Concetto Vecchio, la Repubblica 29/5/2013, 29 maggio 2013
MASTELLA E IL “MODELLO CEPPALONI” “VINCO, MA A ROMA CONTEREI ZERO”
MASTELLA, il suo candidato ha trionfato a Ceppaloni...
«Vittoria facile facile, il sindaco è il mio medico, pensi che abbiamo riproposto tutti i consiglieri uscenti, nessun cambiamento...».
Lei non è tipo da rinnovamenti.
«Ma il cambiamento non è una categoria universale dello spirito politico, e poi tutta sta voglia di ghigliottina io non l’ho mai capita. Guardi la politica italiana: è dominata da due “ vecchi”, Napolitano e Berlusconi. Gli altri si muovono nel cono d’ombra...».
Quanto le dispiace stare fuori da questa fase di larghe intese?
«Zero. Non conterei niente. La mia regola è sempre stata quella di essere determinante nella marginalità e la grande coalizione è come una partita amichevole: non esalta la libera individualità. Mo’ anche Grillo rischia di diventare ininfluente».
Ha sbagliato tutto?
«Dall’alto della mia esperienza vedo due pericoli: il movimento può spaccarsi, rischiando di finire nell’orbita della sinistra pd. Grillo non li controlla. Non sta neanche in Parlamento. Poi, vede, se passi dal 25 al 12 per cento cominci a farti venire dei dubbi sulle possibilità di rielezione».
Come spiega il tonfo?
«Grillo l’aveva votato soprattutto il ceto medio, ma l’investimento alle borsa politica si è rivelato sbagliato...».
La base democratica soffre.
«Lo vedo...al mio paese non hanno fatto nemmeno la lista, l’ex sindaco pd ha appoggiato il centrodestra pur di mettersi contro di
me, si sono fatti la foto con il ministro Di Girolamo, ma vedo che non è servito...».
Le chiedevo del Pd.
«...ecco, io dico che a Bersani dovrebbero ringraziarlo: pur con una strategia incomprensibile è riuscito a portare a casa il presidente della Repubblica, il premier, dodici ministri, il presidente del Senato...».
Da democristiano lei bada al sodo.
«Merita un monumento!».
Letta?
«Al momento non ha fatto niente, va giudicato per quel che farà... guardi i soldi trovati per la cassintegrazione, risorse sottratte al Mezzogiorno...».
Non si sente corresponsabile del debito pubblico, di quel modello da Prima Repubblica fatto a spese delle future generazioni?
«Questa è una stronzata storica e politica. Può scriverlo!».
Il debito pubblico una stronzata?
«La crisi è planetaria. Ogni volta che vado a Strasburgo trovo chiuso un altro negozio, basta varcare la frontiera della Germania e pure là si appalesa ormai la recessione...».
Al funerale di Andreotti c’era tutta la Dc. Rinascerà mai?
«Vediamo che farà l’accoppiata Alfano-Letta, vediamo...»
Vediamo cosa?
«Me lo chieda tra un anno, me lo chieda...».
Lei ci sarà?
«Ho avuto tutto dalla vita, sono appagato, non mi do da fare...».