Sergio Luciano, ItaliaOggi 31/5/2013, 31 maggio 2013
LE AGEVOLAZIONI ALL’EDILIZIA ALLA FINE FANNO BENE ALL’ERARIO
Il mio amico Tonino, sul suo bel terreno collinare che guarda il Lago di Como, si è costruito una casa su un albero. Benestante, pensionato, da sempre con l’hobby della falegnameria, ha compiuto un capolavoro: due locali, cucinotto e bagno, costruiti asse per asse su una quercia secolare, dai cinque ai dieci metri di altezza dal suolo. Perfettamente funzionante: corrente elettrica, acqua potabile, wc. Sono due anni che la casa è lì, ci hanno pernottato, divertiti e meravigliati, vari amici di Tonino. Che è stato vicesindaco del paesino, mille anime, dove ha costruito l’abusivissimo manufatto. E nessun vigile urbano, o guardia forestale, che sia mai passato a dare un’occhiata. Attenzione: non siamo nel profondo, dissestato Sud, ma nel civilissimo Nord post-leghista. Dove l’Agenzia del territorio, nel suo «censimento» delle «case fantasma» italiane, ovvero delle costruzioni edili ignote al Catasto, ha trovato tanta roba abusiva quanta al Sud.
Ebbene, con simili premesse, il governo s’impanca adesso a tormentato e meditabondo decisore della proroga degli incentivi fiscali alle ristrutturazioni edilizie. Come se da questa proroga dipendessero le sorti del pubblico Erario. Ora, si consideri che quello delle ristrutturazioni - dati recentissimi dell’Ance - è l’unico settore edile ad aver registrato un incremento del giro d’affari (+12,6% in sei anni) contro un calo del 54% delle nuove costruzioni residenziali nello stesso periodo.
Le ristrutturazioni hanno fatto boom «grazie» agli sgravi o sono solo «emerse» grazie agli sgravi? A questa domanda il Palazzo non risponde, ma calcola che occorra stanziare 190 milioni per coprire il minor gettito che deriverà dai lavori fatti con sgravio in caso di proroga, postulando dunque che verrebbero fatti ugualmente, e dichiarando prezzi pieni e pagando piene imposte, il che non è mai successo in Italia... Nessuno in realtà ha mai saputo a quanto ammonterebbe il nostro mercato edilizio se venisse depurato dal nero: ce n’è sempre stato tanto. Sappiamo in compenso che i sindaci degli oltre 8.000 comuni italiani si sono fatti sfuggire un milione di case fantasma, cioè 125 case in media a comune, come un paesino o un medio quartiere metropolitano. Gli stessi comuni che oggi sono impegnati nel censire i propri debiti con i privati e le proprie proprietà demaniali, due dati essenziali che in maggior parte ignorano. Quindi, di cosa parla il governo? Di quale mancato gettito, se gli enti territoriali non controllano il territorio? Perciò, largo agli sgravi e non facciamola troppo difficile, perché in realtà il gettito post-sgravi è tutto grasso che cola.