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 2013  maggio 30 Giovedì calendario

POLIZIA, VERSO LA NOMINA DI PANSA IL GOVERNO SUPERA I VETI INCROCIATI

ROMA — Il prefetto Alessandro Pansa prossimo capo della Polizia. La sua è ormai una scelta largamente condivisa che consentirebbe di superare il gioco dei veti incrociati che ha portato a una situazione di stallo poco gradita al Quirinale, intervenuto nei giorni scorsi per invitare il governo a fare presto. Domani stesso il ministro dell’Interno Angelino Alfano dovrebbe proporre il suo nome al consiglio dei ministri. La sua candidatura è stata data per certa ieri mattina. Ma quando la notizia s’è diffusa, non sono mancate reazioni negative, le inevitabili proteste interne, i dissapori delle fazioni avversarie, i malumori dei prefetti, le proteste dei sindacati di polizia che premono per l’attuale vicario Alessandro Marangoni.
Prefetti e poliziotti di primissimo piano si sono contesi in queste settimane la poltrona di capo del Dipartimento Sicurezza del ministero dell’Interno. Il premier avrebbe voluto Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, ma la sua candidatura sembra tramontata: il suo nome potrebbe rispuntare tra nove mesi, quando andrà in pensione il generale Santini dell’Aise, il servizio segreto militare.
Il leader del Pdl, Berlusconi, avrebbe voluto il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, la cui candidatura era osteggiata, paradossalmente, da parte dello stesso centrodestra. Molto amato dalla base, e indicato dall’ex capo della Polizia Antonio Manganelli, l’attuale vicario, Alessanmafiose.
dro Marangoni, che sconta, forse, la mancanza di sponsor politici («Non corro per me, ma per lo Stato», ama dire di sé). Fra i tre litiganti, alla fine potrebbe averla spuntata Pansa, 63 anni, di Salerno, uno degli investigatori più esperti del Viminale. La stagione d’oro della sua carriera se l’è giocata allo Sco, ai tempi in cui era diretto da Gianni De Gennaro, e lui era vice insieme a Manganelli. Dopo brillanti risultati in indagini economiche d’importanza notevole a livello internazionale contro il crimine transnazionale, condusse anche attività investigative contro le organizzazioni mafiose. Su questo fronte, lavorando in collaborazione con il giudice Falcone, si dedicò alla gestione dei pentiti, ottenendo risultati operativi importanti, nonché la cattura di latitanti pericolosi. Quindi, nel 2000, ha intrapreso la carriera prefettizia. È stato fra l’altro già vice capo della Polizia, nonché Commissario di governo per l’emergenza rifiuti nella Regione Campania e Commissario delegato per l’emergenza degli insediamenti di comunità nomadi nel territorio della regione Campania.
Il suo provenire dai ranghi della Polizia, e il suo stato attuale di capo del Dipartimento Affari Territoriali (ex prefetto di Napo-li), potrebbe cucire la spaccatura che s’è creata tra divise e prefetti. Nelle settimane scorse il braccio di ferro tra Pd e Pdl aveva creato una situazione di imbarazzante stallo. Il centrosinistra aveva incassato la nomina del democratico Marco Minniti alla carica di sottosegretario ai servizi segreti, battendo in corsa l’uscente Gianni De Gennaro. L’incarico a Minniti aveva consentito alle forze politiche, pressate dal Colle, di raggiungere un accordo su un nome condiviso. Ma l’ultima parola spetta, domani, al governo.