Alessandra Nucci, ItaliaOggi 30/5/2013, 30 maggio 2013
LA CALIFORNIA SCOPRE LA MANNA
Dopo anni di lotte accanite sul bilancio statale, alle prese con deficit e tagli alle spese, la California si trova davanti a una nuova sfida: troppi soldi. La cosa dovrebbe essere un’ottima notizia per i democratici, che dal novembre scorso hanno la maggioranza dei due terzi in entrambe le camere. Ma l’inaspettata eccedenza economica ha creato la necessità di decidere come far fronte alla buona sorte, e i pareri non sono unanimi.
Il timore è che le entrate siano il frutto temporaneo di tasse sui capital gain, venute a maturazione in gran numero alla fine del 2012 per effetto della vendita in massa di titoli azionari in vista della fine, nel 2013, delle esenzioni fiscali dell’era Bush.
In realtà, spiega il New York Times, oltre al gettito della tassa sui capital gain, la California ha cancellato il deficit grazie anche al miglioramento della borsa e del mercato immobiliare, a un aumento temporaneo dell’Iva e dell’Irpef (approvato dagli elettori) e ai tagli alla spesa.
Lo stesso dilemma della California ha colpito nelle ultime settimane almeno altri sette stati Usa, fra cui il Connecticut, lo Utah e il Wisconsin, dove la sorpresa di ritrovarsi nell’abbondanza ha posto le premesse per battaglie infuocate sull’uso del denaro in più. Le incertezze riflettono i dubbi sulla provenienza di tanta manna, e quindi sulla sua durata: il timore è infatti che si tratti di entrate una tantum legate alla contingenza, che sarebbe quindi incauto iniziare nuovi programmi di spesa o ripristinare progetti tagliati durante la recessione.
Fra i più conservatori al riguardo è il governatore della California, il democratico Jerry Brown, che, all’interno del Partito democratico, fa parte dell’ala fiscalmente conservatrice, e non dimentica che sono passati appena tre anni da quando la California lottava con un deficit di quasi 60,3 miliardi di dollari (46,6 mld euro).
In che cosa consistano gli utili che si sono materializzati non è ancora sicuro, ma in California è comunque una cifra sostanziosa che si situa fra 1,3 miliardi di dollari (circa un miliardo di euro), previsti dal governatore Brown, e i 4,4 mld di dollari (3,4 mld euro) stimati dai consulenti finanziari del parlamento statale.
«Il governatore vuole essere ricordato per aver risolto la nostra crisi di bilancio», ha dichiarato Vanessa Aramayo, direttrice di California Partnership, un consorzio di associazioni che premono per aumentare la spesa sociale, «ma lo fa a spese dei poveri dello stato». Secondo la Aramayo, Brown sta deliberatamente sottostimando, per questo, la salute finanziaria della California.
Ma anche altri democratici hanno detto che il parlamento dovrebbe procedere con cautela, date le esperienze del passato e volendo evitare di dare l’impressione che i democratici siano strutturalmente spendaccioni. Fra le proposte di spesa figurano borse di studio per studenti del ceto medio, per destinare le entrate una tantum a spese decisamente una tantum.