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 2013  maggio 31 Venerdì calendario

I SOCI RCS VOTANO L’AUMENTO DEL CAPITALE —

Dopo quasi dieci ore di assemblea i soci di Rcs Mediagroup hanno approvato ieri sera l’aumento di capitale con una maggioranza dell’82,14%. E il presidente del gruppo, Angelo Provasoli, ha detto al termine della «maratona»: «Ci hanno fatto un po’ sudare, ma siamo felici di aver avuto un consenso molto ampio». E ha aggiunto: «Ci sarà tanto da lavorare. Questa non è una conclusione, ma un inizio: c’è da attuare il piano».
La proposta di ricapitalizzazione per complessivi 600 milioni in due tranche, la prima da 400 milioni che partirà in giugno, la seconda fino a 200 entro il 2015, ha raccolto una quota di sì superiore ai pronostici prevalenti almeno fino alle ultime ore della vigilia. Elemento di incertezza nelle previsioni era relativo in particolare alle possibili scelte di Giuseppe Rotelli, il maggior azionista con il 16,6% fuori patto: la sua società Pandette ha votato a favore concorrendo in modo determinante all’esito dell’assemblea, visto che per la delibera era necessaria la maggioranza dei due terzi del capitale partecipante, a sua volta pari all’86,7% di quello ordinario. Dopo un lungo intervento del rappresentante Sergio Erede, fra i soci principali ha votato contro solo Diego Della Valle, socio con l’8,7% fuori patto che in assemblea rappresentava una quota pari al 10,2%, mentre si sono astenuti con un complessivo 7,8% dei voti Benetton, che aveva scritto al board una lettera insieme all’imprenditore della Tod’s per spiegare il no all’architettura dell’operazione, e il gruppo Merloni che aveva già annunciato la propria contrarietà, dimostrata anche dalle dimissioni di Paolo dal consiglio.
L’assemblea (iniziata mentre fuori i giornalisti dei periodici protestavano contro le scelte dei vertici aziendali) è stata introdotta da Provasoli: il presidente ha confermato l’auspicio che si consolidi un «rapporto di coesione fra tutti i principali azionisti del gruppo» e ha sottolineato che il «futuro è da conquistare e richiede determinazione e apertura, anche all’affinamento del piano», «vi sono ampi spazi per innestare, nella realizzazione del piano, nuove iniziative» anche «con strategie di portafoglio» che hanno obiettivi di mobilitare interessi e competenze imprenditoriali nuovi e il conseguimento di sinergie anche con appropriate collaborazioni industriali». Provasoli ha dunque aperto a una «fase due» post aumento da mettere a punto con l’apporto di tutti i maggiori azionisti. Linee ribadite anche dopo l’intervento di Erede che ha definito il piano, «pudicamente chiamato di sviluppo mentre è di ristrutturazione», «irregolare» e «irrealizzabile», e ha bocciato la revisione degli accordi con le banche creditrici, secondo lui un «pannicello caldo», anzi «tiepido» rispetto alla «gravità delle sperequazioni a favore delle banche e a danno degli azionisti». Erede ha dunque concluso invitando i vertici a «rivedere profondamente» le linee strategiche e l’accordo con le banche.
Dopo una pausa di novanta minuti Provasoli si è rivolto al rappresentante di Della Valle: «Mi rincresce che l’avvocato Erede abbia anticipato un voto negativo. Tuttavia ho sentito nella parte finale del suo intervento un’apertura a un confronto, coerente con le indicazioni del consiglio e che io stesso ho voluto segnalare verso tutti i soci», Della Valle compreso. L’amministratore delegato Pietro Scott Jovane, dopo aver respinto «con fermezza l’addebito di aver compiuto irregolarità ingenti a favore delle banche creditrici» e contro l’interesse sociale, ha ribadito la «ragionevolezza» del piano e ne confermato gli obiettivi. Sottolineando fra l’altro che i 160 milioni di investimento, per il 70% rivolti al digitale, porterà il gruppo nel 2015 a un contributo pari al 21% del digitale sui ricavi totali, «trend coerente con i player internazionali». Anche Jovane ha quindi concluso dicendo che il consiglio «ribadisce l’auspicio che i soci ritrovino una condivisione di intenti e di visione che accompagni il rilancio e lo sviluppo della società». In questa prospettiva, ha aggiunto Provasoli a margine dell’assemblea, «la rivisitazione del piano, se sarà necessaria, la faremo. L’affinamento in corso d’opera era previsto dall’inizio».
Sergio Bocconi