f. mas., Corriere della Sera 31/05/2013, 31 maggio 2013
PROFUMO E LA REVOCA (POSSIBILE) DEL CONSIGLIERE BRIAMONTE
Al presidente di Mps, Alessandro Profumo, non basta la sospensione di due mesi disposta dal gip di Siena a carico dell’avvocato Michele Briamonte, indagato per insider trading perché avrebbe diffuso la notizia riservata della decisione della causa da 1,2 miliardi di euro di danni contro Nomura e Deutsche Bank. Non gli basta al punto che il consiglio di amministrazione di mercoledì 28 non si sarebbe limitato a sospendere il consigliere — atto dovuto — ma avrebbe anche discusso a lungo di un’eventuale revoca del 37enne professionista torinese dal consiglio. Teoricamente si può fare, è stata la risposta fornita al board dai consulenti legali di Mps, anche se serve una delibera assembleare. La prima assemblea utile potrebbe essere quella che Profumo vuole convocare per eliminare dallo statuto il tetto del 4% ai diritti di voto per i soci, Fondazione esclusa. Il banchiere avrebbe voluto celebrarla a metà giugno ma sembra che i tempi slitteranno anche in attesa di sapere dal ballottaggio chi sarà il nuovo sindaco, dal quale dipendono le nomine della Fondazione (in scadenza a inizio agosto). I tempi lunghi comunque favoriscono Briamonte, visto che la misura cautelare scade a metà luglio, anche se è rinnovabile. In ogni caso tocca alla banca provare che Briamonte abbia svelato una notizia sulla quale era stata chiesta estrema riservatezza e che dunque abbia agito in contrasto con gli interessi di Mps. I legali di Briamonte, Franco Coppi e Luigi Chiappero, hanno criticato in maniera pesante il provvedimento del gip, definendolo «veramente sorprendente perché errato in diritto e privo di ogni presupposto fattuale» e si preparano a dare battaglia a Firenze: il gip toscano, dove è finito per competenza il fascicolo, deve confermare o meno la misura. Anche da qui deriverebbe la prudenza di Mps (che nel frattempo ha anche presentato una querela sulle cessioni «facili» di immobili della controllata Vim): il rischio è che una decisione azzardata sulla revoca possa poi esporre Mps a un’azione risarcitoria da parte di Briamonte, nel caso in cui la vicenda fosse andata diversamente.
f. mas.