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 2013  maggio 31 Venerdì calendario

HERRAN HERRAN HERRAN HERRAN

Mi pare si sia riaccesa la discussione sulla trasmissione del cognome ai figli. Piero, figlio del signor Verdi e della signora Bianchi, si dovrà chiamare Piero Verdi, Piero Verdi Bianchi, Piero Bianchi Verdi o addirittura Piero Bianchi? Noi caratterizziamo la discendenza secondo la linea paterna, ma niente vieterebbe di caratterizzarla in chiave matrilineare, come avviene in altre culture. In fondo "mater semper certa est" mentre il padre deve solo aver fiducia nella sua signora. A meno di ammettere, come suggeriva Silvia Vegetti Finzi giorni fa sul "Corriere", che dare ai figli il cognome del padre sia in fondo l’unico modo di risarcire il genitore maschio riconoscendogli almeno un diritto legale.
LA PIÙ OVVIA sembra la soluzione spagnola, per cui il Rodrigo nato da Juan Lopez e da Juana Gutierrez si chiamerà Rodrigo Lopez Gutierrez. Ma se poi sposerà una Carmen Lozano Almeida come si chiamerà la loro figlia? Nel 1952 avevo incontrato un prete che si chiamava don Laurentino Herran Herran Herran Herran perché nato da un padre Herran Herran e da una madre Herran Herran. Se non fosse stato prete e avesse poi (per accidente improbabile ma non impossibile) sposato una donna col suo stesso cognome, i figli si sarebbero chiamati Herran Herran Herran Herran Herran Herran Herran Herran?
Per porre fine a questa fuga "in infinitum" credo che la legge spagnola prescriva per i figli il primo cognome del padre e il primo cognome della madre e dia, dal 1999, la facoltà di scegliere quale debba essere il primo. Non so se la cosa la decidano i genitori o i figli arrivati alla maggiore età, ma immagino cosa succederebbe da noi. Poniamo che Giulio Verdi Cavour sposi una Giuliana Neri Garibaldi, e Giuliana fosse fiera di portare il cognome di quel nonno materno celeberrimo. Perché i suoi figli dovrebbero perderlo? Ma anche il padre avrebbe qualche diritto a voler ricordato il suo avo non meno illustre. E potrebbe il figlio Franceschiello, arrivato all’età adulta, decidere di chiamarsi Franceschiello Cavour Garibaldi, o Franceschiello Garibaldi Cavour?
Data comunque la possibilità di scegliere come primo nome o quello del padre o quello della madre, chi decide? Se sarà la coppia, ci saranno molte occasioni di divorzio post parto, se lo decide il figlio e sceglie di anteporre il cognome del padre, ve la vedete voi la madre, che si lamenterà per il resto dei suoi giorni di non essere stata abbastanza amata? In caso contrario potrebbe accadere che il padre infuriato (se non è sposato con comunione dei beni) diseredi il figlio irriconoscente.
SI PENSI INOLTRE che i cognomi dovrebbero testimoniare non solo della discendenza dai genitori e dai nonni ma anche della preterita presenza dei bisnonni, dei trisnonni e così via. Avrete talora pensato che, poiché si nasce da due genitori, e ciascun genitore da altri due, per cui ciascuno di noi ha quattro nonni, se le cose fossero andate secondo la logica genealogica, ciascuno dovrebbe avere otto bisnonni, sedici trisnonni e così via per cui, risalendo alle origini la terra avrebbe dovuto essere popolata non da 7 miliardi bensì da 7 alla X, a seconda di quante siano le generazioni che ci separano da Adamo ed Eva. Evidentemente c’è una soluzione a questo paradosso, e la lascio immaginare ai miei lettori più acuti, ma questo non toglie che, se i cognomi dovessero essere anche solo approssimativamente trasparenti dal punto di vista genealogico, dovremmo averne almeno alcune decine.
Di questo passo la soluzione più equanime sarebbe che i genitori scegliessero di dare ai figli un cognome del tutto nuovo. Ma come se la caveranno nella vita i rampolli di genitori eccentrici che avessero scelto per loro non Battipaglia o Cefalù bensì Hitler, Berlusconi, Mata Hari, Bin Laden o Pol Pot (il che non sarebbe inverosimile visto che ci sono oggi genitori che hanno chiamato i figli Benito, Lenino o Sciuellen?)
Non ho una soluzione in tasca e - perplesso - consegno queste mie riflessioni a chi mi legge.