Carla Massi, Il Messaggero 29/5/2013, 29 maggio 2013
PREMIATA DITTA CUORE
& CERVELLO -
«Il mio cuore dice una cosa, il mio cervello ne dice un’altra, sai. Non è facile, no, mettere d’accordo cuore e cervello... per me... cuore e cervello... i miei non si danno neanche del tu». Parole di Woody Allen che in “Crimini e misfatti” veste i panni di Cliff Stern, un documentarista deluso della sua vita e di un rapporto coniugale.
Spiega bene la sua confusione Cliff ma non ha ragione a dire che cuore cervello si ignorano. Visto che i due organi “protagonisti” del nostro organismo si muovo all’unisono, si inviano rimandi, sono legati nella buona e nella cattiva sorte. Proprio le ultime ricerche hanno dimostrato quanto cervello c’è nel cuore (una rete intricata di diversi tipi di neuroni, neurotrasmettitori, proteine e cellule molto simili a quelli che abbiamo in testa) e quanto cuore c’è nel cervello (un danno di certe aree cerebrali può comportare la morte per arresto cardiaco).
Ecco perché sta nascendo, sempre con maggiore forza scientifica, una nuova branca di ricerca: la neurocardiologia. Che si concentra proprio su come e quanto i due organi si influenzano e decidono l’equilibrio dell’organismo. Ecco perché, per oggi pomeriggio nella Sala Giulio Cesare in Campidoglio, è stato organizzato un convegno dal titolo “Brain and heart - Cuore e cervello: l’importanza di mantenere sempre sani e giovani gli organi essenziali per la vita”. La firma è dell’associazione Atena onlus dedicata alla ricerca sul cervello. Una tavola rotonda e la consegna dei premi Atena, realizzati dall’artista Mario Ceroli, a Enrico Garaci presidente del Consiglio superiore di sanità, Linda Liau professore di Neurochirurgia e direttore del Brain tumor programm dell’università della California a Los Angeles e Attilio Maseri presidente della Fondazione per il tuo cuore.
I COLLEGAMENTI
Verrà, così, sciolto, annodato e poi di nuovo sciolto quel sottile filo, non solo d’amore, che collega il cuore e il cervello. Un filo che si traduce in impulsi neurologici che dal sistema nervoso del cuore viaggiano fino alla testa attraverso differenti vie: per gli stessi canali passano anche i segnali del dolore e le sensazioni.
«È il cervello che fa battere il cuore - spiega Giulio Maira fondatore e presidente di Atena e docente di neurochirurgia alla Cattolica di Roma - Quando, durante un’operazione, lavoriamo sul tronco cerebrale l’attività cardiaca può anche rallentare in modo significativo. Abbiamo assistito ad interventi d’urgenza nei campi sportivi quando un atleta perde coscienza: qualche volta anche il cuore si ferma per tempi brevissimi. Il massaggio consente al muscolo cardiaco di rimanere attivo per tutto il tempo in cui i centri cerebrali che lo regolano sono fuori funzione. In attesa che le aree del cervello riprendano a funzionare e il cuore a battere».
Questo significa che una qualsiasi alterazione cardiaca può scatenare una malattia cerebrale e viceversa. Ictus e infarto viaggiano parallelamente. E minacciano, allo stesso modo, chi usa stupefacenti, chi è sovrappeso e chi è iperteso.
LO STUDIO
Uno studio, condotto all’università di East Anglia in Inghilterra, ha esaminato un campione di 46mila persone sui 70 anni, tutti reduci da infarto o comunque sofferenti di disturbi cardiaci e ha notato che in loro l’incidenza dei sintomi legati alla memoria o alla demenza senile erano il doppio rispetto a quelli che non avevano problemi al cuore. Il risultato di questo studio permetterà di lavorare meglio sulle cause e l’evoluzione della demenza senile e di altre malattie degenerative del cervello. E, quindi, prevenirle e curarle puntando su una maggiore cura del cuore. O sarà possibile mettere in relazione le patologie del cuore partendo da uno studio sul cervello.
«Potremmo arrivare a parlare di un unico organo - aggiunge Maira - con due poli. Che dialogano continuamente attraverso onde e segnali di tipo meccanico che percorrono i vasi arteriosi. Una recente corrente di pensiero e di ricerca vorrebbe, inoltre, vedere un legame ancora più stretto tra cuore e cervello e afferma che sarebbe l’integrazione tra gli organi a generare le emozioni. Sì, anche l’innamoramento. Mix eccelso di fantasia, passione, battiti e stordimento».