Roberto Giardina, ItaliaOggi 29/5/2013, 29 maggio 2013
HOTEL TEDESCHI BARANO SULLE STELLE
La notizia ha sorpreso anche me, che vivo da troppi anni in Germania. A un controllo effettuato su 120 hotel nel Nord della Germania, più della metà è risultato fuori regola. In altre parole, ci hanno marciato sulle stelle. Un colpo per i pregiudizi positivi che vorrebbero i tedeschi onestissimi, e gli albergatori efficienti.
Ma si può interpretare la sorpresa al contrario: qui i controlli vengono effettuati, e sono severi. Non è che gli alberghi si possano attribuire le stelle da soli, limitandosi ad adeguare i prezzi.
L’autoregolamentazione della categoria è rigida. Tempo fa, tornando in un albergo gestito dalla stessa famiglia da oltre un secolo, nella Teutoburger wald, la foresta dove Varo perse le sue legioni poco più di 2 mila anni fa, e che conosco da un paio di decenni, trovai il personale in stato di euforia. Dopo una lunga battaglia, erano riusciti a conquistare mezza stella, da 3 e mezzo a quattro. Ne erano tutti orgogliosi, dalle cameriere al cuoco. E la notizia era riportata in prima pagina dal giornale locale. Uno sforzo che era costato circa 30 mila euro, mi confidò il proprietario. Per la cronaca, la pensione completa nella stanza migliore supera di poco i 90 euro, da noi costerebbe il quadruplo, eppure sopravvivono.
Le stelle vengono verificate ogni tre anni, se qualcuno bara riceve la prima volta un’ammonizione, come dire un cartellino giallo. Se insiste, rischia una denuncia da parte dei colleghi. Ci sono 280 criteri da rispettare, a seconda della categoria, che valgono in altri 12 paesi europei, compreso il nostro. Ad esempio, il cliente, al suo arrivo in un quattro stelle, deve essere accompagnato fino in camera da qualcuno che gli porti la valigia. Io, di solito, preferisco vecchi alberghi con atmosfera pur senza stelle, anche quando il conto lo paga il giornale. Alcuni criteri andrebbero rivisti, si protesta. Giusto mettere a disposizione internet (possibilmente gratuita) in ogni camera, ma perché bisogna pensare alla carta da lettere e alle buste con l’intestazione dell’hotel, che nessuno ormai usa?
Un’estate in vacanza dalle parti di Alghero mi trovai in un cinque stelle, perché era l’unico hotel nella zona e sul mare. All’arrivo, mentre mi accingevo a chiedere se c’era una camera libera, la ragazza alla reception mi accolse con un secco: «Deve spostare l’auto», parcheggiata nel parco dell’hotel. In ascensore non c’era posto per mia moglie, me, e una valigia. Nella camera minuscola, invece degli obbligatori 30 mq., non c’era una presa per il computer, a colazione mi feci da solo il caffè a una macchinetta automatica, come in mensa. Sulla spiaggia, sporca e larga due metri, mi annunciarono che non avrei dovuto pagare extra per l’ombrellone, dato che si era quasi a fine stagione.
A mezzogiorno me ne andai, e a Fertilia scovai un albergo come piace a me, senza stelle, ricavato dagli alloggi degli operai che costruirono la cittadina sotto Mussolini. Chissà come controllano le stelle in Italia. In Germania, la notizia sulle «Sternen» fasulle è riportata dalla pubblicazione di categoria Markt. Sono desolati, ma mantenere il livello è difficile: negli ultimi anni, nella Nord Renania Westfalia, il numero di hotel con stelle è diminuito del 50%. In particolare è difficile per gli alberghi a una o due stelle difendere lo standard. Preferiscono rinunciare. Comunque, a livello familiare, molti offrono un’ottima accoglienza, a cominciare dalla prima colazione.
Il controllo sul rapporto qualità/prezzo ha funzionato, senza dimenticare la riduzione dell’Iva dal 19 al 9% nel 2009. I pernottamenti furono 551 milioni nel 2006, e sono saliti a oltre 707 milioni l’anno scorso, un record assoluto, di cui quasi 69 milioni da ascrivere a 28 milioni di visitatori stranieri.
Il settore dà lavoro a 2,9 milioni di addetti, il giro d’affari è stato di 97 miliardi di euro. La Germania come meta turistica è balzata al secondo posto, dopo la Spagna, e prima della Francia.
Noi non siamo più sul podio. I turisti o gli uomini d’affari italiani giungono al quinto posto (preceduti da olandesi, svizzeri, americani e britannici) con 3 milioni e mezzo, ma prima di austriaci e francesi. Solo a Berlino i turisti hanno raggiunto i 24 milioni, e qui sono convinti di aver superato Roma. I romani negano, ma siamo sicuramente testa a testa, e la metropoli prussiana non ospita il Vaticano né offre un Colosseo.