Aldo Grasso, Corriere della Sera 31/05/2013, 31 maggio 2013
CONSIGLI (NON RICHIESTI) PER I NEOFITI DELLA TV
Vecchia, cara tv generalista. Dopo la sbronza internettiana, dopo aver disprezzato il piccolo schermo Grillo e Casaleggio mandano gli eletti in Parlamento a scuola di tv. Niente talk show, naturalmente, ma tutto il resto sì. Da oggi prendono lezioni alcuni deputati e senatori inequivocabilmente ortodossi, accuratamente selezionati. Ecco cinque consigli non richiesti.
1) Il nemico numero uno della tv è l’astrattezza, di cui i grillini sono campioni assoluti: frasi fatte, ragionamenti astrusi, parolone usate il più delle volte a sproposito, nessun contatto diretto con la realtà. Il modo più semplice per attirare l’attenzione degli spettatori è quello di fornire loro delle immagini, creare quasi degli oggetti mentali. Dimenticare subito la retorica pasticciona di Vito Crimi.
Dimenticare le ossessioni «pistarole» di Beppe Grillo, la sua visione complottistica della storia, le sue paranoie.
2) I grillini provengono da esperienze sociali diverse ma sembrano aver trovato un collante nella gergalità. Che è solo un’arma di difesa: quando si subisce lo stress del parlare in pubblico, la mente perde lucidità, la memoria si impoverisce, le labbra vanno in automatico.
Per irridere la gergalità dei grillini lo scrittore Paolo Nori ha proposto un esempio dell’ufficio stampa del comune di Parma: «Il Comune e Infomobility hanno messo in piedi ed organizzato un servizio dandone sempre il massimo risalto ma soprattutto ampliando l’offerta in termini temporali, di quella che fu sempre stata nel passato. La chiusura del periodo di ferragosto risulta il tempo minimo che veniva attuato anche nel passato ed il momento particolare non aiuta certo a disporre di maggiori finanziamenti per fare diversamente, anche se tutti gli sforzi verranno riposti per i prossimi mesi nelle pieghe del bilancio comunale». Sia di lezione!
3) La monotonia. Il più interessante discorso può essere rovinato dalla cattiva esposizione. Un’esposizione senza coloritura, senza accensioni, pause, sottolineature gestuali è un pugno nello stomaco, una sfida alla buona volontà. Incoraggiata dalla piattezza, la noia si mangia tutto: idee, progetti, finalità.
Se le domande del giornalista sono noiose, può succedere, conviene giocare in contropiede per alzare il tono dell’intervento. I grillini sono tendenzialmente monocordi, nelle apparizioni in streaming hanno trasformato il messaggio di chiusura a possibili alleanze in una forma di monotona impunità. La monotonia porta al monologo, la forma dominante con cui i grillini finora si sono espressi: il giornalista è considerato solo un avversario. E se mostra desiderio di approfondire, di insinuare dubbi, di interrompere il monologo, viene respinto in malo modo.
4) La memoria del pubblico televisivo è tanto fragile quanto selettiva. Meglio mettere in conto che molto di ciò che si sta per dire andranno disperse: si eviterà così di dire troppe cose e ci si ingegnerà invece a ripetere con parole diverse i concetti che ci stanno particolarmente a cuore. Il vero segreto di chi va in tv non è di dire tante cose ma di dire, sempre in maniera diversa, poche cose.
Non bisogna essere, o almeno dimostrare di non essere, indifferenti alle sollecitazioni degli interlocutori. Le contestazioni, le puntualizzazioni, le manifestazioni di diversità vanno accettate di buon grado. È nel farle nostre che si dimostra superiorità. Cosa che i grillini non hanno ancora capito, opponendo sempre un muro di ostilità.
5) Si dovrebbe andare in tv soltanto quando si ha qualcosa da dire; altrimenti meglio starsene a casa. Questa è la regina delle regole. Non sapere non è una colpa. Molti grillini hanno dimostrato inconsapevolezza su molti argomenti, fingendo però il contrario. Certo, l’ignoranza è comoda perché giustifica la faciloneria, anzi la rende necessaria e ricercata: è la madre dell’impudenza.
Se si vuole andare in tv e non fare brutte figure bisogna smettere di considerare l’ignoranza come un punto di vista. Quando Crimi sostiene che «Noi non dobbiamo ragionare di strategia politica, di alleanze. Chi dice questo non ha capito niente. Tu, parlamentare, devi dire: sei d’accordo sulla mozione Ogm? Sei d’accordo sul singolo tema?», significa semplicemente che è lui a non aver capito niente. Di politica. E di televisione.
Aldo Grasso