Fabio Pozzo, La Stampa 31/5/2013, 31 maggio 2013
È NATA IN ITALIA LA LOVE BOAT A PROVA DI FUTURO
Sarà la moglie del futuro re d’Inghilterra, la principessa Kate Middleton, a rinnovare («Madrina in nome di Dio taglia!») il rito pagano con il quale si tengono a battesimo le navi.
La consorte del principe William (con pancione) taglierà, il 13 giugno a Southampton (il 16 il primo viaggio), il cavo della bottiglia di champagne che andrà a infrangersi sulla fiancata della «Royal Princess», la nuova ammiraglia della flotta di Princess Cruises, brand del Gruppo Carnival, primo operatore al mondo del settore crocieristico (proprietario anche di Co- STAMPAP sta Crociere). La nave è stata presentata ieri a Monfalcone da Fincantieri ed è la più grande mai costruita in Italia.
La prima cerimonia di varo avvenne nel 1418, quando Enrico V pagò al Vescovo di Bangor cinque libbre per inaugurare la più grande nave da guerra del suo tempo, la «Henri Grâce à Dieu». Da allora, prima con padrino e madrina, poi solo con madrina (ritenendo portasse sfortuna far battezzare una nave a un uomo), questo rito s’è rinnovato con regine, principesse, mogli di armatori, celebrità dello spettacolo. Nel Regno Unito il record di vari spetta alla Regina Elisabetta II per la «Qe2», la «Queen Mary 2» e la nuova «Queen Elizabeth», tutte di Cunard. Curioso e commovente che a Kate tocchi un’omonima della «Royal Princess», stessa compagnia, che tenne a battesimo, nel 1984, la Principessa Diana, madre del marito.
Va però messa da parte la storia, per parlare della nuova ammiraglia Princess. Anzitutto, perché è appunto la nave da crociera più grande mai costruita in Italia. È lunga 330 metri fuori tutto, tre volte il «Camp Nou», lo stadio del Barcellona. Ha un dislocamento di 141 mila tonnellate di stazza, circa tre volte quello del «Titanic». È stata costruita con 9 mila ore di lavoro e con 30 mila tonnellate di acciaio: tante quanto una volta e mezzo la Torre Eiffel. Per i sistemi di bordo sono stati utilizzati 4.800 km di cavi, una lunghezza pari alla distanza tra Trieste e Mosca andata e ritorno. Tra le curiosità più ludiche, è anche la prima nave di Princess a essere equipaggiata con una sirena politonale che riproduce la celebre melodia della serie tv «Love Boat» (versione inglese, non «Profumo di mare» del povero Little Tony, per intenderci).
A bordo, 1.780 cabine, tra cui 13 suites, l’81% con balcone, per una capacità massima di 4.200 passeggeri (3600 standard). E un totale di 5.600 persone imbarcate, compreso l’equipaggio. Un paese come Camogli, in pratica, ma galleggiante. C’è anche la passeggiata, se è per questo: si chiama «Sea Walk», ed è sospesa nel vuoto, con un pavimento di vetro, otto metri oltre il bordo della nave, 39 metri sopra il livello del mare (con annesso bar sospeso). Poi, aree relax riservate agli adulti, due maxi piscine, un grande cinema all’aperto...
Non solo, però. A caratterizzare questa nave è il grado d’innovazione, griffato made in Italy. Un prototipo, un unicum: dalla sicurezza, con l’applicazione di tutte le più recenti normative internazionali (che prevedono che, in caso di falla o incendio, la nave non debba essere abbandonata, ma piuttosto possa navigare e fornire i servizi di sicurezza, di abitabilità e comfort mentre procede verso il porto) al risparmio energetico e all’impatto ambientale. Una nave «a prova di futuro», adatta a tutti i profili di crociera e itinerari, dall’Alaska all’Australia.
Innovazione, in risposta al «gigantismo», l’altra strada intrapresa dal mondo delle crociere. Una risposta che viene dall’Italia, da Fincantieri, che è il leader mondiale di settore con una quota del 43%; una sfida al mercato della cantieristica, che vede in Europa i coreani di Stx France e Finland in difficoltà (vogliono vendere) e solo i tedeschi di Meyer Werft diretti concorrenti. A proposito: «Royal Princess» e l’unità gemella sono una commessa «soffiata» da Fincantieri proprio agli scali di Papenburg.