Niente imposizioni. "Sono trascorsi due mesi e mezzo dall’avvio della XVII Legislatura - scrive Currò su Facebook - e dopo diverse vicissitudini non sono più riuscito ad esprimere pensieri e riflessioni in libertà e serenità da questa pagina. Troppo spesso non ho condiviso le posizioni politiche assunte dal MoVimento, come troppo spesso ho dovuto mordermi la lingua di fronte a situazioni riguardanti la vita interna del nostro gruppo parlamentare, che non mi sono piaciute per niente. Ho limitato al minimo l’esercizio di critica, cercando di lavorare nel gruppo contestualmente. C’è una soglia di dignità minima in forza della quale una persona investita della responsabilità della rappresentanza politica ha il dovere di mantenere un profilo di indipendenza nel pieno rispetto della propria coscienza". Nuovi attacchi sul blog. Sul blog di Grillo, intanto, nuovo attacco al premier da parte di Paolo Becchi, professore di filosofia del diritto, che in un post dal titolo ’La dittatura che verrà’ scrive: "No, a Letta dei milioni di disoccupati, cassaintegrati, suicidati, giovani in attesa di primo impiego, studenti con tasse da pagare spropositate, piccole medie imprese che ogni giorno chiudono i battenti, no, di tutto questo non gliene frega proprio nulla. È un’altra Italia questa, che lui non vuol vedere. Pertanto il governo, invece di occuparsi dell’inesorabile declino economico e sociale del nostro Paese, ha deciso di puntare tutto sulla riscrittura della nostra Costituzione. Si è dato 18 mesi di tempo per eliminare l’unica cosa solida che ancora esiste in Italia". Rodotà e i luoghi comuni. A difendere la linea di Grillo sulla vicenda Rodotà ci pensa Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera in quota Cinque Stelle che - sempre su Facebook - scrive: "Il linguaggio vivace di Beppe lo conosciamo tutti. Io lo conosco da 7 anni almeno e non mi scandalizzo, è uno che dice sempre quello che pensa. È vero, se ci passi qualche ora insieme scopri che così come è sul palco, lo è anche nella vita. Tutti i deputati con cui ho letto l’articolo del Corriere della Sera di ieri, hanno espresso serie perplessità sui contenuti dell’intervista al prof Rodotà. ’Ora anche Rodotà è caduto nei luoghi comuni da Movimento?’ (31 maggio 2013)