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 2013  maggio 28 Martedì calendario

SULLA SECCA DEL GIGLIO ASPETTANDO IL PIANO B

Sembra ancora molto lontana la rimozione del relitto di Costa Concordia dall’isola del Giglio. Nonostante siano passati un anno e quattro mesi da quel naufragio, quasi inspiegabile, che ha provocato 32 vittime, i tecnici di Carnival (azionista Usa dell’italiana Costa) non sanno ancora quando si potrà procedere alle operazioni per mettere in galleggiamento la nave (con 30 cassoni pieni d’aria). In teoria potrebbe essere settembre. Ma solo se se sarà deciso il porto dove rimorchiare un relitto che, con un pescaggio previsto di 18,5 metri non può entrare in quasi nessuno scalo italiano. Sempre ammesso che lo scafo, squarciato e danneggiato da più di un anno di semi-immersione, regga quel tipo di trasporto. Forse, pensano tecnici, sarebbe meglio applicare il "piano B"; che prevede l’utilizzo di una nuova nave semi-sommergibile da 275 metri, costruita per trasportare piattaforme offshore e in grado (probabilmente) di incastrare sul proprio ponte il relitto, una volta che questo sia stato innalzato e messo in galleggiamento. Ma anche questa soluzione potrà essere messa in atto solo una volta che si sarà deciso un porto dove condurre il relitto per demolirlo. Se questo, però, non sarà stabilito entro il prossimo autunno, la nave resterà al Giglio, nell’attuale posizione, fino a primavera 2014. Ma il governo (Monti) non aveva già deciso che si dovesse smantellarla a Piombino? Certo, ma solo a patto che lo scalo draghi i suoi bassi fondali. E, ha detto, proprio ieri, il capo della protezione civile, Franco Gabrielli, «se non iniziano i lavori, dubito che la destinazione di Concordia sia Piombino». Insomma, un mucchio di "se" e ancora nessuna certezza.