Emanuele Buzzi, Corriere della Sera 31/05/2013, 31 maggio 2013
L’ADDIO DEL «REGISTA» DEL TOUR: «L’ITALIA? DORME»
«No, no, non ho cambiato idea». Il giorno dopo aver annunciato via web di voler lasciare l’Italia, Salvo Mandarà, l’uomo-streaming dei Cinque Stelle, sempre sul palco nei comizi dello Tsunami Tour con Beppe Grillo è irremovibile. E laconico. «Non ho molta voglia di parlare, ci sono stati dei malintesi», scivola tra le domande. Il suo videomessaggio nel giro di poche ore è diventato una caso su Internet con oltre 12 mila accessi in 36 ore. Uno sfogo con toni amareggiati — «Sono un vigliacco, ma non ho intenzione di continuare a lottare», dice Mandarà, 46 anni, siciliano, impiegato nel ramo marketing di una grande multinazionale — proprio da un Cinque Stelle che della lotta, sia contro la leucemia che lo ha colpito nel 2010, sia per l’impegno politico che lo ha contraddistinto, ha fatto uno dei suoi punti di forza. Stavolta però il Movimento non ha nessun ruolo. «La mia è una scelta di vita personale, che nulla ha a che fare con la politica — racconta —. L’ho spiegato già nel video in cui annunciavo di volere emigrare: è una questione che riguarda i miei figli, il loro presente e il loro futuro. Non volevo finissero in brutti giri». I Cinque Stelle continuano a rimanere un asse cardinale nella sua vita. Anzi, l’uomo-streaming (è ingegnere elettronico) smentisce le voci di un suo possibile abbandono. «Macché. Poi è surreale — sbotta —. Mi dica: da cosa dovrei dimettermi? Io non ho cariche, non ho ruoli. Io non sono un consigliere, non sono un candidato, non sono niente. Sono solo un tecnico». Un tecnico, come dice lui, che è diventato però nei mesi un’icona dei Cinque Stelle, con tanto di cartelli dedicati a lui e supporter che lo chiamano per nome durante i comizi del leader. Un filo che non intende spezzarsi. «Continuerò a impegnarmi anche dall’estero con loro — chiarisce Mandarà —. Ovunque andrò, ci sarà Internet. E dalla Rete continuerò le battaglie». Impossibile non parlare di politica. Ovvio supporre che il risultato delle Amministrative abbia avuto un peso nella sua scelta. «L’ho detto: è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il risultato di febbraio ha assunto per me un’altra immagine — sostiene —. Allora il nostro Paese mi era sembrato come un uomo che stesse per svegliarsi dal sonno. Invece, dopo le Comunali, mi sono accorto che ha solo cambiato posizione per continuare a dormire meglio». Deluso? «Certo, come è naturale. Ma credo che per i Cinque Stelle ci siano ancora molte possibilità. E comunque io non vado via per l’esito del voto. Anzi: è il momento di impegnarci ancora. E a fondo». «Sa cosa non sopporto? — prosegue — La lettura strumentale che è stata fatta della vicenda, il ritornello continuo delle mie frasi, dopo che ho negato delle interviste, via radio, il voler sfruculiare per vedere se ci sono delle crepe nei rapporti». Mandarà stigmatizza e spiega che «il Movimento è nel mio sangue. Siamo davvero uniti». Anche con Grillo c’è massima comprensione: «Beppe mi ha cercato già ieri mattina, appena visto il video. Abbiamo fatto una lunga chiacchierata in cui gli ho raccontato tutto nel dettaglio e alla fine era molto dispiaciuto».
Il video postato sul web è molto netto, drastico nello stile Cinque Stelle su molti temi. «Guardi, ho agito seguendo un’onda emotiva. Mi sono sentito abbandonato anche dalle istituzioni piccole, come la scuola, che dovrebbero aiutarci giorno per giorno», racconta Mandarà, che non sarà presente in Sicilia con il leader per il tour elettorale dei prossimi giorni (dall’1 al 5, ndr). «Quando il tour è stato organizzato avevo già fissato le serate per la proiezione del film Talking to the trees a Torino (ieri), Genova, Abbiategrasso e domenica a Milano». L’ultima tappa prima di lasciare l’Italia? «Non so ancora dove e quando andrò all’estero».
Emanuele Buzzi