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 2013  maggio 28 Martedì calendario

LE PRIVATIZZAZIONI PARTONO DAL MATTONE

L’Agenzia del Demanio è pronta a consegnare 44 immobili per un valore attorno ai 600 milioni di euro al Fondo Invimit (Investimenti immobiliari Italia) della Sgr posseduta al 100% dal ministero dell’Economia e istituita per velocizzare il piano di dismissioni degli immobili pubblici alienabili, uno dei pilastri delle operazioni di riduzione dello stock del debito pubblico. Entro fine anno i beni conferiti dal Demanio al "fondo dei fondi" immobiliari del Mef arriveranno a 1 miliardo.
Ai nastri di partenza però manca ora proprio la Sgr, che non è ancora operativa a tutti gli effetti: il decreto di costituzione firmato in tutta fretta dal ministro dell’Economia Vittorio Grilli prima di lasciare via XX Settembre non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale e questo lascia sospese in un limbo le nomine di Vincenzo Fortunato ed Elisabetta Spitz alla guida della Sgr rispettivamente nel ruolo di presidente e amministratore delegato. I due stanno lavorando di lena, ma dietro le quinte.
Accelerare i tempi, snellire le procedure burocratiche per agevolare la valorizzazione (e dismissione) del patrimonio immobiliare pubblico resta una priorità assoluta. Nel Def che portava la firma di Vittorio Grilli, una tabella evidenziava l’obiettivo di generare entrate una tantum per 1 punto di Pil all’anno per un quinquennio, tra vendite di immobili e di partecipazioni azionarie. In realtà, il programma di alienazioni presentato a Bruxelles, stando a fonti bene informate, avrebbe proposto un decollo più morbido e un incasso crescente nel tempo: un’entrata tra 1 e 2 miliardi quest’anno dagli immobili.
Il direttore del Demanio Stefano Scalera, supertecnico della materia, mira comunque a velocizzare il processo della valorizzazione, che garantisce un flusso di entrata (le concessioni) e anche un risparmio (restauro e manutenzione sono oneri totalmente a carico dei privati). Per attrarre più capitali privati sul progetto "Valore Paese Dimore", Scalera sta lavorando su almeno tre iniziative legislative: il long lease, le concessioni a 70 anni e una cabina di regia quanto più vicina possibile all’Esecutivo per sciogliere i nodi delle autorizzazioni.
Scalera è convinto che «occorre anche in Italia il "long lease all’inglese", che si estende fino a 99 anni e che concede il diritto di superficie dando la possibilità alle imprese private di utilizzare la proprietà come garanzia»: questo nuovo strumento aiuterebbe le società operative nel settore immobiliare e interessate all’iniziativa "Dimore" ad abbassare il costo del finanziamento, rendendo i progetti "più bancabili". Scalera ritiene inoltre che «le concessioni per i beni di valore storico-artistico dovrebbero essere estese a 70 anni dagli attuali 50 anni»: mezzo secolo può sembrare lungo ma a volte non è abbastanza esteso per consentire ai privati di ammortizzare le spese sostenute per ristrutturare o restaurare l’immobile di pregio, la cui proprietà resta allo Stato. Non da ultimo, per il direttore del Demanio è auspicabile l’istituzione di una «cabina di regia», presso il ministero dell’Economia o la Presidenza del Consiglio, per coordinare e raccogliere tutte le autorizzazioni necessarie (a livello pubblico) per valorizzare i beni di alto pregio storico-artistico: gli investitori, gli stranieri in particolar modo, hanno bisogno di certezze su quello che si può o non si può fare. Basta ricordare che per trasformare Villa Tolomei a Firenze(ex residenza privata, ex convento ed ex caserma dei carabinieri) in un hotel di lusso ci sono volute 74 autorizzazioni, ottenute nell’arco di un intero anno.
L’Agenzia del Demanio farà la sua parte per assicurare il decollo a razzo della Sgr dell’Economia: ha già pronti 44 immobili da conferire al Fondo Invimit per un valore attorno ai 600 milioni di euro ed entro fine anno questa dote salirà a 1 miliardo. In quanto al fondo dedicato agli immobili della Difesa, l’altra "gamba" della Sgr, i tempi sembrano più lunghi: potenzialmente, le caserme vendibili hanno una superficie di 95.000 mq di cui 32.000 utilizzabili. La struttura del fondo-difesa finora ipotizzata prevede che per ogni vendita tra il 10 e il 25% venga incassato dal Comune, il 30% dalla Difesa e il resto dalle casse dello Stato. In vista dell’avvio vero della Sgr immobiliare, il ministero dell’Economia intanto preme sull’acceleratore del censimento sui beni immobiliari della pa, centrale e locale, non ancora terminato.