C.Per., Il Sole 24 Ore 29/5/2013, 29 maggio 2013
VIOLA: «MPS È TORNATA A FARE BANCA»
FIRENZE «Abbiamo un importante confronto con la Commissione europea e fino alla conclusione di questo iter, qualsiasi parola al riguardo sarebbe inopportuna». Fabrizio Viola butta acqua sul fuoco delle attese di chi si aspetta che Banca Mps metta mano allo statuto per modificare il limite del 4% al diritto di voto prima di presentare a Bruxelles, il prossimo 17 giugno, la stesura del piano di ristrutturazione da cui dipende l’ok definitivo dell’Ue al finanziamento pubblico per 4 miliardi ricevuto da Siena attraverso l’emissione dei Monti bond sottoscritti dal Tesoro.
Per il momento, la Commissione ha concesso un via libera provvisorio che scadrà alla fine di agosto. Entro questa data, dunque, Rocca Salimbeni ha la necessità di convincere l’Europa della bontà del percorso di risanamento imboccato dal gruppo e della praticabilità delle mosse individuate per restituire i soldi allo Stato italiano, compreso l’aumento di capitale da un miliardo già approvato dagli azionisti e delegato al consiglio d’amministrazione: operazione attesa nel 2014, ma di non facile realizzazione se rimanesse l’attuale vincolo al diritto di voto (che non vale per la Fondazione Mps).
«Sono già state dette tante parole e credo non ci sia altro da aggiungere», ha sottolineato ieri l’amministratore delegato di Banca Mps, in occasione della conferenza stampa dove è stato presentato il primo fondo per investire in mini bond sul mercato nazionale (vedere altro servizio). «Stiamo lavorando per far tornare la banca operativa a 360 gradi», ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se ci fosse il rischio della nazionalizzazione per il gruppo senese.
I Monti bond, sottoscritti a inizio marzo, peseranno sul bilancio 2013 per 360 milioni. E il Monte ha perso nei primi tre mesi dell’anno circa cento milioni. La prospettiva di far fronte per cassa all’onere del debito è dunque legata a un sensibile recupero di efficienza, sicuramente in atto, e al programma di dismissioni, che comprende le attività di leasing, il credito al consumo e le partecipazioni bancarie all’estero (in Francia e Belgio). Senza entrate straordinarie, difficilmente Siena potrà avitare di consegnare allo Stato azioni di Rocca Salimbeni, come previsto dal regolamento dei Monti bond, almeno nella misura minima indispensabile che, a valori di Borsa attuali, potrebbe superare il 10% al momento di chiudere i conti 2013.
Nelle settimane passate Alessandro Profumo, presidente di Mps, ha detto chiaramente che non sarebbe una tragedia una nazionalizzazione. E ieri Viola ha ribadito che «il peggio è alle spalle. La banca è tornata a fare la banca - ha detto ancora - superando la fase più acuta e imboccando un percorso virtuoso che ci aspettiamo consentirà di riposizionare il Monte dove gli compete». Nessuna novità, invece, sul futuro di Michele Briamonte, il consigliere di Mps indagato per insider e interdetto dal gip di Siena per due mesi. Una decisione che è stata ratificata ieri sera dal cda della banca. E, a proposito di eventuali possibili dimissioni del consigliere, ha aggiunto Viola: «Bisogna chiederlo al presidente».
La politica senese intanto si ricompatta e per eleggere il nuovo sindaco va al ballottaggio tra Bruno Valentini del Centro-Sinistra (39,54% dei voti al primo turno) e Eugenio Neri, candidato del Centro-Destra (23,37%). Domenica dunque ci sarà il cambio della guardia in Comune. Nelle stesse ore, il ministero dell’Economia dovrebbe dare il via libera alla riforma dello statuto della Fondazione Mps.