Francesco Cevasco, Corriere della Sera 31/05/2013, 31 maggio 2013
RE DEGLI INQUIETI, IN PRATICA UN UFO - A
volte tornano. Quegli Zombie, che si sono inventati la Festa dell’Inquietudine sei anni fa, riaffiorano anche quest’anno. E celebrano il maestro dei «dilettanti». Sarà lui l’Inquieto dell’anno. Un dilettante ultra ottantenne. Guido Ceronetti. Se non lo chiami «dilettante», come lo chiami? Intellettuale, scrittore, giornalista, teatrante, marionetta, provocatore, moralista amoralista antimoralista, peccatore, santo, traduttore, traduttore al contrario (traduce anche quello che ha scritto lui e non quello che hanno scritto gli altri); forse meglio la definizione «Inquieto»: almeno ci sta tutto dentro.
Bene: la giuria taroccata (nel senso che non è proprio una giuria che decide ma un singolo signore, e taroccata perché i tarocchi, l’esoterismo in qualche modo c’entrano) del premio Inquieto dell’anno ha deciso che vince lui.
Il posto è Finale Ligure, Final Borgo, Liguria di Ponente; uno dei posti più belli del mondo (c’è anche scritto nel cartello all’ingresso del paese). Lì per tre-quattro giorni a partire da oggi (gli Inquieti sono sempre relativi), si esibiranno nella loro competenza maestri della storia, della letteratura, della scienza, dell’arte, della psicologia, dell’erotismo, della politica, della musica, della magia, dell’archeologia, del cinema, della musica…
Il premio non vale una lira. È un piccolo drappo di lino con un ricamo che dice «Inquieto dell’anno», racchiuso in una pentola di terracotta «sghimbescia», che da queste parti vuol dire irregolare: schiacciata da un lato e con i manici asimmetrici. Nella, lunghetta, motivazione del premio, si leggerà, tra l’altro, che «Ceronetti è una creatura culturale, fastidiosa e fantasiosa, che punge, che increspa le acque stagnanti, che inquieta… Su questa Terra lo vediamo come nomade sempre in viaggio per destinazioni culturali insolite, come raffinato randagio teatrale senza dimora fissa alla continua ricerca di aree di sosta in cui rendere meno greve il suo esilio terreno…». Un Ufo, praticamente; come Ceronetti è.
Ma la Festa dell’Inquietudine non sarà soltanto Ceronetti.
Intanto c’è una trovata che annoda tutta la Festa: «Virtù e Conoscenza». Vabbè che qualcuno ci aveva già pensato, ma Elio Ferraris, l’artefice fondatore del Circolo degli Inquieti e del Festival (il regista della giuria taroccata), sa adattare all’oggi la questione filosofica evocata da Dante citando Ulisse. Dice: «Nel binomio Virtù e Conoscenza c’è l’essenza dell’inquietudine, come testimoniano i nostri padri putativi Ulisse e Faust. Per sete di conoscenza ambedue oltrepassarono i limiti ma mentre l’eroe greco è mandato all’inferno da Dante, Goethe spedisce in cielo il medico-teologo. Oggi il problema si pone non solo per chi è impegnato in grandi imprese, ma anche per chi deve arrivare a fine mese. Una frase di Totò sintetizza bene un dilemma che è tornato ad affiorare in tutta la sua drammaticità: «A volte è difficile fare la scelta giusta, perché o sei roso dai morsi della coscienza o da quelli della fame. Anche perché a volte sei roso da ambedue».
L’unico umano in mezzo agli Zombie è il sindaco di Finale Flaminio Richeri Vivaldi Pasqua. Già il nome e il triplo cognome dicono qualcosa. Ma lui s’è volentieri fatto coinvolgere e porterà in pubblico lettere inedite di Gabriele d’Annunzio dedicate a un suo parente. Questo stralcio già promette bene, scrive d’Annunzio al conte Pier Filippo di Castelbarco, ardito fiumano: «Mi duole che tu parta, mi avevi portato il soffio della più santa guerra… ti rivedevo con il tuo passo di leopardo bipede…Ti rivedrò». Conoscendo d’Annunzio…
Un altro Zombie è l’assessore alla cultura Nicola Viassolo: è lui che ha voluto il cantautore Max Manfredi a questa Festa: «Obiezioni? Ma lo sapete che Fabrizio De André, un vero inquieto, ha definito Max Manfredi il più grande cantautore italiano? E De André era ancora vivo».
Per chi crede nella scienza, alla Festa dell’Inquietudine ci sarà anche il professor Klaus Schmidt, direttore degli scavi archeologici di Gobekli Tepe in Turchia, che, con la scoperta di un sito archeologico risalente a dodicimila anni fa, rimette in discussione persino il primariato degli egizi su tutte le loro intuizioni agricole, idriche, teologiche, astrologiche, architettoniche. C’è sempre un inquieto che ci ha pensato prima di noi…
Francesco Cevasco